Mese: Aprile 2022
Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 2, 14. 22 – 32
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli ínferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli ínferi, né la sua carne subì la corruzione.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
Dal Salmo 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli ínferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 28, 8 – 15
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
(Stefano Di Tano) – Al cospetto del fischio di fine primo tempo, in Pro Vercelli-Fiorenzuola, c’erano tutti i segni di una totale mancanza di fiducia nella squadra di Nardecchia ostinata a giocare senza uno schema, con troppi timori di sbagliare e di perdere il tram dei play-off nel caso di una pesante sconfitta.
I pochi tifosi allineati sulle gradinate esposte al sole esprimevano silenziosamente il loro malcontento, tanto più che persino il giovane ma anche super applaudito Matteo Rizzo (portiere, n. 12) aveva commesso un grosso pasticcione (praticamente una “colomba pasquale”) a favore dei biancorossi lombardi che così si sono trovati fortunatamente in vantaggio al 44° del primo tempo grazie ad un tiraccio al volo di Elìa Giani, festeggiatissimo dai compagni e dalla panchina.
Dunque un secondo tempo che marcava male sul fronte delle speranze dei vercellesi: in 45 minuti erano stati tirati verso la porta avversaria una decina di corner, ma neppure uno aveva impensierito il portiere del Fiorenzuola, tanto erano confuse le linee d’attacco della Pro Vercelli.
Di questo, tutti eravamo consapevoli e purtroppo anche convinti. Senonchè qualche margine di energie positive erano rientrate nelle gambe dei nostri ragazzi e con esse anche una nuova lucidità, tanto che l’area di gioco a poco a poco si avvicinava molto alla porta di Burigana (F) e prima Cristini, poi Vitale, Masi e Panico avevano impegnato debolmente il n. 1 lombardo, mettendo in allarme la difesa avversaria che finalmente al 58° veniva trafitta da una furbesca girata in porta di Andrea Cristini (n. 4) ben appostato nei pressi del palo di sinistra, su cross da calcio d’angolo.
Rotto il ghiaccio, e tornati a riveder le stelle, i bianchi hanno cominciato a insistere con il coriaceo assedio di Panico, l’avanzamento di Masi e Auriletto, le scorribande di Louati.
Nascono ripetuti corners che sconvolgono la difesa ospite, e che anticipano il momento clou della gara che si concretizza con un tiro preciso nel sacco, di quei tiri che se ne vedono pochi in Serie C.
L’autore è Mattia Vitale, che riceve un lineare di rimessa e scarica di potenza da venti metri sull’esterrefatto portire.
Apoteosi di gioia nel vecchio Stadio Robbiano-Piola, dove le speranze di vittoria erano solo piccole luminose fiammelle di candela. Ma tutto era cambiato, anche in virtù di alcune sostituzioni decise da Nardecchia che aveva inserito giustamente Bruzzaniti, Gatto, Bunino, Minelli e Luca Rizzo.
Il finale, come vuole la consuetudine, è impegno di protezione al risultato conseguito anche se alcune azioni mettono ancora in pericolo la porta biancorossa.
La festa è grande, dopo tanto appetito, è tornata la vittoria e proprio nel momento più atteso, a conferma che la squadra può ancora dare forti segni di ambizione e di resistenza allo stress.
Questi 55 punti in classifica, in compagnia di Lecco e Triestina scaldano la speranza di fare risultato anche a Mantova (domenica 24 aprile), ultimo appuntamento del nostro. calendario.
Per il resto, le prossime emozioni saranno palpitanti e forse ci sarà ancora da sorridere, proprio come sabato 16 aprile, sabato pre-pasquale, con una bella Pro Vercelli espressa in piena sintonia con la migliore classifica sperata.
Redazione di Vercelli
Per la S.Messa di Pasqua, per chi non può prendere personalmente parte alla Liturgia, suggeriamo
la diretta streaming con il Santuario del Trompone – ore 10
Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 10, 34. 37 – 43
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
Dal Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi, Cap. 3, 1 – 4
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi.
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
Dal Vangelo secono San Giovanni, Cap. 20, 1 – 9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario che era stato sul suo capo non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
***
UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA
DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE
(At 10, 34.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9)
Carissimi Amici vi raggiungiamo attraverso queste righe di riflessione per vivere insieme la Risurrezione del Signore. Saremo in luoghi diversi. Saremo in situazioni di vita diverse. Saremo animati da sentimenti diversi. Ma unica è la speranza, unica la fede, unico l’amore che ci permette di accostarci a questo mistero di morte e risurrezione che celebreremo.
Se ci fermiamo sul testo del Vangelo che ci propone la liturgia della mattina di Pasqua, cogliamo una parola ricorrente: “sepolcro”. Non è una parola allegra, non è neanche una parola sulla quale ognuno di noi vorrebbe soffermarsi a meditare. E’una di quelle parole che si vorrebbe saltare a piè pari. Andando oltre. Cercando qualcosa di meno inquietante.
La Pasqua del Signore, invece, ci svela il suo significato proprio attraverso un sepolcro e per giunta un sepolcro vuoto. Un sepolcro che era nuovo e che è stato usato pochissimo, perché la forza della Vita è esplosa in quel sepolcro.
Una pietra e un sepolcro ci aiutano a meditare sull’eternità in cui già ci muoviamo ed esistiamo. Non esiste una vita a “tempo”, la vita è un contratto a “tempo indeterminato” con l’amore di Dio. Una volta che la nostra vita è stata lanciata nel mondo con la nascita, allora risuona nel cosmo un’eco di amore che progressivamente aumenta fino alla pienezza finale.
Che Cristo sia risorto ci può interessare tanto quanto. Ma se ci interessa la nostra vita, ci dovrebbe interessare anche la vita, la morte e la risurrezione di Cristo Gesù. Nel momento in cui lui è risorto, tutta la pienezza della nostra umanità è risorta con lui. Siamo “con – risorti” con Cristo. La liturgia ci farà ripetere questo concetto in tanti modi per cinquanta giorni dopo la Pasqua. I concetti ripetuti vengono assimilati meglio!
Cogliamo insieme la portata vitale di questo sepolcro vuoto che ci parla di vita e di vita eterna. Meditiamo che la nostra vita non “sarà” eterna, ma già da ora è eterna, perché inserita nel Risorto! Le azioni che compiamo, i pensieri che formuliamo, il nostro respiro, il nostro sguardo… tutto è già in fase di risurrezione e quindi di eternità. Circola in noi la vitalità del Risorto. Il sepolcro non è rimasto chiuso. La potenza della Vita nuova ha raggiunto tutti in ogni dimensione spazio temporale.
Il nostro pensiero forma il nostro agire: custodiamo allora il pensiero del sepolcro che ci parla di vita, guardiamo a questa assenza che ci parla di una Presenza.
Mentre stai passeggiando raccogli un ciottolo e portalo a casa: sarà la tua pietra rimossa dal sepolcro. Ogni volta che la tristezza e i sentimenti negativi sembrano vincere in di te e nella storia del mondo, ricordati che questo ciottolo è la pietra che è stata rimossa dal sepolcro, la Vita ha avuto la meglio sulla morte, il Risorto è con noi, la Risurrezione è viva in noi.
“Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria” (Col 3,1-4).
Santa Pasqua di Risurrezione dalle vostre Sorelle Carmelitane
Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza
Aygreville-Alicese Orizzonti 1-1
Venaria-Biellese 1-4
La Pianese-Borgaro 1-1
Settimo-Dufour Varallo 0- 0
Città di Baveno-Fulgor Ronco Valdengo 2-1
Borgovercelli-Pro Eureka 2-2
Oleggio-Stresa 2-1
Accademia Borgomanero-Verbania 0-1
Riposa: LG Trino
La classifica
Stresa 66*
Biellese 59**
Borgaro 52**
Oleggio 48*
Accademia Borgomanero 46**
Settimo 41**
Pro Eurek 41*
Venaria 39**
La Pianese 38**
Aygreville 37**
Verbania 33*
Città di Baveno 31**
LG Trino 31*
Alicese Orizzonti 31**
Fulgor Ronco Valdengo 23**
Dufour Varallo 18**
Borgovercelli 18**
* una partita in meno
** due partite in meno
Redazione di Vercelli
Grande vittoria in Coppa del Mondo di Scherma Paralimpica in corso a San Paolo, in Brasile, per Andreea Mogos.
La fiorettista piemontese tesserata per le Fiamme Oro e di base alla società Lame Rotanti, si è imposta in una finale tutta azzurra contro Loredana Trigilia, col punteggio di 15-14.
La torinese, dopo un percorso netto nella fase a gironi, ha battuto 15-0 nel tabellone dei 16 la brasiliana Rudineia Manica e, ai quarti, ha vinto 15-12 sulla georgiana Gvantsa Zadishvili. Nell’assalto della semifinale è riuscita a prevalere alla priorità 13-12 sull’altra georgiana Nino Tibilashvili, conquistando così l’accesso al match finale.
Coppa del Mondo paralimpica – Fioretto femminile CAT. A – San Paolo (BRA), 14 aprile
Finale
Mogos (ITA) b. Trigilia (ITA) 15-14
Semifinali
Trigilia (ITA) b. Kwon (Kor) 15-11
Mogos (ITA) b. Tibilashvili (Geo) 13-12
Quarti
Trigilia (ITA) b. Vide (Fra) 15-10
Mogos (ITA) b. Zadishvili (Geo) 15-12
Kwon (Kor) b. Rodriguez Menendez (Esp) 15-6
Tibilashvili (Geo) b. Veras (Bra) 15-5
Tabellone dei 16
Trigilia (ITA) b. Pengprasittipong (Tha) 15-1
Mogos (ITA) b. Manica (Bra) 15-0
Fase a gironi
Loredana Trigilia: 5 vittorie, 0 sconfitte
Andreea Mogos: 5 vittorie, 0 sconfitte
Classifica (18): 1. Andreea Mogos (ITA), 2. Loredana Trigilia (ITA), 3. Nino Tibilashvili (Geo), 3. Hyo Kyeong Kwon (Kor), 5. Judith Rodriguez Menendez (Esp), 6. Rayssa Veras (Bra), 7. Brianna Vide (Fra), 8. Gvantsa Zadishvili (Geo)
Redazione di Vercelli
Pro Vercelli–Fiorenzuola 2-1
Marcatori: 44’ pt Giani, 13’ st Cristini, 37’ st Vitale
Pro Vercelli (3-4-3): Rizzo M.; Cristini, Masi, Auriletto; Iezzi (1’ st Bruzzaniti), Louati, Vitale, Crialese (26’ st Gatto); Della Morte (18’ st Bunino), Comi (41′ st Minelli), Panico (18′ st Rizzo L.). A disp.: Rendic, Valentini, Rolando, Clemente Macchioni, Secondo. All.: Nardecchia.
Fiorenzuola (4-3-3): Burigana; Danovaro (38’st Potop), Ferri, Cavalli, Dimarco; Piccinini, Nelli (20’st Oneto), Stronati (38′ st Zunno); Giani (6′ st Mamona), Mastroianni, Sartore (6′ st Bruschi). A disp.: Battaiola, Ghisolfi, Gerace, Fiorini, Currarino, Arrondini, Guglieri. All.: Tabbiani.
Arbitro: Andreano di Prato
Guardalinee: Lipari di Brescia e Rastelli di Ostia Lido
Quarto uomo: Esposito di Ercolano.
Ammoniti: Louati (PV), Vitale (PV), Potop (F)
Recupero: 2’ pt – 5’ st
Dopo due sconfitte i leoni tornano alla vittoria.
A sbloccare la gara è Giani prima del riposo.
Nella ripresa pareggia Cristini e poi Vitale ribalta la situazione.
Pro subito pericolosa con Masi, la difesa ospite si salva.
Il Fiorenzuola ci prova con Giani, Rizzo respinge.
Minuto 20, Panico in acrobazia manda a lato.
Quattro minuti dopo, l’incornata di Cristini esce di un soffio.
Al 27′ Piccinini non inquadra lo specchio della porta.
Prima del riposo Giani raccoglie palla e insacca il vantaggio per il Fiorenzuola.
Al 13′ della ripresa Cristini su azione d’angolo in girata fa gol.
La Pro prende in mano le redini del gioco ma non riesce a trovare altri gol.
Gatto ha un’ottima occasione ma la sciupa.
Nel finale Vitale con un gran gol regala il successo alla Pro.
La gara si chiude con l’espulsione del tecnico ospite e il super intervento di Rizzo.
Redazione di Vercelli
Cari Lettori,
con la cronaca della partita della Pro Vercelli, in campo oggi pomeriggio contro il Fiorenzuola, termina per qualche giorno il nostro lavoro.
Ci prendiamo un po’ di riposo e VercelliOggi.it, con gli altri Portali quotidiani di informazione di prossimità, riprenderà gli aggiornamenti dalla tarda serata di lunedì 18 aprile e, poi, regolarmente da martedì.
Auguriamo a tutti voi ed alle persone che vi sono care, di trascorrere una serena Pasqua.
A presto.
Sempre molto partecipata, la processione del Venerdì Santo a Verolengo, riunisce il popolo di Dio nella commemorazione della morte di Gesù, evento che tuttavia prepara, con l’oltraggio della Croce, la signorìa della Pasqua.
Si tratta di un’azione liturgica che affonda la propria radice in una tradizione remota e rappresentata sempre con una iridescenza simbolica semplice, eppure a suo modo ricercata per renderla più eloquente.
Anzitutto, da un punto di vista sociale, le Confraternite sono protagoniste: Corpus Domini, S. Orsola, Assunta, S. Rosario, Madonnina e SS. Trinità.
Come sappiamo, questi sodalizi rappresentano, nel corso dei secoli ed in tanti contesti locali, oltre quello di Verolengo, come una “saldatura” tra la comunità civile e quella ecclesiale, tra l’istituzione laica e quella religiosa.
Molta cura la rappresentazione ha sempre riservato ai particolari che dicono della “macchinazione” perpetrata per mettere a morte il Giusto: dalla “mano” che rappresenta lo schiaffo di Anna, ai due bastoni, fino al guanto servito per confezionare, senza che il carnefice si pungesse, la corona di spine.
Insieme ad altri (ad esempio le colonne) dicono di uno studio meticoloso per rappresentare, in modo accessibile al popolo, soprattutto nei tempi passati, quando l’informazione e l’istruzione erano patrimonio di pochi, gli elementi di una “storia” che permette alla fede di farsi cultura condivisa.
Il Crocifisso è molto antico e potrebbe risalire addirittura al XVI secolo.
***
Centrale e caratteristica, distintiva della tradizione di Verolengo rispetto ad altre azioni liturgiche nel Piemonte e non solo, la presenza di un simulacro della Sindone.
Ciò deporrebbe per rilevare una sintonia tra lo spirito che anima questa tradizione locale e la “stabilizzazione” torinese del Sacro Lino che, appunto, risale ai provvedimenti adottati dai Savoia nel tardo XVI Secolo.
Dal passato al presente, la gente ha dimostrato anche ieri, Venerdì Santo 2022, di aderire all’invito del Parroco Don Valerio D’Amico ed ha seguito l’effige di Cristo, anche sostenendo la rappresentazione con la partecipazione di molti bambini e ragazzi, soprattutto di quelli che riceveranno i Sacramenti.
(marilisa frison) – Un buon cristiano non dovrebbe mai mancare alle celebrazioni del triduo pasquale, sono fondamentali, perché ci portano alla festa più importante dell’anno, la Pasqua: la vita vince la morte.
A Trino dopo una notte di veglia e adorazione al Santissimo nella cappella di Lourdes, dove Nostro Signore non è mai stato lasciato solo, c’è sempre stato un via vai di fedeli per tutta la notte che gli ha tenuto compagnia, oltre agli animatori dell’oratorio Sacro Cuore che hanno coperto l’intera nottata dandosi il cambio. Bravissimi ragazzi.
Anche le celebrazioni del Venerdì Santo sono state particolari, don Patrizio Maggioni, parroco di Trino, all’inizio della funzione religiosa delle 18, ha ricordato che stavamo celebrando la morte di Gesù in Croce che è morto per noi.
In un altare spoglio, senza nessun orpello, in un clima di raccoglimento dove le campane tacciono, la custodia del Sacramento è vuota, non si dice messa, è stata celebrata la Passione di Cristo.
Il parroco ha esordito “Mentre ascoltavo queste parole di Giovanni, tra me e me ho pensato: queste parole dovremmo impararle, saperle a memoria perché sono il cuore del messaggio cristiano, in queste pagine c’è la nostra salvezza [….]”.
Dopodiché c’è stato il rito della Croce, i sacerdoti, don Maggioni e Padre James, coadiuvati da Giancarlo Tione, partendo dal fondo della chiesa hanno portato la Croce all’altare sollevandola per tre volte al canto di “Ti saluto o croce Santa”, è seguito un momento di adorazione. Prima di sciogliere l’assemblea don Pato ha ricordato l’appuntamento per la processione delle 20,45 con partenza dalla chiesa dell’Addolorata (Madonna della Neve).
Tantissimi i fedeli che hanno preso parte a questa suggestiva processione del Cristo morto con al seguito la Madonna Addolorata, in una serata dal clima carezzevole, resa ancora più fascinosa dal plenilunio, che ha accompagnato l’intera moltitudine di presenze, in fila, a passo moderato, per le vie della nostra Trino, pregando, cantando, intercalandosi al suono della esperta banda cittadina “G. Verdi”.
È stata fatta una sosta in chiesa in cui si è riflettuto e meditato sulle ultime sette parole dette da Gesù sulla Croce.
La prima parola: Padre perdona loro, non sanno quello che fanno;
la seconda parola la dice al buon ladrone: Sarai con me in paradiso;
la terza parola la dice alle persone care: Ecco tuo figlio dice a sua madre, e a Giovanni dice: ecco tua madre;
la quarta parola è una parola forte e rivolgendosi al Padre dice: Dio mio, perché mi hai abbandonato!;
la quinta parola: Ho sete;
la sesta parola la dice all’epilogo della sua vita: Tutto è compiuto;
La settima ed ultima parola che Gesù dice sulla Croce è: nelle tue mani consegno il mio Spirito. Gesù si consegna al Padre, senza aver capito tutto il progetto del Padre. Si fida con fede, affinché il suo bene vinca su tutto l’odio del mondo e porti la pace.
Successivamente, la processione ha ripreso il suo cammino per le strade di Trino, a fare da apripista le Umiliate, seguite dalla banda musicale, dai chierichetti con i futuri comunicandi, dai Sacerdoti, dalle autorità, dal Cristo morto portato a mano dal Gruppo Alpini Trino, dalla Madonna Addolorata posta sul camioncino di Davide Ciceri e da tutto il popolo di Dio.
La processione è terminata davanti alla chiesa della Madonna della Neve, da dove era partita, e dopo i saluti e i ringraziamenti di don Maggioni, il Cristo morto e la Madonna Addolorata sono ritornati al proprio posto.
Erano due anni che non si viveva questo bel momento comunitario di preghiera e meditazione per le vie della città, anche se don Maggioni, non ci ha mai fatto mancare la presenza di Maria, portandola personalmente a farci visita via per via, casa per casa.
Il prossimo appuntamento è Sabato 16 Aprile alle 21 in San Bartolomeo per la Veglia pasquale.
Il distaccamento permanentemente di Varallo Sesia è intervenuto oggi, venerdì 15 aprile intorno alle ore 20.20. per un soccorso a persona nel comune di Alto Sermenza – Fraz. Sauze.
La squadra interessata ha dovuto adoperarsi per il recupero e al trasporto di una malcapitata signora che cadendo da un dirupo nelle prossimità della propria abitazione e a causa delle varie ferite e contusioni necessitava di assistenza sanitaria urgente.
Sul posto sono intervenuti anche i Sanitari, il Soccorso Alpino, la Guardia di Finanza e i Carabinieri.
Redazione di Vercelli