VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Prenderà il via lunedì 6 febbraio alle ore 9:30 presso la biblioteca di Grignasco un percorso di riflessione aperto ad amministratori ed operatori del settore volto ad esplorare le nuove potenzialità ed il ruolo delle biblioteche nel terzo millennio, in un contesto fortemente digitalizzato ed in continuo cambiamento.

Il ciclo, di quattro appuntamenti, è stato organizzato dalla Cooperativa Sociale di animazione Socio Culturale “Vedogiovane”, specializzata in gestione di servizi biblioteconomici e dal Comune di Grignasco (Assessorato alla Cultura), per mezzo della propria Biblioteca.

I temi che verranno affrontati sono di grande attualità, poiché pongono interrogativi sulla biblioteca del futuro.

Partendo dall’assioma che la biblioteca, tradizionalmente intesa come “scaffale di libri”, sempre più risulta lontana dai nuovi pubblici, la domanda di fondo è quali sia oggi la sua vision e quali gli strumenti per realizzarla.

Aiuta a comprendere il fenomeno in atto ampliare l’orizzonte di osservazione e confrontarsi con modelli di welfare ampliamente consolidati in ambito europeo e internazionale.

Pur non rinunciando al proprio ruolo di garante della memoria, la biblioteca dovrà sapersi trasformare da contenitore di libri a “piazza del sapere”, centro nel quale “accadono cose”, punto in cui le persone si incontrano, fanno nuove esperienze, conoscenze e tessono reti di relazioni; spazio nel quale si va per il piacere di impegnare il proprio tempo libero; in una parola: “terzo luogo”.

Non a caso, ospite d’eccezione e relatrice della seconda giornata del ciclo di incontri, prevista per mercoledì 8 marzo, sarà Antonella Agnoli, massima esperta italiana sul tema, consulente per la riqualificazione di importanti biblioteche ed autrice, tra gli altri, del volume “Le piazze del sapere”, caposaldo della letteratura internazionale su tema.

L’incontro a seguire sarà tenuto da Michele Marmo, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il quale approfondirà il tema del welfare culturale: un nuovo modello integrato di promozione del benessere e della salute degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale.

A conclusione del progetto, il 3 maggio, si darà spazio e voce a testimonianze di modelli realizzati da circuiti bibliotecari e culturali, che arricchiranno di spunti pratici di riflessione il percorso compiuto.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo

Nell’ambito dell’attività di controllo del territorio, nella giornata del 31 gennaio 2023, intorno 10:00 circa, su segnalazione della Sala Operativa, due equipaggi della Squadra Volante tempestivamente sono intervenuti presso un supermercato del centro cittadino dove un giovane ragazzo si era appena reso responsabile di un furto e che, al sopraggiungere degli Operatori, si stava dando alla fuga per sottrarsi al controllo di Polizia.

Gli Operatori hanno proceduto all’espletamento dei dovuti accertamenti e hanno rinvenuto, all’interno di uno zaino in possesso del ragazzo, numerose bottiglie di alcolici dal valore complessivo di 160 euro circa che, in seguito sono state riconsegnate all’avente diritto.

Il ragazzo, condotto presso gli Uffici della Questura, è stato denunciato in stato di libertà per il reato di furto.

Successivamente, alle ore 12:20 circa, due equipaggi della Squadra Volante, su comunicazione della locale Sala Operativa, sono intervenuti presso un secondo supermercato, dove due giovani ragazzi si stavano impossessando di numerose bottiglie di alcolici dal valore complessivo di 130 euro circa; i due, per assicurarsi la fuga, hanno aggredito il personale dell’esercizio commerciale che, accortosi di quanto stava accadendo, aveva tentato di fermarli.

All’arrivo degli Operatori, si è accertato che uno dei due giovani era lo stesso ragazzo che attimi prima era stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.

I due soggetti, alla vista dei poliziotti, hanno tentato di sottrarsi all’arresto, opponendo resistenza e manifestando un atteggiamento aggressivo e violento, hanno sferrato calci e pugni verso l’indirizzo degli Operatori di Polizia.

Questi ultimi prontamente hanno bloccato i due giovani ragazzi, riuscendo ad immobilizzarli e a porli in una condizione di sicurezza.

Successivamente, con non poca fatica, i due individui sono stati condotti presso gli Uffici della Questura dove, in preda ad uno stato di continua ed incontrollata agitazione, è giunto il personale sanitario del 118 che li ha sottoposti a visita.

I due soggetti sono stati, pertanto, tratti in arresto per rapina impropria e per resistenza a un Pubblico Ufficiale ed associati presso il Carcere di Vercelli a disposizione dell’A.G.

 

Redazione di Vercelli

 

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Mercoledì 1 febbraio la sede di C.so Italia dell’I.I.S. Lagrangia ha aperto le porte Istituti, Accademie ed Enti che hanno incontrato gli studenti di 4ª e 5ª per proporre le loro offerte formative post-Maturità.

In una sorta di “fiera delle idee”, gli studenti hanno potuto confrontarsi con prospettive tra le più disparate, anche solo per la curiosità di conoscere cosa offre il mondo della formazione e verso quali scelte universitarie o professionali indirizzarsi.

Più di venti gli stand allestiti nei vari spazi e nelle aule di c.so Italia, evidente la ricerca di confronto da parte dei prossimi maturandi, ma poco lo smarrimento di fronte alla vastità delle offerte: perché?

Forse perché i nostri giovani sono mediamente più motivati, decisi e orientati verso il futuro di quanto in genere ci si aspetti, come ha ben dimostrato un campione di studenti di tutti gli indirizzi liceali che si è sottoposto ad un’intervista volta a “stanarli” sulla loro percezione di futuro…

E, come si vede, non si può parlare di certo di idee confuse.

C’è chi, come Ines Salis (V Classico), Caterina Santarella (IV Classico) e Yarina Dragun (V Linguistico), è orientato verso la Facoltà di Medicina per coronare una passione nata fin dall’infanzia. Tra il sogno e la sua realizzazione si materializza, però, il timore del Test di ingresso: “Per gli studenti di materie umanistiche può essere più facile l’approccio alle competenze previste dai test – sottolinea Caterinama resta comunque il dubbio sulla completezza delle conoscenze, più approfondite per studenti di indirizzo scientifico”.

Un po’ polemica sul principio dell’accesso selettivo è Ines, sostenuta anche da Yarina, che vivrebbe come una sorta di fallimento il mancato superamento del test.

Tutte, però, hanno un piano B, a patto di non rinunciare del tutto alla cura delle persone che, dice la stessa Yarina, “È un mio valore, innato fin dall’infanzia”.

C’è chi ha già provato esperienze di vita o di formazione all’estero ed è fuori dall’Italia che vede il suo futuro: è il caso di Federico Portalupi (4ª Linguistico), di Chiara Balocco (5ª LES) e di Nikolina Kotromanovic (5ª Artistico).

Il primo sogna una vita libera in cui, in virtù delle lingue conosciute, gli sia consentito viaggiare e possibilmente guadagnarsi da vivere grazie alla sua personale passione per i cocktails e il lavoro del barman.

Chiara, dopo aver studiato negli USA per quasi un anno, ha consolidato la sua passione per le discipline economiche e la green economy che spera di poter approfondire in una facoltà autorevole come Bologna.

Come lei, Nikolina sogna di uscire dall’orizzonte ristretto del Vercellese per coronare il suo sogno di diventare regista e di riuscire a comunicare emozioni attraverso l’immagine in movimento.

Dopo il Liceo Artistico, anche Hannah Aschei, di 5ª, vede il proprio futuro nella fotografia, una passione che nutre fin da bambina grazie al padre: “Purtroppo – dice – nel percorso formativo del Liceo Artistico, si è un po’ ancorati alle forme d’espressione tradizionali, pittura e scultura, mentre poco si approfondiscono le più moderne arti visive che sono invece un ottimo investimento per il futuro della comunicazione, artistica e non”.

Dal Liceo Musicale fioriscono idee altrettanto chiare: Emma Andolina, di 4ª, sogna di approfondire lo studio della Storia della Musica, e magari di diventarne insegnante: tutto merito della passione appresa dai suoi, di insegnanti.

Tancredi Sferrazza, di 5ª, si vede, invece, saxofonista jazz, disciplina che imparato ad amare grazie ai laboratori e che intende approfondire in Conservatorio: “Purtroppo – sostiene – il Liceo Musicale è tutto orientato sulla musica classica e le esperienze più moderne sono relegate ai progetti di musica d’insieme e ai laboratori extra-curricolari, che bastano, comunque, per fornire spunti e far germogliare passioni”.

Anche le esperienze della tanto deprecata “alternanza scuola-lavoro” possono fornire spunti di orientamento post-diploma, come nel caso di Giorgia D’Amico (5ª LES) che, grazie alla sua collaborazione in uno studio notarile, si proietterà verso studi giuridici o verso l’economia d’impresa, allontanandosi un po’ dalle discipline prettamente sociali previste dal suo indirizzo di studio.

Alla domanda se qualcuno avesse in prospettiva una professione nell’ambito della stampa o della comunicazione, si è alzata la sola mano di Hiba Mijd, di 5ª Scienze Umane: “Anch’io vorrei uscire da Vercelli e andare a studiare Comunicazione almeno a Torino o a Milano. Il mio sogno è diventare una scrittrice”.

Insomma, sono tutt’altro che passivi ed acquiescenti i futuri maturandi: appaiono ben consapevoli dei pregi e dei difetti dei percorsi scolastici che stanno portando a termine; hanno imparato a recepire da essi spunti utili come basi per il loro futuro; sono consapevoli delle fatiche, di studio ed economiche, che dovranno affrontare; ma non per questo paiono disposti a sotterrare i loro sogni.

Buona vita, allora!

Redazione di Vercelli

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La Sanremese con 52 punti occupa la seconda posizione in classifica, inseguendo il Sestri Levante a meno 5.

I liguri sono la squadra che ha perso meno (2 partite), vantano il miglior attacco (44 gol segnati) e la quarta miglior difesa (21 reti incassate).

La squadra arriva da 5 vittorie di fila e non subisce gol da 7 turni.

Il modulo di gioco è il 4-3-3.

In porta c’è il classe 2004, scuola Benevento, Clemente Tartaro.

In difesa spazio a: Simone Bregliano (1989, ex Argentina), Vladimir Mikhaylovskiy (1989, ex Gozzano, 1 gol in campionato), Lorenzo Bechini (2001, ex Real Forte, 1 rete) e Youssef Nouri (2001, ex Casale).

In mediana si schierano: Alfred Owusu (2004, scuola Bologna), Simone Giacchino (2003, ex Piacenza) e Roberto Maglione (2002, scuola Genoa, 2 gol).

Il tridente è formato da: Alessaio Rizzo (1998, ex Borgosesia, 5 reti), Sebastiano Aperi (1992, ex Vado, 10 gol) e Giorgio Gagliardi (1994, ex Vado, 7 reti).

 

Redazione di Vercelli

 

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Provincia di Vercelli

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Una delle più gravi insidie, forse la più grande nel mondo di oggi, un motivo pericoloso di “inciampo” è proprio l’assuefazione, la nostra incapacità di “scandalizzarci” ancora.

Se pensiamo alla radice etimologica della parola “scandalo”, appunto “inciampo”, appare ancor più chiara la ragione che può avere sospinto l’iniziativa della Presidente della Comunità ebraica di Vercelli, Prof. Rossella Bottini Treves, alla ricerca di un modo per comunicare, che recasse con sé tutta l’eloquenza di un alto valore simbolico, ma – è il caso di dirlo – stando con i “piedi per terra”: perché stia ogni giorno lì, sulla nostra strada, sulle strade della nostra vita, dei percorsi delle comunità, ad interpellarci.

Pietre d’inciampo, lungo le nostre strade, strade che i nostri passi percorrono ogni giorno.

Ci parlano senza provocazioni, ma anche senza sconti: io sono la pietra che divide la vicenda umana tra un “prima” e un “dopo”.

Prima e dopo la shoah, prima e dopo i campi di sterminio, prima e dopo l’olocausto di vite innocenti, prima e dopo l’abisso che mai sarebbe stato possibile senza il consenso, la complicità dei popoli. Delle maggioranze. Del conformismo, della ragion di Stato.

Della stessa “Scienza” che certificava la diversità ed inferiorità della razza ebraica, legittimando, poi, ulteriori e coevi orrori come “Lebensborn”.

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Così, le tre pietre “d’inciampo” dedicate alla famiglia Jona (Regina, Enrichetta e Felice), poste a pochi passi dalla Sinagoga di Via Foa (di fronte al Civico 58) e quella, invece, alla memoria dell’Ing. Giuseppe Emanuele Leblis (tra pochi giorni, il 6 febbraio, l’anniversario del suo assassinio, nel 1944), siano ancora oggi motivo per noi di “scandalo”, semmai pensassimo che le tragedie di altri uomini e donne non ci riguardassero, se ci illudessimo di eluderne le responsabilità, se cercassimo di non ascoltare l’esigente richiamo per un nostro, non importa se piccolo, contributo al contrasto di ogni sopraffazione, umiliazione e violenza, di ogni riduzione di qualsiasi uomo e donna ad una condizione meno umana.

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Dopo l’intervento della Prof. Treves e quelli istituzionali (integrale quello della Presidente nel video che abbiamo messo a repertorio) è stata posta una corona d’alloro ai piedi della lapide che, nel patio della Sinagoga di Via Foa, ricorda gli ebrei vercellesi deportati e morti nei campi di sterminio.

Un gesto compiuto, a nome di tutti gli studenti vercellesi, da Alberto Caligaris e Federica Caramanna, rispettivamente Presidente e Vice Presidente della Consulta degli Studenti di Vercelli. Con loro gli altri componenti dell’organismo di partecipazione: Sara Capitaneo, Mariachiara Mosca, Jacopo Negro, Monia Capogreco.

La partecipazione di una vasta rappresentanza di ragazzi e ragazze a questo giorno della memoria, il 27 gennaio scorso a Vercelli, ha dato un segnale di speranza, anche grazie alle forme nelle quali si è proposta.

Piace soprattutto ricordare il contributo di due studenti del Liceo Musicale Lagrangia, che hanno eseguito, nella traduzione per fiati, due brani, rispettivamente di Antonio Vivaldi e di John Williams.

Si tratta di Samuel Perinotto e Pietro Givonetti; li ascoltiamo nel video che, insieme a quello di cui meglio diremo tra poche righe, documenta questa giornata.

E forse è proprio la testimonianza di questi ragazzi, che si preparano a diventare Artisti, elemento di consolazione e speranza: perché la cultura e la cultura del bello, di ciò che è buono per lo spirito, è una strada sicura, se non la strada maestra, per scongiurare il ritorno dell’umanità nell’abisso della barbarie.

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Proprio a proposito di una edificante unione tra memoria e cultura, la seconda parte della giornata ha visto un altro momento, semplice ed efficace, vissuto con grande partecipazione, soprattutto da giovani e bambini.

L’Associazione Janusz Korczak di Vercelli, presieduta dalla Signora Mirella Carpanese, sempre generosamente impegnata nella ricerca di nuove e coinvolgenti iniziative, ha offerto un concerto nella sede e con la collaborazione del Coro Lirico Giovan Battista Viotti, in Via Garrone.

Un concerto che è stato una vera e propria gemma preziosa, anche perché ha dato modo – come ha ben illustrato la Presidente del Coro, Prof. Stefania Bellini – di ascoltare (come assai di rado avviene nel nostro Paese), i “Lieders aus dem ghetto” di Richard Rudolf Klein, nell’esecuzione degli Artisti il baritono Franco Celio Cioli, accompagnato al pianoforte da Marta Conte.

Siamo lieti di offrire qui in video, prodotto dalla stessa Associazione Korczak, l’integrale di questo pomeriggio, insieme alla gallery.

Buona visione e buon ascolto.

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Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, istituito dal Parlamento italiano con la legge n.211 del 20 luglio 2000, quindi ratificato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1° novembre 2055.

La data è stata scelta nel ricordo dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, che pose fine alla Shoah, lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico, per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Sono trascorsi quasi 23 anni dall’emanazione di quella legge ed oggi, 27 gennaio 2023, all’Istituto Superiore Lagrangia di Vercelli, la classe V A e IV B del Liceo Economico-Sociale insieme ai suoi docenti rende onore e non dimentica.

Con noi c’è il professor Alberto Lovatto, ex insegnante e dirigente ma anche scrittore e ricercatore dell’Istituto per la Resistenza e la Società Contemporanea nel Biellese nel Vercellese e in Valsesia.  Ripercorriamo con lui un capitolo devastante della Storia che, come ripete più volte, “dobbiamo conoscere e ricordare”: la deportazione a Vercelli e nel Vercellese.

Durante la conferenza ci sembra di tornare indietro nel tempo e il professore si sofferma sul significato della data scelta per il Giorno della Memoria: prima di arrivare a definire il disegno di legge 211, si è a lungo dibattuto su quale dovesse essere considerata la data simbolica di riferimento.

Erano emerse in particolare due opzioni: il 16-17-18 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma, giorno in cui oltre mille cittadini italiani di religione ebraica furono catturati e deportati dall’Italia ad Auschwitz, o il 5 maggio, anniversario della liberazione di Mauthausen, per ricordare la storia dell’antifascismo e delle deportazioni politiche in Italia.

Infine si è optato per il simbolo universale della tragedia ebraica durante la seconda guerra mondiale cioè il giorno della liberazione di Auschwitz, da parte dell’esercito sovietico, avvenuta appunto il 27 gennaio 1945.

Il professor Lovatto ricorda che sono più di 38.994 i deportati italiani di religione ebraica, tra loro anche ebrei stranieri che si trovavano in Italia temporaneamente, e 23.826 perché oppositori al regime fascista.

Ci racconta che sono moltissimi i vercellesi, i biellesi, i valsesiani deportati nei lager nazisti e si è soffermato sulla storia di alcune di queste famiglie.

Ci mostra le fotografie di alcune giovani donne, vediamo i loro volti sorridenti, riusciamo ad immaginarci le vite che conducevano e le speranze che portavano nel cuore.

Ma quelle speranze vengono infrante di lì a poco.

Dei 605 deportati da Vercelli a Milano faranno ritorno in 20.

Per farci capire meglio la portata di questa tragedia si sofferma solo su alcuni casi specifici: perché dal ‘particolare’ noi si possa imparare l’ ‘universale’

Osserviamo la fotografia di Delia Segre, una bella signora vercellese di religione ebraica.

Tutti i suoi parenti scappano prima dell’8 settembre del 1943, ma lei conosce il tedesco, forse si sente sicura di questo, così resta a Vercelli, ma pochi giorni dopo viene arrestata, condotta prima nel carcere di Torino, poi in quello di Milano ed infine deportata ad Auschwitz.

Da quel luogo di devastazione non farà più ritorno.

Alle vercellesi Annetta Segre e Enrichetta Jona tocca la stessa terribile sorte, saranno deportate e non sopravviveranno, come molti altri della loro Comunità, quasi tutti.

Anche a Biella e nei paesi vicini i rastrellamenti sono numerosi, così vengono arrestate e deportate “nella fabbrica della morte” Lina Zargani ed Elvira Vitale.

Leone Lattes, torinese, tenta di scappare, fugge in Valsesia, ma viene arrestato a Ronco Biellese nel 1943, è deportato ad Auschwitz, non sopravviverà.

Il professore ci racconta di Vittorino Novelli, un ragazzo di Postua, che viene arrestato durante un rastrellamento, prima viene condotto nel carcere di Biella e poi trasferito in quello di Torino, sarà deportato a Mauthausen, è uno dei pochi sopravvissuti.

“Per comprendere la complessità di questo evento storico così disumano bisogna soffermarsi e riflettere, analizzare” è su questo che insiste Lovatto durante la conferenza.

Le sue affermazioni ci ricordano le parole di Liliana Segre, ma anche quelle di Elisa Springer, scrittrice e superstite dell’Olocausto: “Oggi più che mai, è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano: è l’unico modo per sperare che quell’indicibile orrore non si ripeta, è l’unico modo per farci uscire dall’oscurità”.

Per capire, per ricordare e non dimenticare – continua il professor Lovatto dobbiamo essere come Odisseo o come Daniel Mendelsohn, autore de “I sopravvissuti” che ha cercato «i “suoi” sei parenti tra i sei milioni di scomparsi». Perché Mendelssohn un giorno decide di saperne di più sulla sparizione di un ramo della famiglia completamente inghiottito dalla macchina dello sterminio nazista. Dei suoi famigliari restano solo fotografie sbiadite, nomi riportati in qualche elenco, ma quello di cui si fa carico Mendelsohn – ci spiega il nostro relatore – non è solo un viaggio della memoria, è una vera e propria Odissea, un ritorno alle proprie radici, là dove le radici sono state brutalmente strappate, dove un intero popolo, con la sua lingua, le sue tradizioni, i suoi villaggi, è stato annientato come non fosse mai esistito”.

Queste parole ci colpiscono profondamente e ci permettono di capire cosa significhi quando si parla di “dovere” della memoria.

Siamo noi, nuove generazioni, che dobbiamo ricercare in noi stessi quella stessa “sete di conoscenza” che hanno avuto Odisseo e Mendelsohn.

Non fate scendere l’oblio su questo tratto di Storia”, ci esorta lo scrittore, perché il 27 gennaio deve essere un giorno che ricordi la vita di persone innocenti, quella vita che l’odio ha voluto cancellare, ma che noi non smetteremo di raccontare”.

Ringraziamo il professor Lovatto per averci permesso di conoscere, più da vicino, le vite di questi nostri concittadini e per averci esortato a non dimenticare.

Grazie alla nostra insegnante di lettere e storia, la professoressa Elisabetta Dellavalle, al nostro Dirigente Giuseppe Graziano e all’ISTORBiVE che hanno permesso questo importante incontro.

Lorenzo Pes a nome delle alunne e degli alunni della V A e la IV B del Liceo Economico – Sociale dell’Istituto Superiore L. Lagrangia di Vercelli

Redazione di Vercelli

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Una grande disgrazia a Trino, oggi 2 febbraio.

Gianni Terzolo non c’è più.

Una notizia che ha gettato la città nello sconforto: aveva tanti amici ed era davvero stimato da tutti.

Non soltanto nel mondo sportivo (era Vice Presidente di Lg Trino), ma anche in quello professionale: aveva lavorato in anni giovanili e fino alla maturità in una grande Banca nazionale, per poi dedicarsi alla consulenza finanziaria nelle reti di vendita, negli Anni ’80.

Ora, all’età di 73 anni (era nato il 12 maggio 1949), si godeva la meritata pensione, dedicandosi alle sue passioni: la Juventus ed il gioco delle bocce, che praticava con gli amici al campo di San Michele in Insula, nei pressi della sua abitazione.

Stava combattendo con grande dignità e coraggio contro una impietosa malattia, alla quale,  infine, oggi si è arreso.

Alla famiglia le sincere ed affettuose condoglianze di VercelliOggi.it alla famiglia e soprattutto alla moglie Signora Ornella, che l’ha amorevolmente assistito fino alle fine, sopraggiunta nella mattinata di oggi, in abitazione.

Il Santo Rosario in suffragio di Gianni si pregherà domani, venerdì 3 febbraio, ad ore 17,30, nella Chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo, a Trino; mentre le Esequie si celebreranno il successivo sabato 4 febbraio, ad ore 15, nella stessa Chiesa.

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(Stefano Di Tano, per Vercelli Oggi)  –  E’ partito nei giorni scorsi l’auspicato progetto “RiconNEETersi” nella sua Terza Fase come era stato ufficialmente annunciato qualche tempo fa nel corso di una interessante conferenza stampa tenutasi presso la Sala dei Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli.

In quella occasione i rappresentanti delle varie Associazioni organizzatrici dell’iniziativa culturale, economica e sociale, hanno dato ampia notizia della nuova strategia che sarà messa in atto dai Gruppi di Lavoro organizzati per sostenere quel notevole comparto giovanile  che cerca nuove opportunità di crescita personale.

Tutto ciò deve avvenire nonostante la vita di questi soggetti fragili sia condizionata da fattori collegati all’ autismo, una condizione che li ha tenuti lontani dal lavoro e molto spesso anche dalla società.

La conferenza ha avuto inizio con le considerazioni sull’attualità sociale e scolastica dei giovani facendo riferimento geografico al Vercellese, Città e Provincia, tema sul quale ha anche portato il suo contributo l’avv. Aldo Casalini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli uno dei sostenitori materiali del Progetto RiconNEETtersi, insieme ad ASCOM Vercelli,  e Fondazione Valsesia Onlus per l’Autismo.

Gli interventi sono stati seguiti con molta attenzione dai giornaliati vercellesi ed altri responsabili delle Associazioni e delegazioni provinciali e novaresi.

Hanno parlato la dott.sa  Emilia Caizzo, ricercatrice per l’Assoc. InCreaSe, la dott.sa Francesca De Bernardi, presidente dell’Assoc. Enrico Micheli Onlus, ed educatrice professionale sanitaria, la dott.sa Laura Cerra, per la Fondazione C.R. Valsesia Onlus,  sugli argomenti programmati dal prof. Guido LAZZARINI dell’Università di Torino, che partono dalle “buone pratiche per giovani che vivono un cortocircuito sociale” articolate su “sostenibilità, innovazione, legami, dinamiche sociali, promosse anche dall’Assoc. A.N.G.S.A Novara Vercelli (del 2000) con scopi di sensibilizzazione del territorio;  ma anche per la creazione di un punto di riferimento per le famiglie che vivono la realtà del disagio provocato dalla malattia che ha colpito i loro giovani.

Era presente in sala il Presid. di ANGSA Novara- Vercelli Onlus, Sig.ra  Priscilla Beyersdorf Pasino che ha portato il saluto dei componenti il direttivo della Associazione.

I corsi vengono tenuti peresso la Sede di ASCOM VERCELLI con ingresso da Via F.lli Laviny 27 – Sala Biginelli – con questo calendario:

27 Gennaio  prof. Guido Lazzarini;

28 Gennaio dott. A. Karamani;

10 Febbraio, ore 17 – dott.sa A. Karamani;

11 Febbraio  ore. 9,00  Dott. R. Cardaci;

24 Febbraio, ore. 17  dott.sa A. Grimaldi;

25 Febbraio Dott. A.  Medri;

10 Marzo, ore.17 dott. A. Grimaldi;

11 Marzo ore 9,00 e ore 14,00  Dott.sa E. Caizzo, Dott.sa A. Forte,  Dott. A. Medri.

 

 

 

Redazione di Vercelli

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(Stefano Di Tano, per Vercelli Oggi, 1 febbraio 2023) – Diciamo la verità: cadere dalla finestra fa male, ma precipitare da uno sgabello è ancora più triste e doloroso.

Questa è la sensazione provata mercoledì sera dai molti tifosi della Pro Vercelli ancora caldi di emozione per la prestigiosa vincita di domenica ottenuta sulla solida ma infruttuosa formazione azzurra novarese.

La speranza di un bel risultato, sì, ma non abbiamo fatto i conti con le partenze di tre nostri “pilastri” che si sono frettolosamente accasati in altri club.

L’allenatore Massimo Paci ha dovuto fare di sofferenza “virtù” mettendo in campo, con qualche errore di troppo una scompaginata truppa con la quale era difficile raccapezzarsi fin dalla metà del primo tempo.

Ovvio che i biancoblù bustocchi hanno capito subito che le maglie bianche avevano perso il filo di lana che le univa, e che in breve questo filo si sarebbe strappato.

Hanno messo in campo tutto il loro spago, e finalmente hanno ricevuto la prima soddisfazione, giunta non per loro merito, ma per uno spensierato passaggio ai limiti dell’area del nostro Anastasio che metteva in grave difficoltà il portiere Matteo Rizzo.

Lo sbandamento di un attimo, e il pallone entrava crudelmente nella rete nonostante un disperato tentativo di un difensore per arginare il guaio compiuto da parte di un difensore.

Fino a quel momento la partita era incerta, ma perfin troppo chiara era la mancanza di un filo conduttore nelle trame dei bianchi dove le giocate a vuoto si ripetevano ad ogni tentativo di concretizzare l’azione.

Un oscurato Comi privo di partner giusti in attacco, evidenziava la difficoltà di mettere palloni alle spalle di Del Favero, rari quelli giocabili in area da parte di Vergara, o Iotti, o Clemente.

Tutto inutile. Solo una lunga rete di passaggi, quasi sempre interrotti dal gioco duro degli avversari, un paio di tiri sul coriacero portiere bustocco, e niente più.

Nel secondo tempo, la melanconica rappresentazione non è cambiata sono, anche se sono entrate in campo nuove “forze” (si fa per dire) che non hanno portato  benefici al gioco ed al risultato.

Nicholas Rizzo (n. di maglia 31) cerca di arrangiarsi a smistare qualche pallone in avanti, ma è ancora fuori livella, come il nuovo compagno Laribi sul quale sono appoggiate timide speranze;  ma per il momento la nebbia è profonda, come sono deboli anche le mosse che partono da Corradini, Vergara, Saco (inconcludente), e gli estremi tentativi di Gianmario Comi tenuto stretto dai guardiani incollati ai suoi fianchi.

Per rincarare la dose negativa, aggiungiamo un pazzesco svarione arbitrale del guardalinee Fumarulo, che mette drammaticamente in facile posizione di tiro l’arrembante Piu che spara a colpo sicuro sulla sinistra del nostro Rizzo gonfiando la rete del 2 a zero.

Ancora qualche minuto di sofferenza, e arriviamo alla fine della gara diretta da Rinaldi di Bassano che ha distribuito ben 9 cartellini gialli per altrettanti momenti di scontro tra i giocatori.

A fine partita, l’allenatore Paci ha riconosciuto in conferenza stampa la mancanza di concentrazione di alcuni giocatori e la dispersione del lavoro sul campo dovuta a cause non imputabili al tipo di formazione ma alla poca sinergia sui collegamenti.

L’impressione comune, invece considera che l’impostazione della partita sia stata completamente discutibile sul piano tecnico e tattico.

Lo stop procurato dalla sconfitta purtroppo può avere delle riflessioni gravi sul proseguimento della fase costruttiva intorno ai progetti della Società e le speranze dei tifosi e degli sponsor.

Formazione Pro Vercelli: Matteo Rizzo (n. 12), Corradini, Emmanuello, Nicholas Rizzo (n. 31), Iotti, Clemente, Comi, Vergara, Saco, Anastasio, Cristini; Subentrati II° tempo: Laribi, Iezzi, Guindo, Arrighini.

Redazione di Vercelli

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Riceviamo e pubblichiamo

Nel nostro territorio ci sono molti SIC e  Zone Speciali di Conservazione di interesse comunitario appartenenti alla Rete Natura 2000 (ad esempio i Laghi d’Ivrea, lo stagno di Settimo Rottaro, la garzaia di Carisio, la Bessa, La Valsessera, la Baraggia)  ma nella giornata di oggi vorremmo che si ponesse la dovuta attenzione sull’aree del Lago di Viverone, del Lago di Bertignano e degli stagni di Roppolo.

Su queste aree, in particolare, grava la minaccia di una nuova pressione antropica, la realizzazione di un impianto per l’incenerimento di rifiuti a Cavaglià, il cui progetto è  in fase di Valutazione Impatto Ambientale presso la Provincia di Biella.

Le associazioni ambientaliste sottolineano l’importanza della difesa della biodiversità e delle peculiarità di queste zone umide, soprattutto per il loro ruolo nella mitigazione locale degli effetti dei cambiamenti climatici.

L’Anfiteatro Morenico, la Serra d’Ivrea e il basso Biellese sono aree importanti dal punto di vista naturalistico per molte ragioni, non ultima la presenza delle zone umide sopra richiamate.

La Giornata Mondiale delle Zone Umide si celebra per ricordare la firma, avvenuta nel 1971, della Convenzione di Ramsar sulle zone umide di importanza internazionale.

La Convenzione di Ramsar è lo strumento che fornisce ai 170 Paesi firmatari le Linee Guida per la conservazione e l’uso razionale di queste aree e delle loro risorse, ed è l’unico trattato internazionale sull’ambiente che si occupa di questi particolari ecosistemi che, oltre ad accogliere e conservare una ricca diversità biologica di piante, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, garantiscono ingenti risorse di acqua e cibo e altri servizi ecosistemici, svolgendo una funzione fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici.

Non solo è prioritario incrementare il numero e la dimensione delle zone umide, ma è necessario salvaguardare le aree esistenti da ulteriori pressioni.

Nel nostro caso salvaguardare le aree umide di Viverone, Bertignano e Roppolo dalle emissioni del proposto, e molto prossimo, termovalorizzatore di Cavaglià.

Il Polo Tecnologico di A2A per il trattamento dei rifiuti non è molto distante dalle tre aree umide e i due SIC/ZPS, poco più di 5 km dal Lago di Viverone e meno di 5 km dallo stagno di Pioglio.

Il Polo Tecnologico è ubicato in Valledora, un’area già ampiamente sfruttata e degradata per via dell’elevata concentrazione di cave, discariche e impianti tecnologici, ove si sono già riscontrati gravi danni ambientali e paesaggistici.

A questo già critico contesto A2A, la Life company lombarda, intende aggiungere un inceneritore per rifiuti speciali non pericolosi. Aveva appena ritirato, nel settembre scorso, un progetto per bruciare rifiuti speciali non pericolosi, compresi quelli provenienti dal ciclo dei RSU, e ne ha ripresentato un altro a fine dicembre, praticamente una fotocopia del precedente, modificando minimamente la localizzazione, escludendo la provenienza di rifiuti speciali dal ciclo dei RSU ma  permanendo nelle stesse previsioni dimensionali: 280.000 tonnellate di rifiuti annui in ingresso: un mega impianto

Ci stiamo preparando per leggere bene la proposta e presentare le nostre osservazioni – dichiara Alba Riva del Movimento Valledora – ma non possiamo non far notare, nella giornata mondiale delle zone umide, che le normative Regionali anche più recenti nel merito dell’individuazione dei siti dove insediare tali impianti, ha un approccio decisamente cautelativo rispetto a aree a forte valenza ecologica e naturale come quella di Bertignano e Viverone, per di più riconosciute come Siti di Interesse Comunitario”.

La siccità, la carenza di acqua e lo sfruttamento dell’uomo stanno già mettendo a dura prova la flora e la fauna dell’area, che presenta caratteristiche e peculiarità uniche come la presenza del rospo in via di estinzione Pelobate fosco, non ci pare proprio il caso di costruire un inceneritore a così poca distanza.

Legambiente Circolo Tavo Burat

Legambiente Circolo Dora Baltea

Movimento Valledora

Associazione Semi di Serra

Movimento Lento

Redazione di Vercelli

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