Mese: Febbraio 2023
Dopo il grande successo della presentazione di Torino, venerdì 3 marzo alle ore 21 presso Tenuta Aranuova, Cascina Aranuova Vercelli, Gabriele Merlo, Coordinatore Nazionale Guardie Zoofile Leidaa e animalista con oltre 30 anni di esperienza in Italia e all’estero, presenta Salva una vita, il libro sull’animalismo e i suoi segreti, un libro mai scritto fino ad oggi.
Evento organizzato da Leidaa Vercelli presidente nazionale, On. Michela Vittoria Brambilla.
Seguirà buffet.
LEIDAA sez. di Vercelli cell 3760339964
Redazione di Vercell
(jurij ferrini) – Dopo il successo di “Sogno di una notte di mezza estate”, non potevo resistere alla tentazione di rileggere e ripercorrere tutte le opere di Shakespeare, in cerca di quella che maggiormente avevo necessità di raccontare al pubblico.
E al contempo nutrivo un’autentica necessità di lavorare con lo stesso meraviglioso ensemble che si è creato per il Sogno…, un gruppo affiatato, intelligente e pieno di talento.
Mentre cercavo per il prossimo triennio una trilogia Shakespeariana è arrivata la proposta del direttore del Teatro Stabile di Torino di sostenere una nostra produzione.
Infine, ho sentito il forte impulso di dirigere ed interpretare Otello.
La mia idea è piaciuta alla direzione del Teatro Stabile di Torino e insieme la stiamo realizzando.
Una premessa importante: quando allestimmo il Sogno di una notte di mezza estate, l’idea – di per sé non sicuramente originale – di far interpretare la parte di Puck a Rebecca Rossetti, ha sortito da subito il mio desiderio di toccare un tema tanto importante quanto spinoso: le donne hanno – è risaputo – nel teatro classico, un numero di ruoli significativi di gran lunga inferiore rispetto agli uomini.
Non volevamo perdere la stessa squadra affiatata che aveva così ben realizzato (recensioni e pubblico lo avevano decretato fin dalla versione estiva dello spettacolo), il successo di un vero ensemble dove si è apprezzato l’insieme e non il singolo, dovevamo escogitare qualcosa: serviva un uomo in più e una donna di meno.
Ricordo che uno dei giorni seguenti ci fu un ennesimo ed odioso episodio di bullismo a sfondo sessuale, e in quel momento ho chiesto a Rebecca di interpretare Iago.
Era perfetta per il progetto che ho in mente.
Uno Iago molto androgino – una sorta di Jim Morrison – che compie la sua distruzione ed autodistruzione per semplice, disarmante disprezzo per la vita.
Ma c’è di più: sottrarre rilevanza al genere di chi interpreta un ruolo, oltre ad avere l’immediato risultato di non smarrire o disperdere l’affiatamento della compagnia, presenta anche una considerazione secondaria, ma non meno importante ossia quella di rappresentare una scelta significativa nei confronti del tema della differenza di genere; tema in continuo movimento e di stringente attualità.
Quando leggo un testo, soprattutto un grande classico, non posso fare a meno di chiedermi che cosa possa significare per il pubblico di oggi.
Un matrimonio segreto fra un maturo alto ufficiale di colore e la giovane figlia di un importante senatore nelle grazie del governo di una qualche potenza occidentale, proprio la notte prima di partire per una guerra lontana… sono le premesse che – estrapolate dal loro contesto storico originale – mi permettono di avvicinare prospetticamente questa vicenda alla nostra falsa coscienza occidentale e costituiscono uno straordinario materiale per un lucido ed appassionante esame del viaggio a ritroso e contro natura (come si risalisse la corrente di un fiume) da un infinito oceano d’Amore fino alle fonti dell’Odio più puro; dal mare di Luce che è la vita di ogni essere umano alla più spaventosa delle Tenebre, quella della morte; dalla prosperosa Pace in cui avrebbe senso restare, alla furiosa Guerra che ha sempre segnato il destino di donne e uomini.
E così nella mia immaginazione la storia del nero Otello… diventa la storia d’amore di un generale delle forze armate occidentali, di stanza con le sue truppe a presidiare una esotica e meravigliosa isola (Cipro nell’originale) per difenderla da forze nemiche mediorientali (i Turchi), accompagnato al fronte dalla sua splendida moglie, una donna bellissima, giovanissima, estremamente libera ed intelligente, (Desdemona) che lo ama profondamente contro tutti i pregiudizi di una società ancora profondamente razzista – come in parte lo è ancora la nostra del resto – e da un suo ufficiale, un uomo di cui si fida moltissimo (Iago), altrettanto intelligente, del tutto affidabile in apparenza e votato nel suo intimo ad un oscuro nichilismo e alla distruzione di ogni istinto vitale.
Questo rapporto triangolare porterà le forze del puro amore (di cui Desdemona in quest’ottica è funzione) e dell’odio più profondo (di cui è invece funzione Iago) a scontrarsi ferocemente nel cuore del protagonista fino a rapirgli la mente e a condurlo verso il baratro di una gelosia folle ed omicida.
***
Il dramma privato della gelosia diventa così – in una visione più collettiva – la tragedia della violenza umana che ha sempre avuto, purtroppo, ottimi motivi per essere scelta; almeno rispetto alla via molto più complessa ed articolata del dialogo, dell’approfondimento e della reciproca comprensione.
Un dialogo necessario per quella rivoluzione umana che non possiamo smettere mai di cercare; a partire proprio dal rivoluzionare noi stessi; riconoscendoci sempre nell’avversario e inchinandoci alla sua umanità, che rispecchia esattamente la nostra.
In questo tempo in cui una guerra assurda ci riporta sul baratro della distruzione di ogni specie vivente, è significativa la pertinenza di molte domande sulla natura degli esseri umani.
Ma la guerra in cui siamo immersi è troppo vicina per poterla contestualizzare.
Per possederne una narrazione comune.
Per questo, suppongo, non riesco a slegare nella mia fantasia la storia del nero Otello dalle immagini dell’ultimo straordinario movimento culturale e rivoluzionario del mondo moderno, iniziato nella metà degli anni ’60, ma battezzato dalla storia come il ’68.
L’opposizione negli U.S.A. alla guerra del Vietnam; la rivolta contro i regimi totalitari nei paesi influenzati dal comunismo dell’U.R.S.S.; le battaglie per i diritti civili di uguaglianza, senza distinzioni di Credo, sesso e razza; ideali di Amore e Libertà, anche e soprattutto sessuale, ritenuti in grado di opporsi alla violenza bruta di ogni guerra; il rifiuto di ogni autorità riconosciuta per ottenere un cambiamento… suggestioni, movimenti, idee, ispirazioni che spingevano con vigore l’intera umanità, dall’America, attraverso l’Europa e fino all’estremo Oriente, verso quella rivoluzione umana che avrebbe potuto essere l’unica svolta davvero importante per la storia.
Cosa non ha funzionato?
Questa meravigliosa idea di rivoluzione umana cedette il passo, dopo il ’68, ad una involuzione del tutto innaturale per il progresso dell’umanità.
Perché questo avvenne?
Perché questo avviene?
Il teatro non è il luogo delle risposte.
Il teatro è il luogo delle domande.
Lo spettatore sa poi ragionare e trovare qualche risposta personale, quando si trova davanti ad interpreti che sappiano raccontare in ogni personaggio, la complessità dell’animo umano e tutte le svolte sbagliate, gli errori che compie e le passioni che lo muovono…uno spettatore se messo di fronte ad attori trasparenti e capaci, può anche immaginare come avrebbe potuto andare diversamente una tragica storia.
E in questo arricchisce la sua mente.
Dal nostro punto di vista è sufficiente non smettere mai di accoglierlo, divertendolo e commuovendolo nel contempo.
È sufficiente farsi capire, perché uno spettatore capisca. È sufficiente essere chiari.
E non mancargli mai di rispetto, considerandolo meno intelligente di chi si innalza su di un palco.
Questo non è il Teatro che propongo.
Magari non posso affermare esattamente cosa sia un mio spettacolo.
Ma so affermare cosa non è.
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OTELLO
di William Shakespeare
diretto ed interpretato da Jurij Ferrini
con Rebecca Rossetti
ed, in ordine alfabetico,
Paolo Arlenghi, Sonia Guarino, Maria Rita Lo Destro, Agnese Mercati, Federico Palumeri, Stefano Paradisi, Michele Puleio.
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Una Produzione
Progetto U.R.T. in collaborazione con Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale.
Ufficio promozione e distribuzione: Chiara Attorre – clicca qui – .
+39 335 6010341 –
promozione@progettourt.it
La squadra dei Vigili del Fuoco di Arona è intervenuta ieri, giovedì 16 febbraio alle ore 19.10 a Comignago Località Mottalunga per incendio di un tetto.
Arrivata sul posto la squadra ha provveduto allo spegnimento del tetto di una casa su due piani, fortunatamente non si registrano feriti ma solo lievi danni materiali.
In supporto alla squadra di Arona è intervenuta anche un’autobotte dal distaccamento di Borgomanero.
Redazione di Vercelli
Domenica 26 febbraio 2023, a Vercelli, nella sede della Comunità ebraica, alle ore 16, sarà presentato il volume di Bruno Ferrarotti, “Il prof. Giacomo Tedesco al Liceo-Ginnasio “Lagrangia” di Vercelli”.
Convinzioni politiche, attività educativa, epurazione (1930-1938), che ripercorre l’esperienza del docente nella prestigiosa scuola vercellese che fu centrale nel suo intenso percorso umano e professionale, partito dagli anni universitari della militanza irredentista e destinato a esaurirsi, dopo la cacciata dalla scuola vercellese in seguito alle leggi razziali e razziste, con la presidenza alla prima scuola media «per alunni di razza ebraica» di Torino, dove trovò la morte improvvisa, il 15 dicembre 1941, nel pieno esercizio delle sue funzioni.
Si tratta di un prezioso lavoro di custodia della memoria, che mette in evidenza il ruolo di Giacomo Tedesco come educatore, nonché le sue convinzioni ideali e politiche, soffermandosi in particolare sul contesto in cui si trovò a operare, caratterizzato dall’introduzione delle norme giuridico-amministrative volute dal regime fascista miranti gradualmente a cancellare la presenza degli ebrei dalla scuola italiana e dalla comunità nazionale.
Il volume, ultima pubblicazione dell’Istorbive in collaborazione con Fondazione Rinascita Vercellese e con il patrocinio della Comunità ebraica di Vercelli, Biella, Novara e Vco e dell’Istituto superiore “Lagrangia” di Vercelli, costituisce un ulteriore tassello nella comprensione della brutale politica razzista e antisemita del regime mussoliniano che decretò, per migliaia di italiani, la morte civile attraverso la spoliazione dei beni, l’espulsione dagli istituti scolastici, dalle università e dai posti di lavoro, annullando in tal modo, in particolare nel mondo della scuola, il valore educativo della tolleranza e dell’accoglienza, elementi fondamentali nel percorso formativo delle nuove generazioni.
Dialogherà con l’autore Elisabetta Dellavalle, consigliera dell’Istorbive.
Redazione di Vercelli
Si è tenuto giovedì 9 febbraio presso i saloni del Circolo Ricreativo una interessante conviviale dell’anno sociale del Kiwanis Club di Vercelli presieduto da Laura Bellini, con gradita ospite Vania Mento, Presidente dell’Associazione “La voce di una è la voce di tutte”.
L’Associazione è nata nel 2021 con ha lo scopo di informare e sensibilizzare il territorio sulle problematiche legate alla conoscenza dell’endometriosi.
Capelli rosa, voce squillante e frizzante che al tempo stesso infonde calma, Vania è diventata il simbolo di tutte le donne che soffrono di endometriosi.
L’Endometriosi è una patologia cronica invalidante che colpisce 1 donna su 10, poco conosciuta e dove ancora oggi non esiste una cura.
Vania è una vera attivista: dopo essere stata licenziata nel 2016 senza nessuna giusta causa (unica “colpa” avere l’endometriosi) si è ritrovata davanti a un bivio e a chiedersi: “ora cosa faccio?”.
Ha così iniziato a condurre una battaglia affinché l’endometriosi non sia più una patologia sconosciuta e invisibile.
Dopo aver appreso che in Italia ci sono solo 4 associazioni di volontariato che si occupano di endometriosi, ha deciso di fondarne una per dare voce alle migliaia di donne che sono affette di questa ‘patologia invisibile’: il numero giallo 800198411 è attivo dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19.
Una serata interessante che ha visto i commensali partecipi e interessati, al termine della quale il Presidente Laura Bellini, accompagnata dal Luogotenente Governatore Domenico Manachino, ha dato appuntamento ai soci per la conviviale di carnevale del prossimo 23 febbraio, presso la sede del Gruppo Alpini di Porta Torino, ove saremo intrattenuti dal gruppo musicale Free Music Band.
Redazione di Vercelli
Giovedì 23 febbraio alle ore 18 presso la Libreria dell’Arca di via Galileo Ferraris 77 a Vercelli, Elisa Caramella e Laura Berardi (Skenè Teatro Team) rappresentano Impronte. Poesie e racconti” di Ornella Grazio (Gallo Edizioni, 2023).
Conduce l’incontro Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano.
Interviene Francesca Tini Brunozzi, autrice della postfazione al libro.
Sarà presente Ornella Grazio che al termine si intratterrà col pubblico per il firmacopie.
L’Autrice destina la propria parte di proventi della vendita del libro alla Escola Estrela do Mar di Inhassoro (Mozambico).
Ornella Grazio, insegnante di Scuola dell’infanzia, è in pensione, ma sogna ancora la scuola e i bambini.
Impegnata nel volontariato, in parrocchia e nell’associazionismo sportivo come presidente sia dell’ASD Nebris – ginnastica artistica – di Cigliano sia dell’US Acli provinciale di Vercelli.
Si dedica alla scrittura, riprendendo una non sopita passione della giovinezza con poesie e racconti, nati o rivisitati, nell’ultimo decennio; scritti brevi che accompagnano i passi della vita, i luoghi, gli incontri e le persone.
L’ambiente montano – Cogne in Valle d’Aosta – è stato fonte ispirazione di tutti i racconti raccolti in questo libro, mentre le poesie sono nate da situazioni molteplici: città visitate, avvenimenti drammatici, anniversari storici, sentimenti o affetti personali, invocazioni quasi in forma di preghiera.
Con il racconto L’ultimo dono (2016) le viene attribuito il primo premio del concorso letterario “Una storia nel mio paese” promosso dalla biblioteca di Cogne (Ao) e, con con Una vita alla fontana (2013), vince il terzo premio dello stesso concorso.
Inoltre, sempre la Biblioteca di Cogne, le assegna il terzo premio – alla fine del 2022 – per il racconto “Buon anniversario parco”, scritto in occasione dei 100 anni di istituzione del Parco nazionale del Gran Paradiso.
Infine, riceve numerose menzioni d’onore in altri premi letterari. Oltre alla scrittura, tra le altre attività artistiche, coltiva anche la passione per la pittura.
L’evento è a ingresso libero.
Redazione di Vercelli
Prenderà il via martedì prossimo, 21 febbraio, il nuovo servizio gratuito di consulenza al cittadino in materia di previdenza e assistenza sociale, diritto del lavoro, sanità, diritto di famiglia e delle successioni, diritto civile e legislazione fiscale, risparmio, tutela e sicurezza sul lavoro.
Uno sportello settimanale nato grazie al protocollo d’intesa siglato tra il Comune di Casale Monferrato e i patronati che hanno dato la propria disponibilità, che al momento sono Inapa, Inac e Epasa – Itaca.
In via sperimentale lo sportello sarà attivo per un anno dalle ore 9,00 alle ore 12,00 nella sala al piano terra del Municipio con accesso diretto da via Magnocavallo, 7 con il seguente calendario:
Patronato Inapa: 3° martedì del mese
Patronato Inac: 1°e 3° venerdì del mese (a partire dal mese di marzo)
Patronato Epasa-Itaco: 2° martedì del mese (a partire dal mese di marzo)
Redazione di Vercelli
Sono state protocollate lo scorso 6 febbraio al Comune di Vercelli le dimissioni di
La Signora, precisando che la scelta è dovuta a motivi di carattere personale, conclude la lettera augurandosi che il lavoro sin qui svolto possa essere apprezzato.
Ora il Sindaco di Vercelli, cui compete la nomina, dovrà procedere a designare un’altra persona.
Potrà procedere in due modi.
Il primo è attingere dal novero di coloro che, nel 2019, presentarono la propria candidatura, rispondendo al bando comunale.
Ci sarebbero ancora due persone.
Il secondo è quello di pubblicare un nuovo bando e, quindi, attendere che si presentino le autocandidature.
La prima soluzione, come è intuitivo e sempre che la disponibilità degli interessati fosse confermata, sarebbe più rapida.
Lasciarsi alle spalle Corgnatopoli e tornare a Livorno Ferraris è possibile, in questo 2023, quando – tra poche settimane, forse a fine maggio – si voterà per eleggere il Sindaco ed il Consiglio Comunale della città di Galileo.
Nel 2018 Livorno si rivelò, a suo modo, un laboratorio politico.
La geniale intuizione dei Dioscuri del Pd, Luigi Bobba e Guido Nobilucci, riuscì ad anticipare la dissoluzione del loro partito, come nemmeno un’allora lillipuziana Giorgia Meloni (alle elezioni politiche di quell’anno Fratelli d’Italia ottenne il 4, 26 per cento dei voti), ma di più, come nemmeno un Francesco Lollobrigida (allora noto soltanto in Ciociaria e poco oltre) si sarebbero mai immaginati e sognati.
Le elezioni politiche di quell’anno ed i primi deludenti risultati che le urne assegnarono al Pd, indussero il Segretario politico nazionale, Matteo Renzi, a rassegnare per la seconda volta le dimissioni dall’incarico: se ne sarebbe andato definitivamente dal partito poco dopo.
Dunque, i Dioscuri.
Mollarono per strada (e non si è mai capito davvero perché ) la loro candidata “naturale”, Chiara Barone che, tuttavia, non si perse d’animo e propose comunque la propria candidatura a Sindaco, con la lista “Cambiare si può”.
I due dirigenti Pd forse non si resero conto di porre, così, le basi per la costruzione delle mura di cinta di Corgnatopoli.
Perché ciò potrebbe avere suscitato, nel destinatario di tale regalo (al modico prezzo, si potrebbe dire in saldo, di ospitare in Giunta il simpatico Davide Mosca), la più che comprensibile convinzione di non avere, praticamente, opposizione.
Abbiamo detto che non si sia mai capito perché il Pd decise di fare questo regalo alla destra.
Non si è mai capito, a meno che…
A meno che abbiano qualche ragione quegli osservatori di cose politiche piemontesi i quali, guardando un poco oltre la cinta daziaria livornese, hanno sempre immaginato percorsi ulteriori e comunque paralleli.
Non è un mistero, infatti, che Stefano Paolo Corgnati abbia rapporti di amicizia (peraltro, del tutto trasparenti e sinceri) con l’attuale Sindaco di Torino e suo Collega al Politecnico, Stefano Lo Russo.
Il noto Geologo era, nel 2018, da poco tempo passato all’opposizione (Capogruppo in Consiglio Comunale) del Sindaco Chiara Appendino, dopo essere stato Assessore di Piero Fassino: dunque, un dirigente Pd di primo piano.
E, così come di un “placet” del Primo Cittadino dell’antica Augusta Taurinorum potrebbe ora avere bisogno per ascendere (semmai gli interessasse) alla carica di (Magnifico) Rettore dell’Ateneo, forse allora potrebbe essere stata la vicinanza umana e professionale con quello ed altri autorevoli esponenti Pd a motivare la calata di brache dei Dioscuri vercellesi.
Ipotesi.
Acqua, comunque, passata.
A livello vercellese, peraltro, il Prof. Corgnati ha la fiducia di importanti Amministrazioni locali se è vero, ad esempio, che il Comune di Vercelli ha assegnato all’illustre Accademico
una bella consulenza – leggi qui – .
Come si vede dall’Atto, peraltro, la firma non può che essere di un Tecnico, il Dirigente di Settore e, leggendo che si tratti dell’Arch. Liliana Patriarca, non vi è altro da aggiungere.
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In questi cinque anni sono successe tante cose.
Inutile nascondersi dietro ad un dito: Chiara Barone ha mostrato grinta e volontà di combattere, non soltanto in Aula Consiliare, ma affrontando anche con coraggio e dignità una esigente e dura prova esistenziale; guadagnandosi anche così, semmai ce ne fosse stato bisogno, stima e ammirazione ancora maggiori di quelle già riconosciute ad una giovane capace ed onesta.
In Consiglio Comunale ha tenuto alta la bandiera di un impegno mirato in particolare, ma non solo, alla tutela dell’Ambiente
Chiara è conosciuta soprattutto perché conduce con successo un centro sportivo molto rinomato, ma non va dimenticato che, sempre lavorando, ha conseguito una prima Laurea in Giurisprudenza e tra poche settimane potrebbe arrivarne una seconda, ancora in discipline giuridiche.
E, se è vero che qualcuno dei suoi “compagni” di lista, nel corso del quinquennio, ha preferito convertirsi alla sequela di un potere il cui tratto ha, talvolta, richiamato alla mente quello di Palmiro Cangini a Zelig, questo “tradimento” è stato ampiamente compensato: dapprima da un dialogo e poi una condivisione di percorsi sempre maggiore, con ben altri e qualificati Amministratori.
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Stiamo parlando, come le cronache da tempo dicono, del giovane Avvocato Federico Pizzamiglio che, approdato in Consiglio Comunale ed intrapreso il cammino del “Corgnati 2”, ha ben presto toccato con mano i limiti del governo (modi di dire) cittadino guidato dalla Trimurti
Corgnati – Mosca – Sandra: ex multis, leggi cliccando qui – .
Anche in questo caso, un giovane in possesso di un’alta formazione e di una professionalità primaria; lavora in un affermato Studio Legale di Vercelli, particolarmente specializzato nel Diritto Penale, che consente ai propri Legali soltanto l’alternativa tra due condizioni: o sei bravo, o sei bravo.
Si può chiedere a chiunque.
Ebbene, Pizzamiglio è andato controcorrente.
E’ entrato in Fratelli d’Italia (correva, forse, l’anno 2021) quando il partito di Giorgia Meloni aveva ancora numeri da 4 virgola qualcosa per cento o poco più.
Età, posizione professionale di livello, ottima eloquenza, ben inserito anche nel Rotaract Club, che è il ramo giovanile del Rotary.
Con carte così, basta stare fermi e, in un partito in crescita impetuosa, prima o poi fai strada.
Invece no.
Ha preferito la difficile strada della coerenza, che gli ha alienato le simpatie della Trimurti.
E, forse, potrebbe anche costargli reprimende dal politburo provinciale dei Fratelli.
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Il dato politico sicuramente più rilevante, a Livorno Ferraris, degli ultimi due anni è stato, dunque, la costruzione di un inedito “asse”, a suo modo parallelo all’altro.
Se il sodalizio Sandra – Corgnati – Mosca (Bobba – Nobilucci) si è formato per la gestione del potere (essendone, come abbiamo visto, verosimilmente auspici i capataz politici del Pd torinese) quello tra Chiara Barone e Federico Pizzamiglio si è costituito per cercare di tradurre nell’azione amministrativa princìpi e scelte concrete di coerenza, trasparenza e, così, buona amministrazione.
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Cosa mancava ancora?
Mancava la figura di un candidato Sindaco che riflettesse e corrispondesse a questa esigenza di trasparenza e buona amministrazione, che avesse i requisiti della competenza e, ultimo, ma certo non per importanza, il tempo di dedicarsi effettivamente all’Amministrazione.
Insomma, ingredienti non facili da reperirsi tutti, ma tutti necessari, tuttavia, per l’unica ricetta possibile e commestibile.
La soluzione è però salata fuori con grande naturalezza.
E si chiama Matteo Capizzi.
Il 65enne Luogotenente a riposo dei Carabinieri non si è tirato indietro.
Del resto, da quando è in pensione, non è mai stato anche in “quiescenza”.
Ha già dedicato tempo ed energie all’amministrazione della Cosa Pubblica.
Poi, gli ultimi cinque anni, sono stati “sabbatici”.
E’ stato alla finestra, ma non ha voltato lo sguardo dall’altra parte.
Di Capizzi Carabiniere si sa molto, soprattutto del servizio che ha reso in città.
Conosce il nostro territorio da quando, all’età di tre anni, vi approdò con i genitori, per non abbandonarlo più.
O, meglio “quasi” più, perché la carriera nell’Arma subito, ancora ragazzo, lo portò a Roma, a fare parte di quel contingente scelto che è la Guardia d’Onore al Capo dello Stato, i Corazzieri; precisamente, come si chiamano dal 1990: “Reggimento Carabinieri Guardie della Repubblica”.
Servì al Quirinale con i Presidenti Giovanni Leone e Sandro Pertini.
Poi, prese il largo nella carriera, comandando Stazioni in tutta Italia e, per periodi anche non brevi, fece parte di reparti investigativi: la conclusione del suo impegno lavorativo, come tutti sanno, ancora a Livorno Ferraris.
Ma non si può dimenticare, perché questo pare un particolare davvero importante se si vuole acquisire un profilo completo – almeno dal punto di vista professionale – della persona, è il periodo nel corso del quale collaborò al Comando Provinciale di Via Salvatore Vinci a Vercelli, con un vero e proprio Mito.
E va detto senza avere timore delle parole.
Perché forse non tutti hanno memoria del fatto che, tra la fine degli Anni ’80 ed i primi Anni ’90,
il Comandante provinciale dell’Arma a Vercelli fu il Colonnello Enrico Barisone – leggi qui -.
Che le cronache della lotta al banditismo hanno consacrato alla Storia come il “Mitico Capitano”, anche perché, in anni giovanili, si prese qualche pallottola esplosa da pericolosi latitanti, in Barbagia.
Ebbene, uno dei suoi uomini di fiducia, nel pool investigativo del Comando Provinciale, fu proprio Matteo Capizzi.
A quel tempo a Vercelli la scelta era soltanto tra due opzioni: o si stava dalla parte del sistema di valori che il Colonnello Barisone serviva con intelligenza e coraggio, o si stava dall’altra parte.
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Dunque, il “tridente” Capizzi – Barone – Pizzamiglio è pronto a servire la città di Galileo: si presenta con la lista, significativamente battezzata Li.Fe. come se si traguardasse ad una nuova vita amministrativa.
La parola d’ordine è l’ ascolto, quello che forse è mancato di più.
Ascolto di tutti, non soltanto degli amici.
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I candidati che si preparano a condividere con loro questo progetto politico sono già molti, ma per scelta comune, saranno resi noti con gradualità.
Ne riparleremo presto.
Martedì 14 febbraio i gialloverdi di coach Andrea Ortogni, reduci dalla vittoria contro l’Engas, non hanno avuto difficoltà a sbarazzarsi dell’Azzurra Novara nell’anticipo della 5ª giornata.
Netto il divario tra le due compagini, con lo score finale che ha segnato 8-1 a favore di Tarsia e compagni.
Un match che sulla carta vedeva i vercellesi favoriti e che in pista ha confermato quanto preventivato alla vigilia.
Solo nel primo tempo l’Azzurra è riuscita a limitare i danni, restando nel match.
Nella ripresa, come già accaduto in diverse occasioni, l’Amatori ha accelerato, mettendo il sigillo sulla partita.
Da segnalare l’intesa sempre migliore tra Ortiz e Gallotta, che hanno realizzato 7 delle 8 reti gialloverdi, e la buona prova tra i pali di Daniele Chiavaro.
Più che discrete le prestazioni di tutti gli altri giocatori, tutti utilizzati da Ortogni nel corso del match.
In classifica i gialloverdi comandano a punteggio pieno dopo cinque giornate e attendono i risultati delle altre avversarie, impegnate sabato 18 febbraio.
L’Amatori tornerà in pista, per la 6ª giornata, domenica 26 febbraio, a Monza, dove affronteranno i padroni di casa del Teamservicecar.
Anche la classifica nazionale marcatori della serie B vede al momento un dominio gialloverde, con Ortiz al primo posto con 24 goal realizzati in 5 match e con Gallotta al 4°.
Per lui sono 9 finora le realizzazioni.
Le fotografie sono disponibili sulla pagina facebook della società
Amatori Vercelli – Azzurra Hockey Novara: 8-1 (3-1; 5-0) Amatori Vercelli: Errico (P), Tarsia, Ortiz, Gallotta, Bernabè, Cremaschi, Tarchetti, Vercellotti, Lucido, Chiavaro (P). Allenatore: Ortogni
Azzurra Novara: Spina (P), Fortina S., Falconelli, Filidoro, Casile, Montalbetti, Fortina M., Cigalone (P). Allenatore: Campanati.
Arbitro: Fontana
Marcatori: 6’45” Ortiz (A); 13’53” Gallotta (A); 14’59” Ortiz (A); 23’22” Filidoro (N); 31’24” e 31’36” Oryiz (A); 34’25” e 49’20” Gallotta (A); 50’00” Bernabè (A)
Falli di squadra: Amatori Vercelli – 7; Azzurra Novara – 3
Redazione di Vercelli