Mese: Aprile 2022
Continuano i lavori di ripristino della pavimentazione in porfido a Casale Monferrato. Mentre proseguono gli interventi nel primo tratto di via Vidua, infatti, dalla prossima settimana il cantiere avanzerà verso via del Gazometro.
Lavori che porteranno ad alcune modifiche alla viabilità della zona: in particolare, dalle ore 8,00 di martedì 12 aprile saranno chiusi al transito il tratto di via Vidua dall’intersezione con via Rivetta all’intersezione con via del Gazometro e l’intera via del Gazometro.
Per questo motivo saranno istituiti il divieto di sosta con rimozione forzata e il doppio senso di circolazione per i residenti nelle vie Rivetta e Gioberti e nel tratto di via Vidua tra via del Gazometro e via Gioberti.
Si ricorda, infine, che per permettere l’inizio della posa del porfido saranno ancora in vigore le modifiche alla circolazione nel primo tratto di via Vidua, valide fino a circa metà maggio:
– divieto di transito nel tratto di via Vidua tra via dei Fiori e via Rivetta (esclusa);
– senso unico alternato di circolazione in via dei Fiori e nel tratto di via Vidua tra via Morelli e via dei Fiori;
– inversione del senso unico di marcia di via Morelli, che diventerà percorribile da via Sammicheli a via Lanza;
– divieto di sosta 0-24 con rimozione forzata in via Vidua, sul lato sinistro, dal civico numero 6 a via Rivetta.
Terminati questi lavori, il rifacimento della pavimentazione proseguirà poi in via Salandri.
Redazione di Vercelli
(Stefano Di Tano) – Certamente, per alcuni giorni la platea del Teatro Civico, il palcoscenico ed i piani alti in galleria risuoneranno con l’eco delle leggendarie note che hanno elettrizzato centinaia di spettatori non solo vercellesi accorsi venerdì 8 aprile per rinnovare il ricordo di un lontano periodo musicale che sembra non finire mai. L’occasione straordinaria di un grande concerto in partenza per la stagione musicale ha confermato che The Beatles non tramontano mai: le loro canzoni superano il logorio del tempo e si apprezzano limpide ed orecchiabili da vari decenni, applaudite anche dalle nuove generazioni.
Quattro “artisti” di pura origine italiana, ma preparati musicalmente e linguisticamente in modo ineccepibile, magico e mediatico, hanno realizzato un “viaggio” spettacolare negli Anni Sessanta a bordo del leggendario Yellow Submarine con il quale Paul, George, Jhon e Ringo hanno fatto impazzire i giovani di tre generazioni in tutto il mondo. Quello che i film e le cronache televisive ci hanno mostrato in questi ultimi 50 anni a proposito delle esibizioni dei Fabolous Four in Europa ed in America, si è ripetuto al Teatro Civico di Vercelli, in tono moderato, ma vivace, meraviglioso, grazie alla ottima scelta dei brani presentati, la sonorità degli impianti, gli effetti luminosi speciali e il diligente, prezioso “racconto” dell’autore e regista dell’operazione mediatica e musicale, il giornalista Carlo Massarini.
L’entusiasmo che personalmente avevo provato nel lontano giugno 1965 a Genova al primo concerto del Tour Italiano dei Ragazzi di Liverpool, si è rinnovato perfettamente nel corso della serata vercellese grazie alla incredibile e favolosa professionalità di Marco Breglia, Filippo Caretti, Michele Caputo, Federico Franchi, e tutto lo staffi tecnico e artistico che li accompagna in questo allettante giro artistico italiano dal titolo “Magical Mistery Story-The Beatles”.
Ciò che ha maggiormente impressionato il pubblico è stata la forza delle interpretazioni di questi giovani musicisti, la capacità di ripetere fedelmente le armonie, le voci, i movimenti, gli abiti, i dialoghi col pubblico in perfetto slang britannico, e naturalmente la nota e tradizionale simpatia del Quartetto originale di casa in Abbey Road. Ma quali canzoni hanno fatto registrare la massima accoglienza nel cuore degli spettatori, si potrebbe chiedere? Ovviamente la risposta è un gradimento intimo ed esteriore totale, con applausi senza fine prima durante e dopo ogni esecuzione, con standing ovation per i pezzi leggendari che un tempo facevano vibrare i muri dei teatri e dei palazzi dove avvenivano gli show; dai primi meravigliosi pezzi (Please please mi, I want to hold your hand, Come togheter, Help, And I love her, She loves you, Sergent Pepper’s, Nowhere man, We can work it out, ecc. ecc.), alla fase n. 3 – 4 quella del periodo che segnò inevitabili modifiche di orientamenti e argomentazioni politiche, musicali, sentimentali.
Naturale quindi la soddisfazione degli organizzatori della serata, il Comune di Vercelli con gli assessorati competenti; applaudita la presenza dell’Assessore Domenico Sabatino che ha rivolto la sua personale ammirazione agli Artisti ed ha raccolto i consensi del pubblico completamente soddisfatto per la scelta di Vercelli fra le tappe iniziali dell’impegnativo percorso italiano che si svilupperà nei prossimi mesi verso Bologna, Genova, Varese, Roma, Modena, Napoli, Cremona, Padova, e Bellinzona.
Redazione di Vercelli
Dal 13 al 27 aprile lo spazio espositivo della sala delle “Unghie” situato nel complesso di San Pietro Martire (area PISU) ospiterà la mostra del pittore Enzo Maio dal titolo “Una carezza alla morte (9 agosto 1944)”, dedicata alla strage, perpetrata dai nazifascisti, di 23 civili nella località di Roasio.
Presentata per la prima volta a Roasio in occasione del 75° anniversario della strage, la mostra che fonde un alto contenuto artistico con il dramma della storia, è organizzata da ANPI Sezione Città di Vercelli “Anna Marengo” nell’ambito delle iniziative in preparazione del 25 Aprile.
L’inaugurazione avverrà il 13 aprile alle ore 18.
L’apertura al pubblico è prevista tutti i giorni, con esclusione di Pasqua e Pasquetta, dalle ore 17 alle 19.
Redazione di Vercelli
Si concluderà giovedì 14 aprile la trentesima edizione della rassegna di viaggi Immagini dal Mappamondo.
Sarà Ugo Breddo a presentare proprio il viaggio in Perù e Bolivia con cui diede inizio alla rassegna nel lontano novembre del 1992.
Il viaggio inizia dalla capitale Lima per raggiungere attraverso la Panamericana il piccolo paese di Nazca, noto in tutto il mondo per le sue linee tracciate nel deserto. Su questi disegni si sono scritti tanti volumi, più o meno fantascientifici, ma sicuramente è strano come siano stati tracciati con tanto impegno e come siano visibili, a causa delle grandi dimensioni, solo dall’aereo.
Si varcherà con il treno l’alta Cordigliera andina, per raggiungere Puno sul lago Titicaca, da cui si partirà per visitare le isole di totora, abitate degli Uros, e la solitaria Taquile. Poi, attraversata la frontiera di Desaguadero, si entrerà in Bolivia per raggiungere la capitale La Paz, il cui centro si trova a poco più di 2000 metri ,mentre le case della povera periferia sfiorano i 4000.
Dalla capitale, attraverso impervie strade, si raggiungeranno i campi da sci più alti del mondo a 5570 metri sul ghiacciaio del Chacaltaya, dove dal rifugio del Club Andino si gode una bellissima vista sulla catena e sulla candida cima del Monte Potosì.
Lasciata la Bolivia, si raggiungerà Cuzco, detta l’Ombelico del Mondo, la capitale del più antico e vasto impero americano.
Le immagini ci porteranno nel cuore della città con la bellissima Plaza de Armas e le sue chiese, costruite sopra il palazzo di Viracocha, ultimo imperatore Inca, utilizzandone come fondamenta i perfetti blocchi di pietra.
Partendo da Cuzco non si può non recarsi a visitare il coloratissimo mercato di Chincheros, dove si possono vedere i più bei costumi della zona. Dopo aver percorso a piedi la profonda valle dell’Urubamba, si raggiunge la tappa principale del viaggio Machu Picchu, la più grande attrattiva, non solo del Perù, ma di tutta l’America del Sud.
Infine un volo porterà il pubblico nella foresta amazzonica peruviana a Puerto Maldonado sul Rio Madre de Dios, dove si scatenò nel secolo scorso una vera corsa all’oro. Ci si inoltrerà nella foresta per raggiungere ciò che rimane della barca utilizzata durante le riprese del famoso film degli anni Settanta sulle imprese di Fitzcarraldo.
“Giunti al termine di questa edizione – conclude Ugo Breddo – voglio ringraziare tutti i relatori che si sono succeduti in questi mesi, nonché Elisa Bonacasa e Federico Ranghino, che hanno curato la messa in onda di tutte le serate sul canale YouTube ed il CAI vercellese, che ospita la rassegna fin dal suo inizio”.
L’appuntamento, per tutti gli amanti dei viaggi, per vedere e sentire i tanti aneddoti, è fissato presso la mitica saletta intitolata al Cav. Petri del CAI vercellese, in via Stara, 1.
Per partecipare in presenza sarà indispensabile prenotarsi, scrivendo alla mail immaginidalmappamondo@gmail.com e sarà necessario inoltre essere in possesso del Grenn Pass ed indossare la mascherina.
Ma si potrà anche seguire la serata a distanza sul canale YouTube ( https://www.youtube.com/watch?v=8eo2jKisIsA ) e sulla pagina facebook https://www.facebook.com/immagini.dalmappamondo
Redazione di Vercelli
Grande attesa all’Istituto professionale “Lanino” per l’incontro con la scrittrice Laura Macaluso che il 13 aprile presenterà il suo avvincente romanzo “L’anno in cui tutto è cambiato” alle ore 14.50 nell’Aula magna dell’Istituto tecnico “Cavour”.
Laura nasce nel 1994 a Vercelli, ma è di origini siciliane. Ha scoperto la magia nascosta nelle parole da bambina e da allora non ha mai smesso di usarle per riempire pagine su pagine e dare via alle storie che le popolano la mente.
Dopo la laurea in “Culture e Letterature del Mondo Moderno”a Torino, ha frequentato a Milano il Master in “Arti del Racconto: letteratura, cinema e televisione”.
Quando non è impegnata a raccontare le vicissitudini dei suoi amati personaggi, divora libri e serie Tv come se non ci fosse un domani.
“L’anno in cui tutto è cambiato” è il suo primo romanzo e presto ne sarà pubblicata la seconda parte. Il romanzo racconta “la magia dell’ultimo anno di liceo. Un incontro capace di cambiarti la vita per sempre. Il coraggio di andare oltre le apparenze”.
Il libro è un romanzo di formazione, di crescita; è avvincente ed è frutto di ricerche, di molto tempo.
E’ un romanzo per tutti, per gli adolescenti, per chi è stato adolescente.
I messaggi di Laura arrivano al cuore perché trasmettono valori universali, li si colgono tra le righe e sono messaggi che diventano spunto di riflessione.
“Le sfide migliori sono quelle che fai con te stesso. Non esiste un avversario più difficile da vincere, sai?”- è quanto dice il nonno di Adam, uno dei protagonisti.
Laura questa sfida l’ha vinta!
Redazione di Vercelli
«Una città più pulita, più decorosa e più bella da vedere: con questo spirito stiamo lavorando in questi anni e la razionalizzazione dei contenitori per le pile e i farmaci scaduti va esattamente in questa direzione; oltre a rendere sicuramente più comodo il servizio».
Con queste parole il sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi, annuncia la nuova dislocazione dei bidoni per la raccolta delle pile esauste e dei farmaci scaduti in città, con la scelta, condivisa con Cosmo, di averli in prossimità di supermercati e farmacie.
«Se nelle frazioni e in alcuni punti strategici della città rimarranno i contenitori già presenti in passato – ha spiegato il presidente di Cosmo, Guido Gabotto -, si è deciso di collocare i bidoni per la raccolta delle pile in prossimità dei supermercati, quelli dei medicinali vicino alle farmacie e tutti e due i contenitori nelle vicinanze dei supermercati al cui interno sia presente una parafarmacia».
Il totale dei contenitori saranno venti per la raccolta delle pile e ventidue per i farmaci scaduti.
Redazione di Vercelli
La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento permanente di Varallo Sesia è intervenuta questa sera, sabato 9 aprile intorno alle ore 20.20, a Varallo Sesia per un soccorrere una persona che si era sentita male nella sua abitazione e risultava cosciente a terra e con il cibo sui fornelli accesi.
I Vigili del Fuoco hanno tagliato le inferriate con l’utilizzo di una cesoia idraulica e dopo essere entrati in casa, hanno prestato alla persona, le cure coadiuvando i Sanitari già presenti sul posto che hanno fatto gli accertamenti con il medico.
I locali sono stati messi in sicurezza e l’intervento è ancora in corso.
Redazione di Vercelli
La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento permanente di Varallo Sesia è intervenuta oggi, sabato 9 aprile intorno alle ore 17.00, a Borgosesia in frazione Lovario per un incendio che ha avuto origine dai cavi Enel 15000 v divelti dagli alberi caduti per il forte vento.
Per sopperire al disagio dell’assenza di corrente nelle Frazioni isolate, i tecnici dell’Enel hanno posizionato dei gruppi elettrogeni.
Sul posto sono intervenute anche le squadre volontarie dei Vigili del Fuoco di Cravagliana, Alagna, Santhià e in Dos di Verbania oltre a numerose squadre Aib e squadre Enel.
Redazione di Vercelli
Grande partecipazione di una comunità viva e coesa, che ha voluto dare vita a quella che ha tutte le caratteristiche per diventare una bella tradizione.
Ieri sera, 8 aprile, a Borgo Revel di Verolengo, ben 120 figuranti reperiti con un “casting” tutto autoctono, made in Parrocchia di S.Anna, hanno voluto offrire questa splendida azione liturgica della Via Crucis animata.
Vero raccoglimento e non meno autentico gusto per fare bene le cose.
Sarebbe troppo lungo elencare i nomi dei 120 figuranti che hanno impersonato i vari ruoli, sicchè linkiamo qui di seguito il brogliaccio della serata.
Un nome, però, bisogna farlo: è stato personalmente il Parroco Don Valerio D’Amico ad interpretare la figura di Gesù.
Ora l’appuntamento è a Verolengo, dove Venerdì santo riprenderà la tradizionale Processione del Cristo Morto.
Le immagini a corredo di questa pagina sono tratte dalla bella azione liturgica della Via Crucis, preparata dalla Parrocchia di Borgo Revel nel giorno di giovedì 8 aprile.
Un ringraziamento ai Lettori per il bellissimo repertorio ed al Parroco, Don Valerio D’Amico, che ha personalmente interpretato la figura di Gesù.
***
Dal Libro del Profeta Isaia, Cap. 50, 4 – 7
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
Dal Salmo 21
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».
Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.
Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.
Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi, Cap. 2, 6 – 11
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
Dal Vangelo secondo San Luca, Capp. 22, 14 – 23, 56
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca
– Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione
Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».
– Fate questo in memoria di me
Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».
– Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.
– Io sto in mezzo a voi come colui che serve
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.
– Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
– Deve compiersi in me questa parola della Scrittura
Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».
– Entrato nella lotta, pregava più intensamente
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
– Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?
Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».
– Uscito fuori, Pietro, pianse amaramente
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
– Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.
– Lo condussero davanti al loro Sinedrio
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
– Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
– Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
– Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifìggilo! Crocifìggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
– Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
– Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
– Costui è il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
– Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
– Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
– Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.
***
UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA
Un mistero scritto nella nostra vita e nell’intere creazione
(Is 50,4-7; Fil 2,6-11; Sal 21; Lc 19,28-40)
In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
Con questa domenica entriamo nella Settimana santa, tempo nel quale riviviamo il mistero centrale della nostra fede, che si esprime nella passione, morte e resurrezione del Signore nostro Gesù Cristo. Questo mistero lo troviamo scritto come logica profonda nella nostra vita e nel dinamismo dell’intera creazione. Un seme gettato a terra non porta frutto se prima non muore, se non perde se stesso per donarsi alla terra, che lo trasformerà e restituirà alla luce ricco di una vita che si espande e si dona in un ecosistema dove nulla è inutile e tutto ha senso, in un servizio di interscambio che stupisce nella sua perfezione. Niente esiste per caso e nessuno nasce perché lo ha scelto, ci troviamo in questo mondo chiamati a custodire e a far crescere la vita che riceviamo e che incontriamo. Gesù ci precede salendo verso Gerusalemme, come un vero condottiero che non teorizza per altri il cammino, ma avanza lui stesso in prima linea. La sua marcia non ha rumore di guerra ma è quella di chi sceglie di amare andando fino in fondo, accettando tutte le conseguenze che questa decisione comporta. Colpisce la sua lucidità e consapevolezza, mentre prepara nei particolari il suo ingresso nella Città santa; Gesù non salirà su un cavallo forte e fiero per presentarsi come un re potente, ma chiederà in prestito un puledro, prediligendo la mitezza e l’umiltà. Così Gesù viene riconosciuto e acclamato re, benedetto come colui che viene nel nome del Signore. La sua presenza porta gioia e lode; mentre Gesù avanza tutti sono raggiunti da una gioia incontenibile che esplode nella lode, nella proclamazione delle meraviglie del Signore di cui sono testimoni. Questo momento di rivelazione, dove sembra che pace e gioia si abbraccino e che tutti ne possano godere, è turbato da una presenza che contesta, si oppone, non accetta di riconoscere una grandezza che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili. Questa forza, come la zizzania che si mescola al grano, si intromette per interrompere, per impedire che questa logica prenda posto nel cuore del popolo. I farisei non possono sopportare l’idea di dover ammettere che l’intuito del popolo ci vede meglio di tutta la loro sapienza acquistata negli anni e gelosamente difesa come privilegio e garanzia di superiorità.
Oggi diremmo che il sensus fidei (l’intuito di fede) del popolo arriva prima, perché Dio continua a scegliere di rivelarsi ai piccoli, ai semplici a coloro che non hanno sicurezze da difendere ma tutto da imparare e reimparare ogni giorno. L’invito è quello di fare unità nella lode del Signore, come un’unica voce che esulta di gioia nella presenza di Colui che ha talmente amato il mondo da dare la sua vita per ognuno di noi!
Possa la nostra lode restare tale anche davanti al dolore della croce e la nostra fede non cedere anche quando siamo raggiunti dal mistero del dolore e nella nostra vita tutto sembra perduto. Non è così, questa è la buona notizia del Vangelo che si concretizza e riattualizza nel mistero della Pasqua, dove tutto e tutti siamo restituiti alla vita che non avrà mai fine.
Le Sorelle Carmelitane
Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza