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Tanti sono i motivi d’orgoglio che fanno capolino in questa bella festa del Rione Canadà, oggi 15 gennaio, quando si consegnano le chiavi a Peru e Rusin.

Il primo è un “compleanno” di quelli importanti ed impegnativi: ricorrono quest’anno i 70 anni da che il Rione presentò un proprio “Peru” tra le Maschere del Carnevale Vercellese.

Il secondo è che, da quest’anno, si riprenderà a sfilare con un carro vero e proprio, simbolo di un lavoro di squadra che, affidato ad un gruppo di volontari, sta andando avanti da settimane e che tra poco farà vedere i frutti di tanto impegno.

Inutile negare che la soddisfazione sia più che motivata, perché si tratta non soltanto di un risultato per oggi, ma di un segno di speranza, dopo anni in cui si era dovuto rinunciare per i motivi che sappiamo tutti.

Ma – giova sempre ricordarlo – proprio avere voluto continuare anche negli anni difficili, è forse il merito maggiore di questo e degli altri gruppi che non hanno voluto mollare: fare le cose quando c’è “l’acqua alta”, ci sono i soldi, tanta gente a lavorare, è una bella cosa, ma certo più facile.

Più difficile è stringere i denti quando ci sono le difficoltà, permettendo però alla Tradizione di andare avanti.

Oggi, dunque, tanti ospiti per Peru e Rusin 2023, ad incominciare da Bicciolano e Bèla Maijn, accompagnati dalle simpaticissime Maijnette.

Poi i gruppi dei paesi – particolarmente numeroso quello di Borgo Vercelli – che hanno voluto condividere la festa.

Una festa allietata anche dal rifresco offerto, nell’ampio salone della Trattoria Afra, da brevissime “vivandiere”, il cui lavoro è stato da tutti apprezzato.

Buon Carnevale anche al Rione Canadà.

Posted in Società e Costume

Montanaro-Pro Palazzolo 2-1

La Vischese-Pro Roasio 2-2

Valle Cervo Andorno-Santhià 1-2

Ivrea Banchette-Serravallese 2-1

Cigliano-Sizzano 1-1

Ponderano-Strambinese 2-1

Gattinara-Valdilana Biogliese 4-1

Quaronese-Virtus Vercelli 2-1

Classifica

Montanaro 36

Ponderano 33

Ivrea Banchette 29

Gattinara 28

Valdilana Biolgiese 27

Quaronese 25

Cigliano 24

La Vischese 23

Sizzano 21

Valle Cervo Andorno 21

Pro Roasio 19

Santhià 17

Pro Palazzolo 16

Virtus Vercelli 14

Strambinese 12

Serravallese 10

* una partita in meno

 

Redazione di Vercelli

 

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Pro Novara-Bianzè 2-0

Arona-Ce.Ver.Sa.Ma Biella 2-0

Omegna-Chiavazzese 1-1

Vigliano-Dufour Varallo 0-3

Piedimulera-Fulgor Ronco Valdengo 1-2

Bulè Bellinzago-Juventus Domo 1-0

LG Trino-Sparta Novara 5-1

Feriolo-Valduggia 1-1

Classifica

Bulè Bellinzago 43

Pro Novara 41

LG Trino 32

Arona 29

Feriolo 28

Omegna 24

Valduggia 21

Ce.Ver.Sa.Ma Biella 20

Fulgor Ronco Valdengo 19

Chiavazzese 19

Sparta Novara 17

Juventus Domo 17

Bianzè 17

Dufour Varallo 15

Piedimulera 11

Vigliano 2

 

Redazione di Vercelli

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Briga-Alpignano 3-1

Settimo-Aygreville 2-1

Volpiano-Città di Baveno 0-2

Alicese Orizzonti-Città di Cossato 0-0

Accademia Borgomanero-Oleggio 2-0

RG Ticino-Pro Eureka 2-0

Biellese-Venaria 7-1

Borgaro-Verbania 1-1

Classifica

Borgaro 34

Biellese 32

RG Ticino 31

Aygreville 29

Accademia Borgomanero 25

Settimo 23

Città di Cossato 22

Volpiano 22

Verbania 20

Briga 19

Oleggio 19

Venaria 18

Alicese Orizzonti 16

Pro Eureka 13

Alpignano 13

Città di Baveno 12

 

 

Redazione di Vercelli

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Ligorna-Asti 0-0

Bra-Borgosesia 2-1

Gozzano-Castanese 2-2

Chieri-Castellanzese 0-0

Vado-Chisola 2-1

Casale-Derthona 3-4

Sestri Levante-Legnano 0-0

Stresa-Pinerolo 1-2

Fossano-Pont Donnaz 0-1

Fezzanese-Sanremese 0-1

La classifica

Sestri Levante 50

Sanremese 42*

Ligorna 38

Bra 35

Vado 35

Gozzano 34

Derthona 30

Asti 30

Legnano 30

Castellanzese 27

Pont Donnaz 27

Castanese 25

Pinerolo 24

Borgosesia 23

Chieri 23

Fezzanese 22

Casale 21

Stresa 18*

Chisola 17

Fossano 7

* una partita in meno

 

Redazione di Vercelli

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Bra 2

Borgosesia 1

Marcatori: 44’ autogol Pierantozzi, 4’ st Menabò, 20’ st Tobia

Bra (4-3-3): Ujkaj; Bongiovanni, Quitadamo, Marchetti, Pautassi; Capellupo, Daqoune, Gerbino; Derrick (23’ st Dall’Olio), Menabò, Marchisone (44′ st Mawete).

A disp.: Favaro, Mirisola, Tos, Pavesi, Odasso, Job.

All.: Floris

Borgosesia (3-4-3): V. Gilli; Pierantozzi, F. Gilli, Rekkab (1’ st Giraudo); Monteleone (47′ st Frana), Areco (12’ st Colombo), Mirarchi, Vecchi; Favale (1’ st Attolou), Fossati (15’ st Tobia), Donadio.

A disp.: Gavioli, Iannacone, Pecci, Lauciello.

All.: Lunardon.

Arbitro: Garofalo di Torre del Greco.

Guardalinee: Lentini di Milano e Perrella di Crema.

Note: cielo coperto. Terreno in condizioni non ottimali. Spettatori: 200 circa. Espulso: 47′ st Giraudo per fallo di reazione. Ammoniti: F. Gilli, Areco. Angoli: 4-1. Recupero: 0’ pt – 4’ st.

Lasciarsi alle spalle la sconfitta valdostana è la missione del Borgosesia.

Granata che comunque stanno complessivamente attraversando un buon momento visto che il ko è arrivato dopo 3 vittorie di fila.

Dal canto suo il Bra vuole fare poker di vittorie interne consecutive.

La gara inizia con il tiro di Marchisone che non crea problema a Gilli.

E’ l’11’ quando uno schema su punizione porta alla conclusione Areco; palla alta.

Il Bra cerca di sfondare sulle fasce ma il Borgosesia chiude tutti gli spazi e regge l’offensiva dei padroni di casa.

Al 37’ Daqoune al volo non inquadra lo specchio della porta.

Prima del riposo gol annullato a Quitadamo per una sua posizione di fuorigioco.

Anche questa volta la doccia fredda per il Borgo arriva a ridosso dell’intervallo.

Al 44’ angolo per il Bra; la sfera arriva a Bongiovanni che la addomestica e scaglia in rete; Pierantozzi cerca il rinvio ma svirgola nella propria porta.

La ripresa si apre con il raddoppio dei padroni di casa.

Menabò raccoglie un retropassaggio di Attolou, e manda in rete, la difesa granata prova a respingere sulla linea ma l’arbitro concede la rete.

I granata rientrano in gara al 20’, preciso cross di Vecchi e imperioso stacco di Tobia che dimezza le distanze.

Un minuto dopo, Donadio cerca il colpo sotto; Ujkaj si salva in angolo.

I granata provano il forcing fino alla fine ma il risultato non cambia più.

 

Redazione di Vercelli

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Giovedì 19 gennaio alle 18:00 sarà ospite presso la Libreria dell’Arca di via Galileo Ferraris 77 a Vercelli, Giovanni Lo Giudice con il suo ultimo libro: Non ammazzate il poeta, Maurizio Vetri Editore.

Dialogherà con l’autore la scrittrice Andreina Coscarelli, ma non sarà una semplice presentazione: aspettiamoci una sorpresa!

Si fa fatica a chiamarla silloge o più semplicemente raccolta.

Però è anche vero che a un primo sguardo sembrano proprio poesie.

Tutte hanno una sequenza di versi e hanno anche un ritmo, una musicalità, una metrica, addirittura anche  le rime, seppure trattasi di rime spesso scompigliate e “sverse”.

Sarà che in un’epoca così balorda e malsana, che incrocia il tardo meriggio della sua esistenza, il poeta comincia a stare poco bene.

E i suoi versi cominciano a diventar “riversi”, aggrovigliandosi tra loro in una sorta di pastrocchio insano ai limiti della più ruvida distopia.

Quando amore non fa più rima con cuore, quando il profumo di rose o di tulipani non si asperge nell’aere al solo leggere di poche righe, il poeta inizia a morire.

Almeno così dicono.

Ma è anche vero che l’ironia è più forte della rabbia e riesce a frapporsi tra la fantasia del poeta e l’idiozia dei nostri tempi.

E allora il poeta rinviene, ostentandosi più vivo e consapevole, abile nello stemperare il suo amaro disincanto nella dolce brezza di un sorriso.

Giovanni Lo Giudice nasce a Enna e vive a Borgosesia, dove svolge l’attività di medico internista ospedaliero.

Da sempre incline alla scrittura, soprattutto umoristica, ama definirsi “scrittore e prescrittore”, dovendo conciliare la sua professione medica con la sua passione creativa.

Ha già all’attivo la pubblicazione di tre romanzi di narrativa, nonché la pubblicazione di tre raccolte di poesie.

Da segnalare la sua vocazione per la scrittura di sceneggiature nonché per la recitazione presso compagnie teatrali locali.

Nell’ottobre del 2022 è tra i fondatori del gruppo teatrale biellese “La Compagnia della Borragine”, dove opera sia come autore dei testi che come attore.

L’evento è a ingresso libero.

 

Redazione di Vercelli

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Torino è considerata tra le città più esoteriche e misteriose al mondo.

Venerdì 27 gennaio dalle ore 21 alle 23.00 serata a tema su leggende, simboli, fantasmi, storie e personaggi misteriosi di Torino a cura di Gian Luca Marino autore del libro “Passeggiate nel Mistero a Torino” EffeDì edizioni.

Nel corso della serata l’autore parlerà dei suoi itinerari per le strade della capitale sabauda alla scoperta di storie antiche e recenti,  seguendo il filone narrativo legato agli aspetti più oscuri e inquietanti della città tra spiriti, luci e tenebre.

Dal polo positivo di piazza Castello a quello negativo di piazza Statuto, dalla Gran Madre alle energie del fiume Po, dal fantasma della Bella Cappellaia al poltergeist di via Bava, da stravaganti e cupi maghi a diavoli ed alchimisti.

La serata a tema si terrà in una suggestiva sala in via Giovenone 3 a Vercelli.

Prezzo a persona per partecipare all’evento 10 euro.

Numero massimo di partecipanti: 20 persone.

Prenotazione obbligatoria scrivendo alla mail infomarinomistero@gmail.com

o su whatsapp al numero 3463648778

 

Redazione di Vercelli

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L’ordinazione episcopale di  Mons. Alessandro Giraudo, Vescovo ausiliare di Torino, avviene con una celebrazione solenne in Cattedrale a Torino domenica 15 gennaio 2023 alle 15.

L’ordinazione è presieduta da S.E.R. mons. Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa, insieme ai vescovi ordinanti S.E.R. mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo metropolita emerito di Torino, e S.E.R. mons. Guido Fiandino, vescovo ausiliare emerito di Torino.

I Vescovi consacranti sono 26, provenienti dalla Regione Conciliare Piemontese e della Valle d’Aosta e da altre Regioni d’Italia (Veneto, Toscana e Friuli), insieme al Card. Francesco Coccopalmerio (presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi). Accanto a loro concelebrano 150 presbiteri e 35 diaconi. Partecipano alla celebrazione circa 30 autorità civili, militari e religiose, oltre a 250 ospiti tra cui i collaboratori di Curia, Facoltà Teologica, Istituto superiore di Scienze religiose e Tribunale ecclesiastico interdiocesano piemontese, insieme ai fedeli provenienti da diverse comunità parrocchiali e gruppi, associazioni e movimenti della Diocesi, e a una rappresentanza di consacrate e consacrati.

La Cattedrale sarà aperta al pubblico dalle 14 e gli accessi saranno regolati da volontari. Data la ridotta capienza della basilica, l’ingresso sarà garantito fino al limite consentito dalle vigenti norme di sicurezza.

***

Di seguito una breve descrizione della CELEBRAZIONE EUCARISTICA.

Ai RITI DI INTRODUZIONE (Canto d’ingresso, Atto penitenziale, Kyrie, Gloria e Colletta) segue la LITURGIA DELLA PAROLA; i riferimenti biblici sono quelli di questa II Domenica del Tempo Ordinario:

  • Prima lettura: Is 49,3.5-6
  • Salmo responsoriale: Salmo 39 (40)
  • Seconda lettura: 1 Cor 1,1-3
  • Vangelo: Gv 1,29-34.

Si entra quindi nello specifico della LITURGIA DELL’ORDINAZIONE. L’eletto mons. Giraudo, accompagnato dai presbiteri che l’assistono, viene presentato all’arcivescovo mons. Repole. Tutti siedono, viene letto il mandato e, a lettura finita, in segno di assenso tutti cantano: «Benediciamo il Signore: a Lui onore e gloria nei secoli».

Seguono l’omelia dell’Arcivescovo e il silenzio per la riflessione personale.

A questo punto soltanto l’eletto mons. Giraudo si alza in piedi e si pone davanti all’Arcivescovo per manifestare i suoi impegni di fedeltà alla Chiesa e ai compiti propri del Vescovo. Mons. Repole lo interroga con alcune formule di rito.

Alle Litanie dei Santi tutti si alzano in piedi. L’Arcivescovo, con le mani giunte, invita il popolo alla preghiera di supplica per l’intercessione della Vergine Maria, Madre di Dio, degli angeli e di tutti i santi. L’eletto si prostra.

Seguono l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione. L’imposizione delle mani è il gesto con il quale gli apostoli imploravano il dono dello Spirito, che guida e governa la Chiesa, su coloro che erano stati eletti come loro collaboratori e successori. Questo gesto, unito alla preghiera di ordinazione, costituisce l’elemento essenziale dell’ordinazione episcopale.

L’eletto mons. Giraudo si inginocchia dunque davanti all’Arcivescovo, che impone le mani sul suo capo, senza dire nulla. Lo stesso fanno dopo di lui gli altri Vescovi presenti.

Successivamente mons. Repole impone sul capo dell’eletto il Libro dei Vangeli tenuto aperto da due diaconi, perché il Vescovo deve sempre obbedire alla Parola dalla cui sapienza è chiamato a lasciarsi permeare.

L’Arcivescovo, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di ordinazione.

La celebrazione prosegue con i Riti esplicativi, che mostrano i compiti ai quali il nuovo Vescovo mons. Giraudo viene abilitato dalla grazia dello Spirito Santo:

  • l’unzione del capo, che significa la particolare partecipazione del Vescovo al sacerdozio di Cristo;
  • la consegna dei Vangeli, che mette in luce la fedele predicazione della parola di Dio come compito principale del Vescovo;
  • la consegna dell’anello, che esprime la fedeltà alla Chiesa, sposa di Dio;
  • l’imposizione della mitra, che porta con sé l’impegno alla santità;
  • la consegna del pastorale, segno del ministero di pastore della Chiesa;
  • l’abbraccio e il bacio di pace, segno dell’accoglienza nel collegio episcopale, che porta, in comunione con il Vescovo di Roma, la sollecitudine per tutte le Chiese.

Il nuovo Vescovo è invitato dall’Arcivescovo a prendere il primo posto fra tutti i Vescovi concelebranti. A quel punto il nuovo Vescovo mons. Giraudo proclama il Credo apostolico, a cui si unisce tutta l’assemblea acclamando «Credo, Signore! Amen!».

Si prosegue con la LITURGIA EUCARISTICA ed i riti di comunione (preghiera del Signore, Rito della pace, Agnus Dei). I canti (Signum unitatis e La vera vite) accompagnano la comunione dell’assemblea, a cui segue l’orazione conclusiva di mons. Repole.

Nei riti di conclusione il nuovo Vescovo mons. Giraudo scende tra i fedeli impartendo loro la benedizione. Al termine dell’inno del Magnificat, il nuovo Vescovo rivolge la parola al popolo.

In chiusura l’Arcivescovo imparte la solenne benedizione tenendo le mani stese sul nuovo Vescovo e sul popolo.

Qui di seguito l’elenco dei canti della celebrazione e relativi autori:

  • Veni creator Spiritus – Gregoriano/A. Ruo Rui
  • Kyrie – Taizé
  • Gloria – Missa de angelis
  • Salmo – D. Stefani
  • Alleluia – L. Deiss/A. Ruo Rui
  • Benediciamo il Signore – D. Julien/G. Stefani
  • Ruah – RnS
  • Psallite – V. Miserachs
  • Santo – J. Dykes/A. Fant
  • Anamnesi – M. Bonfitto
  • Agnus dei – Lourdes/M. De Florian
  • Signum unitatis – A. Ruo Rui
  • La vera vite – M. Frisina
  • Magnificat – D. Stefani

 

  • LO STEMMA

Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Vescovo è tradizionalmente composto da:

– uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconduci-bile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altre particolarità;

– una croce astile, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo;

– un cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3), il tutto di colore verde;

– un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.

In questo caso è stato adottato uno scudo di foggia gotica, frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica, mentre la croce astile d’oro è “trifogliata”, con cinque gemme rosse a simboleggiare le cinque piaghe di Cristo.

In questo caso è stato adottato uno scudo di foggia gotica, frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica, mentre la croce astile d’oro è “trifogliata”, con cinque gemme rosse a simboleggiare le cinque piaghe di Cristo.

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In occasione del tradizionale Capodanno cinese, che quest’anno cade il 22 gennaio e che dà il benvenuto all’Anno della Lepre, l’Istituto Confucio dell’Università di Torino ha organizzato la proiezione gratuita del film d’animazione, non ancora distribuito in Italia, “I am what I am” (“Giovani Leoni” dal titolo originale Xiongshi shaonian, 《雄狮少年》), diretto da Sun Haipeng.

L’appuntamento è lunedì 23 gennaio alle 20.30 al Cinema Nazionale, in via Pomba 7, a Torino (prenotazioni entro giovedì 19 gennaio, via mail a segreteria@istitutoconfucio.torino.it).

Il film è in lingua cinese con sottotitoli in italiano e cinese.

«Quest’anno per la Cina, il Capodanno tradizionale coincide con un momento di grave preoccupazione per le condizioni sanitarie determinate dalla recrudescenza della pandemia» commenta Stefania Stafutti, direttrice di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università di Torino e docente ordinaria di Lingua e Letteratura cinese del Dipartimento di Studi Umanistici. «Sappiamo tutti quanto possano essere profonde le preoccupazioni per parenti e amici in situazioni difficili quando ci si trova in luoghi lontani – aggiunge la direttrice -. Per questa ragione l’Istituto Confucio dell’Università di Torino ha deciso di offrire ai concittadini di origine cinese e a tutti i torinesi interessati la visione di un film che parla di speranza, con l’augurio che questi tempi difficili possano presto diventare un ricordo».

La pellicola, realizzata alla fine del 2021 e presentata con successo dalla Tiger Pictures Entertainment al “Far East Film Festival” di Udine la scorsa primavera, «racconta una storia adatta al pubblico più giovane e, nel contempo, per la straordinaria bellezza del lavoro di animazione, cattura anche l’interesse degli adulti – spiega Stafutti -. Il film non è ancora distribuito nel nostro Paese, pertanto abbiamo deciso di presentarlo con la traduzione del titolo originale che ci pare più evocativo: è la storia del riscatto di tre giovani, Ajuan, Agou e, Amao, Gattina o Katthie, la sola ragazza del gruppo».

La straordinaria efficacia del sontuoso lavoro di animazione porta con sé una storia a lieto fine che riecheggia tuttavia un problema sociale di rilievo.

La grande migrazione interna che ha caratterizzato la Cina a partire dalla fine degli anni Ottanta, con una impennata al volgere del millennio, ha avuto un ruolo non secondario nel rapidissimo sviluppo del Paese, ma ne ha cambiato il volto, determinando nel 2011 un sorpasso storico: gli abitanti delle città hanno superato quelli delle campagne.

Ciò è avvenuto anche a prezzo di enormi sacrifici da parte della gente comune, soprattutto nelle aree rurali.

Nasce in quegli anni il fenomeno noto con l’espressione inglese left behind children: impegnati allo stremo nel cercare di assicurarsi un maggiore benessere economico e di garantire ai figli un futuro migliore, gli adulti lasciavano le campagne, affidando i ragazzini alla cura dei nonni o di altri parenti.

Il fenomeno, ora in fase di assorbimento, ha naturalmente causato una serie di conseguenze sul piano sociale e ha dato origine a nuove forme di disagio tra i giovanissimi.

«Sappiamo che l’affido dei figli a parenti più o meno prossimi – sottolinea la direttrice dell’Istituto Confucio – è stata una scelta dolorosa che ha caratterizzato moltissime ondate migratorie, non solo in Cina. Il film che presentiamo però è una favola a lieto fine, in sintonia con l’atmosfera festosa del Capodanno».

I tre ragazzini protagonisti del film vengono da un villaggio sperduto delle campagne meridionali del Guangdong e soffrono del disagio della propria condizione di giovani “lasciati indietro” dai genitori che lavorano in città.

Decidono di cimentarsi in un’impresa all’apparenza impossibile: vincere la grande competizione indetta ogni anno a Canton tra squadre di “danzatori” della Danza del Leone – una danza propiziatoria parte delle celebrazioni tradizionali del Capodanno -: le squadre provengono da tutto il Paese e loro non sono certo i favoriti. Ma a volte la sorte riserva delle sorprese.

Proiezione film

“Giovani leoni” (Xiongshi shaonian, 《雄狮少年》), regia di Sun Haipeng, lingua cinese, con sottotitoli in cinese e italiano

Dove e quando

Cinema Nazionale, via Pomba 7, Torino. Lunedì 23 gennaio, ore 20:30.

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria solo via mail: segreteria@istitutoconfucio.torino.it (la conferma dovrà essere mostrata all’ingresso del cinema)

Informazioni Istituto Confucio dell’Università di Torino segreteria@istitutoconfucio.torino.it 011 670 3913

 

Redazione di Vercelli

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