Mese: Marzo 2023
L’8 marzo il Rotary Club Valsesia ha organizzato una serata Interclub con l’Inner Wheel Valsesia, il Soroptimist Club di Valsesia, il Rotaract e il Rotary Club Gattinara, invitando anche l’Assistente del Governatore, Marco Castelli, per parlare della piccola e media imprenditoria femminile sul territorio, dialogando con Laura Travaini, dal 2014 Presidente di API Donna, il Gruppo delle donne imprenditrici delle Piccole e Medie Imprese associate all’API di Novara, VCO e Vercelli, che ha come scopo principale la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile e la valorizzazione delle risorse umane e professionali delle donne nel territorio novarese, del Verbano Cusio Ossola, di Vercelli e della Valsesia.
Eugenia Borzone, Presidente del Soroptimist Valsesia, per la serata indossava due scarpe di colore diverso, aderendo alla campagna indetta dal Soroptimist International d’Europa per l’8 marzo 2023: “Camminare con scarpe diverse per la parità di genere”, con lo scopo di simboleggiare le persistenti disuguaglianze tra uomini e donne sul terreno dei diritti e la grande distanza che ci separa ancora dalla parità di genere.
Fiorella Di Marco Proietti, Presidente dell’Inner Wheel Valsesia, ha ricordato come solo nel 1946 in Italia le donne abbiano cominciato a votare, sottolineando come la parità formale sia diversa dalla parità sostanziale, che sarà raggiunta quando la notizia di una donna che ha raggiunto i più alti vertici dello Stato, come nel caso della nomina di Margherita Cassano a Presidente della Corte di Cassazione, prima donna a ricoprire tale carica, non farà più notizia.
Patrizia Rizzolo, Presidente del Rotary Club Valsesia, presentando le ospiti dell’API Donna: Laura Travaini, Mara Galli e Monica De Taddei, ha sottolineato l’importanza del lavoro delle donne per il nostro futuro e anche per quello dei giovani.
L’occasione dell’incontro era la presentazione del libro: “Donne di gusto. Ricette di successo”, pubblicato dall’API Donna nell’estate 2021, nato un po’ per caso, tra un Direttivo e l’altro: “Come dono per chi lo ha creato, per chi lo acquisterà e per chi ne riceverà i proventi, che aiuteranno chi ha ancora bisogno di noi”, come si legge sulla fascetta che accompagna il volume, spiegando che i proventi saranno devoluti alla Fondazione Valsesia Onlus per essere donati al reparto di ricerca tumori femminili dell’ospedale di Novara, destinati all’acquisto di un macchinario per la prevenzione del tumore al collo dell’utero, attraverso una diagnosi precoce, con metodo non invasivo.
Mara Galli, socia API, rotariana del Rotary Club Borgomanero e Monica De Taddei hanno illustrato l’esperienza che si è tradotta nel libro, condividendo la prima presentazione con Slow Food Novara e l’Azienda vitivinicola Barbaglia, sottolineando la necessità delle donne di conoscersi, fare rete, lavorare insieme, essere solidali, scrivendo le loro esperienze di imprenditrici e di donne e aggiungendo ciascuna una “ricetta di famiglia” e un aforisma: “Unire il racconto della propria storia di professioniste con quella del vissuto familiare, sintetizzato in una ricetta fa emergere l’equilibrio tra lavoro e famiglia. Queste diciannove storie di vita, diciannove ricette in cucina, racchiudono il nostro perché: per caso, per una promessa, per seguire le orme paterne, per inventarsi, mettendosi alla prova, diventando imprenditrici, portatrici di una storia di successo e di speranza data dalla finalità del libro che raccoglie, unendo lavoro e vita privata con un filo tra passato, presente e futuro”.
Al termine della serata la Presidente del Rotary Valsesia ha chiesto un momento di attenzione riservata a quelle donne meno fortunate che vivono condizioni di segregazione e di negazione all’accesso ai diritti elementari come la liberttà di movimento e l’istruzione: “Un pensiero alle donne della Siria, dell’Afhanistan, della Turchia, dell’Africa e del Sud America, che come ogni donna avrebbero diritto all’istruzione e alla formazione”.
Redazione di Vercelli
Vigili torinesi a Barcellona per apprendere le procedure della Catalogna e, in parallelo, agenti della Guàrdia urbana sotto la mole a caccia di informazioni sui metodi di lavoro subalpini.
Questo solo uno degli scenari che l’accordo tra il Piemonte e la regione spagnola potrà presentare: l’obiettivo, annunciato lunedì 13 marzo in prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti, da parte dell’assessore Fabrizio Ricca, è quello di un confronto attivo e didattico tra tutti i vigili urbani dei Comuni piemontesi e quelli della Catalogna.
La notizia è emersa nell’illustrazione dei capitoli del “Bilancio di previsione finanziario 2023-2025” relativi appunto a sicurezza e polizia locale.
Su sollecitazione di Diego Sarno (Pd), la Giunta ha chiarito che è stata scelta la Catalogna “in quanto si è optato per una realtà territoriale non troppo lontana. Inoltre si tratta di una situazione istituzionale legislativa simile a quella italiana: la Spagna ha una struttura come la nostra, a differenza della Francia, che è più centralista o di Germania e Svizzera, che sono Stati federali”.
In generale, poi, “il contenuto della collaborazione è uno scambio. Mandiamo personale là per vedere come formano la polizia locale e loro lo mandano da noi, per fare altrettanto. Si tratta di una materia soggetta a frequenti aggiornamenti tecnici, quindi si tratta di esperienze utili”.
Per la formazione della Polizia locale, in ogni caso, il Piemonte destina i consueti 850mila euro, ha ricordato Ricca, ma in considerazione dell’aumentata richiesta di professionalità, si è deciso un incremento di 400mila euro l’anno per il prossimo biennio.
In precedenza l’assessore Ricca aveva parlato anche delle Partecipate e dei fondi destinate a questa sua competenza.
Sarah Disabato e Sean Sacco (M5s) sono intervenuti per chiedere chiarimenti sul “frequente utilizzo di consulenze esterne” da parte di Finpiemonte, sia per pareri legali, sia per questioni informatiche.
Inoltre la Regione utilizza in alcuni casi Finpiemonte per attività di sovvenzione che prima si svolgevano internamente, con minori costi.
Ricca ha risposto che nei prossimi giorni la Giunta condividerà con i consiglieri la relazione completa sulle spese delle partecipate, indirizzata alla Corte dei Conti, dove viene specificata ciascuna spesa.
In chiusura di seduta, si è parlato della proposta di legge a firma di Silvio Magliano (Moderati) sull’istituzione in Piemonte del Disability manager, alla presenza dell’assessore Maurizio Marrone.
Sono stati esposti e commentati dal proponenti i diversi punti relativi ai nodi critici posti dagli uffici, dando ampia disponibilità all’attività emendativa da parte della Giunta o dei consiglieri di altri gruppi.
(foto: Ajuntament de Barcelona)
Redazione di Vercelli
Settimana totalmente dedicata all’alternanza scuola lavoro per le classi terze AFM e SIA dell’Istituto Cavour di Vercelli.
Si sono infatti appena conclusi i progetti “Zlab”, coordinato da Banca Intesa Sanpaolo, e “Digital Citizenship” proposto da Randstad, mentre è ancora in corso il progetto “Wecoop @scuola” della Scuola di Economia Civile, realizzato insieme ad alcune classi dell’Istituto Professionale Lanino.
Ognuno di questi percorsi ha finalità diverse, come l’acquisizione di competenze tecniche relative all’educazione finanziaria, nel caso dei laboratori didattici dello Zlab, o di digital mindset per affrontare la trasformazione digitale, grazie ai workshop di Randstad, o di competenze imprenditoriali, attraverso il gioco Wecoop, ma tutti seguono un filo conduttore: quello di far comprendere agli studenti la complessità del mondo del lavoro e quali abilità si devono possedere per affrontarlo con consapevolezza.
A questo proposito tutti gli esperti intervenuti hanno dato ampio spazio allo sviluppo delle soft skill, quali public speaking, lavoro in team, capacità di risolvere i problemi, solo per citarne alcune indispensabili nella vita lavorativa.
Decisamente un’esperienza positiva per gli studenti che hanno apprezzato anche le modalità di coinvolgimento, dato che molte attività sono state proposte sotto forma di gioco e di una “sana competizione”.
L’attività di PCTO proseguirà con la partecipazione agli stage estivi per mettere a frutto quanto imparato dall’esperienza acquisita grazie a questi progetti.
Redazione di Vercelli
Nella giornata di sabato 18 marzo, alle ore 15.00 in frazione Mantie, si svolgerà la cerimonia di commemorazione e posa della targa nel luogo dove persero la vita dei civili.
La notte del 18 marzo 1945, un Douglas A 26 del 47’ Bomb Group decollava dall’aeroporto di Rosignano per una missione Night Introuder sull’area “J Po Valley”.
Nel corso della missione sorvolava la Frazione di Mantie di Motta de’ Conti e scarivava due bombe, colpendo il carro dove si trovava una famiglia di calderai, aggiungendo un padre di famiglia e quattro bambini all’elenco di inutili vittime civili di una guerra già duramente subita dalla inerme popolazione civile.
L’evento è stato organizzato dal comune di Motta e dall’Associazione Nazionale vittime civili di guerra.
Redazione di Vercelli
Oltre 150 coreografie mandate in scena da 35 Scuole di danza provenienti da tutta Italia.
Questi i primi e più significativi numeri che dicono, prima e forse meglio delle parole, i motivi del successo della terza edizione di Vercelli ‘in danza, la kermesse ideata e realizzata con coraggio e tenacia da Federica Rosso e dalla sua Scuola, la Dance Team di Vercelli.
Ieri, domenica, al Teatro Civico si sono alternati artisti giovani e giovanissimi, tutti preparati, che si sono esibiti di fronte ad un pubblico attentissimo e capace di apprezzare la grande valenza tecnica delle tante prove.
Domani potremo pubblicare le classifiche, con le motivazioni dei premi e l’importante “dote” delle borse di studio assegnate ai migliori: perché il premio più utile e costruttivo è quello che aiuta a proseguire, incoraggiando tanti ragazzi che ogni giorni si dedicano anima e corpo (è il caso di dirlo) ad una disciplina capace di unire all’immagine di una leggerezza come di farfalla, la fatica di un lavoro preparatorio esigente, talvolta duro.
Oggi vi lasciamo con questa prima gallery, a domani per il servizio completo.
Annunciato da varie scariche di rumors, persino (quando si dice dei paradossi) con qualche manieristico tentativo di trattenerne qualcuno, questa sera si terrà l’atteso incontro del Direttorio provinciale della Lega per Salvini Premier (e se non si può premier, va bene anche qualcos’altro).
Molte cose all’ordine del giorno, ma è d’uopo iniziare, dapprima, con l’appello.
Convoca il Commissario del Carroccio Enrico Montani, per vedere riuniti alla Sede di Corso Fiume i Signori: Daniele Baglione, Eraldo Botta, Carla Camoriano, Angelo Dago, Gian Carlo Locarni, Alessandro Montella, Gian Mario Morello, Alberto Pipitone, Massimo Simion, Alessandro Stecco, Carlo Stragiotti.
I ruoli sono quelli istituzionali: capigruppo in Comune e Provincia, capi delegazione in Giunta, Consiglieri regionali, incaricati di Settore (Enti Locali per esempio), Segretari di Sezione, Consiglieri Regionali.
Tranne che, se uno chiede cosa ci facciano, allora, (seguendo i criteri enunciati) Botta e Morello, in risposta si vedono braccia allargate.
Ma non è questo il punto e bisogna andare con ordine, ora, ad esaminare l’Ordine del Giorno.
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Punto primo: tesseramento.
La componente ancora tiramaniana della Lega provinciale pare nutra dubbi che gli si vogliano segare i passaggi al grado di militante di alcuni loro tesserati.
Sarà vero, non sarà vero?
A tutta prima, il comune cittadino, sarebbe portato a rispondere con un franco: e chi se ne frega?!
Però, no, dài. Stiamo a vedere.
Secondo punto: si parla di Congresso?
Pare, al momento di no.
Anche perché il 2024 è vicino e si rinnoveranno sia i principali Comuni, sia il Capoluogo, ma soprattutto – di nuovo con voto a suffragio universale – anche la Provincia.
Se da Novara ed Alessandria lasciassero qui, tutti soli, Occhi Buoni ed il Conquistatore di Lenta, quelli di Fratelli d’Italia se li mangerebbero ciucciandoli come cozze, avendo poi cura di smaltire i gusci (valve) in modo corretto nel contenitore appropriato.
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Facili, dunque, i primi due punti.
Ora si va nel difficult.
Perché fonti solitamente bene informate dicono: ma sapete, Signori cari, che la (ormai famosa, quanto riservata) mozione di sfiducia nei confronti di Romano Lavarino, per cacciarlo dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Vercelli, non si riesce nemmeno a presentare?
Si badi: non diciamo a votare da parte di una maggioranza di Consiglieri.
No, neppure a presentarla, quando occorrono soltanto 11 firme di altrettanti Consiglieri Comunali.
Non ci sono nemmeno quelle.
Ma qui bisogna andare con ordine.
Ci vuole ancora un po’ di pazienza, prima di affrontare gli ultimi due punti, quelli che riguardano il Sagacissimo ed il Consigliere Comunale leghista Franco Vercellino.
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Dunque la mozione di sfiducia.
Abbiamo visto nella Trippa numero 899 – leggi qui –
che, vistosi ormai sgamato come quinta colonna dell’Onorevole emerito valsesiano e (quindi) ora come uovo di cuculo del Ghiottone (de)posto nel nido della Lega, il Luogotenente in congedo ha fatto su armi e bagagli ed è passato agli ordini dello stesso Ghiottone.
La cosa ha assai indispettito i leghisti, anche perché il Romano ha pensato bene di lasciare il Carroccio dove era stato eletto nel 2019, ma non il posto di Presidente del Consiglio Comunale, che frutta la bella cifretta di 3 mila euro lordi al mese.
E buttali via!
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Un partito in cui gli attributi fossero stati in corrispondenza del quadrante anatomico tradizionalmente preposto ad ospitarli, che avrebbe fatto?
Alcuni esempi possibili.
Il primo.
Avrebbe detto qualcosa come: guardate Signori cari della maggioranza (sarebbero gli “alletati” di Fratelli d’Italia e Forza Italia, ndr), sapete che c’è?
C’è che, se non vi arrangiate voi in qualche modo, a mandare a casa Lavarino dalla carica di Presidente, noi – per esempio – non vi votiamo il Bilancio, quindi a casa ci andate voi e, poi, in sovrammercato, ad ogni deliberazione un po’ critica, vi facciamo mancare i voti.
Discorsi ai quali il Pirata è aduso, perché sono un po’ gli stessi che pare si sia sentito pronunciare quando, volendo il tandem Ghiottone – Emerito, fare fuori Tascini, si sentì dire più o meno così: caro Pirata, se non togli le deleghe a Tascini,
la Lega non viene più né in Giunta, né in Consiglio – leggi qui – .
E il Pirata, come sappiamo, calò le brache.
Che – va detto per inciso – non calò, invece, mai, quando discorsi analoghi glieli fecero, a proposito di altri Assessori giubilandi, in rampa di lancio, calibri del tipo di Roberto Rosso o Gianluca Buonanno.
Il tempo passa per tutti.
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Ma torniamo a bomba.
Il secondo, tra gli esempi possibili.
Avrebbero, in alternativa, oppure preliminarmente, potuto dire: sapete che c’è?
C’è che adesso prepariamo noi (noi Lega) una bella mozione di sfiducia e poi chiediamo alle Opposizioni di firmarla tutti insieme e vediamo come va a finire.
E questa sarebbe stata una strategia minimale, ma concreta per tentare di porre rimedio al criptorchidismo che pare essere la dominante politica di quattro anni nella vita del gruppo leghista in Comune.
Invece, niente.
Anzi.
Hanno addirittura sperato che le castagne fossero tolte loro dal fuoco dalle Opposizioni, illudendosi che sarebbe stato possibile un siffatto discorso:
dapprima, le Opposizioni preparano la mozione di sfiducia.
E, poi, noi facciamo la faccia di quelli che sono stupìti: oppobbacco oppobbacco (come avrebbe detto Diego Abatantuono) le Opposizioni presentano la sfiducia?
E noi valutiamo se votarla o no.
Capito?
A questo punto – è notizia delle scorse ore – pare proprio che alcuni Consiglieri di Opposizione abbiano detto: ma perchè dobbiamo togliere noi le castagne dal fuoco alla Lega?
Noi firmiamo solo e se vediamo “prima” le firme della Lega.
Risultato: quindi, per ora, niente mozione di sfiducia a Lavarino.
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Riassumendo, quindi, i Consiglieri leghisti (nemmeno fossero come Enrico Letta, nella sapida caricatura che ne fa Crozza) né fanno rappresaglia per ottenere dai Fratelli e da Forza Italia la rimozione di Lavarino, ma nemmeno prendono un’iniziativa, mettono fuori la testa e, insomma, fanno qualcosa di politico.
Del resto, hanno passato tre ed ormai quasi quattro anni a mandare giù qualsiasi cosa, anche perché, non sempre e per tutti è il sacrificio è stato gratis.
Ad esempio: è stato proprio Dante a beneficiare del posto lasciato vuoto da Tascini.
E, forse non per caso, è ora proprio lo stesso Dante a frenare (dicunt) ogni azione che potrebbe manifestare (e recuperare) una pur tardiva e minima dignità politica da parte della Lega in Comune di Vercelli.
Intanto il ri-fondatore della lingua italiana sa bene che mai più potrà fare l’Assessore, con i 3 mila e rotti euro al mese che ora frutta l’incarico: meglio resistere ancora 14 mesetti, che tanto passano in fretta.
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Ed è proprio a questo punto che si porrebbe l’ulteriore argomento all’Ordine del Giorno di questa sera, quando sarebbero (dicunt) attese le voci di chi vorrebbe un passo indietro di Locarni:
Il Segretario Cittadino della Lega, infatti, come abbiamo visto, non soltanto non prende iniziative (in altri contesti, sarebbe proprio il Segretario politico ad andare a cercare i Consiglieri per la firma della sfiducia a Lavarino), ma pare proprio che stia frenando ogni azione fosse anche proposta (o coperta) dai vertici regionali, che fosse suscettibile di fare incavolare il Ghiottone, il Pirata e l’On. Emanuele Pozzolo.
E tutto ciò per non rischiare di perdere il posto di Assessore e gli euri correlati.
Del resto, quelli di Fratelli d’Italia lo avrebbero già detto: se belate un po’ più forte, vi facciamo saltare (a voi della Lega) un Assessore per mettere in Giunta Donatella Demichelis.
E, da quel momento, Dante pare abbia i sudori freddi.
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Ed ecco, dunque, l’ulteriore punto all’Ordine del Giorno.
Alcuni potrebbero dire, magari già questa sera: ma guardate, Signori cari, non vi sembra il caso che eleggiamo un nuovo Segretario politico cittadino?
Perché questo tende un po’ a fare la politica per la conservazione del suo posto (come tutti, peraltro), ma lui potrebbe tenere bloccata la linea politica del partito, proprio perché è il Segretario.
Se il discorso salterà fuori, vedremo come andrà a finire.
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Ed ecco il punto (l’ultimo, perché poi c’è gente che deve fare dei chilometri per tornare a casa) che riguarda (potrebbe riguardare) Vercellino ed il Sagacissimo.
A propositi dell’anziano Consigliere, per ora si sa solamente che sarà (potrebbe essere) il prossimo ad andarsene in Fratelli d’Italia.
Questa sera (inventiamo) l’alto consesso leghista potrebbe, ad esempio, stabilire di anticipare i tempi, mandando una mail al Ghiottone per dire di venirselo a prendere entro e non oltre una tal data?
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Resta il già citato nodo “Sagacissimo”.
Cosa ci stia a fare ancora nella Lega lo sa soltanto (forse) il Sommo Pontefice.
Ma pare che nessuno abbia la crudeltà di dirgli qualcosa che potrebbe suonare così: ma ci dici per cortesia quando te ne vai?
Cosa aspetti ancora?!
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Anche per “stanare” queste posizioni un po’ a bagnomaria, la soluzione potrebbe essere proprio quella di proporre ai Consiglieri Comunali residui della Lega, di presentare la mozione di sfiducia a Lavarino.
Si otterrebbero (forse) i seguenti risultati correlati.
Il primo: Locarni dovrebbe decidere tra la politica ed il posto.
Secondo: probabilmente Vercellino se ne andrebbe, e sarebbe comunque una cosa chiara.
Terzo: Simion deciderebbe a sua volta, assai probabilmente per il posto.
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Come finirà?
Deciderà il “Direttorio” di questa sera, convocato in Corso Fiume.
Le difficoltà del ricovero, la vita che diventa faticosa, anche le parole al telefono sono ormai gocce che esitano a fluire, eppure supera tutto la gioia del riconoscersi e parlarsi: questo è l’ultimo ricordo che conservo di Giorgio Milanolo, che espose in biblioteca a Varallo le sue microsculture: “creature” magiche con occhietti appuntiti, che sembrano ammonire gli umani a non pensarsi onnipotenti e padroni della terra, “Masche e folletti del bosco” in cui le radici prendono vita negli sferoblasti del bosco.
Giorgio Milanolo era di Roccapietra, amava ricordare i suoi sessantotto bollini di socio CAI e i quarant’anni di canto nel Coro Varade, sempre creativo, sperimentatore di nuovi “attrezzi” per scavare quei corpi di forma rotondeggiante, duri, che si trovano sulla superficie del tronco e di alcuni rami, antropomorfizzandoli.
Le micro-sculture di Giorgio, un regalo inatteso dei popolati boschi valsesiani, tornarono per popolare un Natale in Biblioteca, affascinando grandi e piccini, che sanno ancora stupirsi della vita segreta della natura.
In una targhetta di legno Giorgio, pirografò questa frase: “Il bosco è il luogo per ritrovare se stesso, spesso paradossalmente, perdendosi”, ora le sue ceneri saranno disperse fra gli alberi, secondo la sua volontà, là dove si percepisce il palpitare della vita segreta di un ambiente naturale appartato, ma non per questo ininfluente per le sorti del mondo.
Grazie Giorgio per quel tuo sguardo buono che sapeva sfumare il quotidiano, “zoomando” solo i particolari importanti.
Piera Mazzone
Redazione di Vercelli
Martedì 7 marzo dal Lions Club Valsesia è stata organizzata una serata per ascoltare l’imprenditrice Laura Brugo Ceriotti, Lion da tre generazioni, che ha parlato del suo ruolo di Direttore di Stabilimento nel settore risicolo.
“La riseria Ceriotti nacque nel febbraio del 1934: il bisnonno Giuseppe, Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto, affittò l’ex “Molino Gabbani” a Novara, dove rimase sino al 1941. Nel 1941 il “Molino Gabbani” fu venduto alla famiglia Ermenegildo Motta, che non estese più l’affitto ai Ceriotti, costringendoli allo sfratto. Lo scoppio della seconda guerra mondiale aggravò la già precaria situazione dovuta allo sfratto. L’attività di lavorazione del riso subì un brusco arresto che costrinse Giuseppe Ceriotti ad effettuare i trasporti in proprio, con l’aiuto del figlio Mario, allora quindicenne. Nel novembre del 1946 l’azienda si riattivò, grazie alla disponibilità in affitto del “Mulino e Riseria S. Marta”. La ditta rinacque con il nome di “Molino e Riseria Ceriotti Giuseppe”. Gli utili di quegli anni permisero l’acquisto di un terreno dove Giuseppe Ceriotti ed il figlio costruirono una nuova riseria:”Riseria Ceriotti Giuseppe & figlio”. Alla morte di Giuseppe Ceriotti, nel 1973, succedette il figlio Mario con la moglie Anselma Malandra e la ragione sociale fu modificata in “Riseria Ceriotti Mario”. Verso la fine degli anni Novanta fecero il loro ingresso in azienda Carla e Cecilia, figlie di Mario ed Anselma, inaugurando quindi la terza generazione. Cambiò anche il nome della ditta: prima Riseria Ceriotti spa, poi Riseria Ceriotti s.r.l. in seguito all’ampliamento del complesso industriale grazie all’acquisizione della società S.A.C.A.B. spa. Nel 2006 una quota di capitale venne ceduta a mio fratello Marco Brugo appena diciottenne e oggi Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Novara Vercelli Valsesia. Nel 2008, in piena crisi mondiale, il nonno prese una decisione coraggiosa decise di investire tutto il suo capitale per creare una batteria di trentatrè silos nuovi per stoccare diecimila tonnellate di riso alla volta”.
Laura entrò in azienda per caso, nell’estate 2015, appena morto il nonno, sostituendo una maternità, e cominciò a gestire i fornitori, e a operare nell’ambito finanziario, ma poi si “innamorò” dello stabilimento e di quel mondo vivace e “caotico”, affiancandosi all’allora direttore per due anni, prima di iniziare la sua carriera di vertice che l’appassiona e le permette di esplicare tutte le sue potenzialità.
“Cinque sono i passaggi importanti nella lavorazione dei risi: sbramatura, separazione del chicco dalla lolla, setacciatura per eliminare tutti i chicchi non maturi, sbiancatura o brillatura, la fase più importante e delicata, perché, contrariamente a quanto si potrebbe pensare il chicco di riso è molto fragile. Il quarto passaggio consiste nel rimuovere la farina che si produce nella sbiancatura, per arrivare quindi alla selezione con macchinari a sei canali, in grado di riconoscere tremila colori diversi. Il riso è quindi pronto per essere impacchettato”.
Nel suo racconto Laura ha sottolineato l’importanza dei valori lionistici che le furono instillati fin dall’infanzia: “Siamo un po’ Lions e un po’ imprenditori: io ho ereditato il testimone da mio padre, morto il 9 novembre 2021, due giorni dopo la Grande Panisciada, la paniscia solidale in piazza Duomo a Novara, evento inventato dal Lions Club Novara Ticino, patrocinato dal Comune di Novara ed organizzato con il supporto della riseria Ceriotti, il cui ricavato viene devoluto a favore dell’Ail, l’associazione italiana per la lotta contro le leucemie-linfomi e mieloma. Fui chiamata nel 2022 dal Presidente del Lions Club Novara Ticino, che mi accolse come socia, vincendo alcune resistenze sulla presenza femminile in un Club tradizionalmente maschile, e mi occupai, con lo stesso spirito di papà, della Panisciada che fu ancora una volta un vero successo”.
Alla relatrice sono state poste numerose domande sul futuro del riso con l’attuale carenza di acqua e sulla possibilità di avviare coltivazioni in asciutto.
Laura Brugo Ceriotti ha confermato che per quest’anno i risicoltori avranno a disposizione l’80% di acqua in meno rispetto all’anno precedente e ciò ha già indotto molti a non seminare.
La coltivazione in asciutto non è praticabile sul nostro territorio perchè il clima non ha un sufficiente grado di umidità.
Essendo la serata che precedeva la Festa della Donna inevitabile è stata la domanda sulle “quote rosa” nel riso: “Al vertice di riserie le donne sono davvero poche”.
Laura Brugo Ceriotti ha concluso dimostrando grande concretezza ed uno spiccato spirito imprenditoriale: “In Azienda trattiamo duecento varietà di riso, abbiamo conquistato il mercato internazionale (il 60 per cento della produzione è destinato all’export): il nostro riso è un prodotto certificato, con garanzie nell’uso di pesticidi che gli altri paesi non hanno, è un prodotto di qualità”.
Alla relatrice sono stati tributati molti applausi per la sua capacità di coinvolgere il pubblico, ma soprattutto per la tenacia, la determinazione e la passione dimostrate in un ruolo delicato ed importante come quello di Direttore di stabilimento.
Il prossimo appuntamento lionistico avrà come ospite l’architetto Angela Malosso, Vice presidente Fondazione Amici della Cattedrale di Novara dal 1996 e Membro dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) di Novara, che parlerà del progetto di restauro degli affreschi quattrocenteschi dell’oratorio di San Fabiano, edificio sacro di proprietà comunale, finanziato dal Lions con il Premio Muratore 2023.
Redazione di Vercelli
Gli atleti del Presidente Marinella Gibin, hanno iniziato la nuova stagione agonistica sui parquet dell’impianto sportivo di Novarello a Granozzo sul Monticello e del Pala Dal Lago di Novara, offrendo prove di gran valore nella prima tappa del Campionato Provinciale Fisr Vercelli.
Un campionato “importante” perché ritornato ad essere gestito senza restrizioni e in presenza di pubblico.
A conclusione delle danze obbligatorie e delle danze libere, prima parte della giornata di gara, le coppie Skating hanno conquistato 3 ori con gli atleti presentati in gara nelle categorie Divisione Nazionale A con Martina Michelone/Giulio Perucchini (A.s.d. Gioca Novara), nei D con Martina Vicini/Luca Sacconier e nei Giovanissimi con Adele Sciascia (A.s.d. Gioca Novara) /Federico Failla.
Gli atleti “danzerini”, han dimostrato sempre ottime impostazioni in questi impegnativi esercizi di scuola ed eleganza e creatività nei loro particolari programmi liberi, meritando ottimi punteggi.
Il pomeriggio di gara ha visto impegnati gli atleti nella gara di Solo Dance.
Ottima la prova di Martina Michelone che, nella Promo Cadetti, ottiene l’argento con due prove davvero solide sia nella danza obbligatoria che nel libero.
Grande la soddisfazione in casa Skating, che ha aperto da questa stagione un serio lavoro anche in questa specialità della Solo Dance e che, con i risultati visti in pista, continuerà a lavorare ancor più con serenità e determinazione anche in questo settore.
Un ringraziamento allo Staff Tecnico, che con impegno, passione e grande competenza segue i pattinatori Skating: Michela Pellò, Matteo Marinello, Marco Pecchioni, Martina Vicini.
Redazione di Vercelli
A Lucca, nella 2° Prova di Qualificazione nazionale di sciabola ai Campionati Italiani Assoluti, è arrivato il secondo posto del torinese Riccardo Nuccio, atleta delle Fiamme Oro.
Grandi soddisfazioni sono arrivate dalla spada, impegnata a Ciserano per la 2° Prova di qualifica ai Campionati Italiani Cadetti e Giovani.
Doppietta piemontese nella spada maschile Giovani, con Simone Mencarelli (Fiamme Oro e Ginnastica Victoria) primo e Marco Paganelli (Accademia Scherma Marchesa Torino) secondo.
Due atlete piemontesi sul podio anche nella gara femminile della stessa categoria con Gaia Caforio (Aeronautica Militare e Marchesa) seconda ed Eleonora Orso (Associazione Scherma Pro Vercelli) terza.
Tra i Cadetti terzo posto per Andrea D’Ippolito (Ginnastica Victoria) nella gara maschile, mentre in quella femminile il terzo gradino del podio è stato occupato da Federica Zogno (Ginnastica Victoria) e Isabella Torricelli (Pro Novara Scherma).
Tutti i risultati sono consultabili a questo link: https://www.4fence.it/FIS/index.php
Redazione di Vercelli