Mese: Marzo 2022
Messaggio promozionale rivolto sia all’ambito locale sia ai visitatori esterni per diventare consapevoli della grande ricchezza di attrattive commerciali del Monferrato.
“Tipicità squisite, borghi meravigliosi, natura spontanea, tradizioni intramontabili, eventi imperdibili e un insostituibile relax: tutto questo ti aspetta nel Distretto Diffuso del Commercio Cuore del Monferrato”. Queste le parole che compaiono sulla nuova cartolina realizzata dalla realtà aggregativa che abbraccia oltre 60 comuni a cavallo fra Po e Tanaro e ha portato a termine uno dei punti richiesti dalle stesse linee di attuazione della prima fase di creazione dei Distretti sul territorio della Regione Piemonte.
Come si legge sulla stessa grafica è infatti l’ente regionale a promuovere “i distretti del commercio come ambiti territoriali nei quali gli enti pubblici, i cittadini, le imprese e le formazioni sociali liberamente aggregati sono in grado di fare del commercio un fattore di innovazione favorendo l’occupazione, l’attrattività turistica, la competitività delle imprese e la rigenerazione e valorizzazione del tessuto commerciale”.
E proprio il commercio viene dunque ad assumere la valenza di strumento di sviluppo a 360° coniugando tanti aspetti cardine nel progresso di un territorio ampio e variegato (dalle pianure fluviali alle colline del vino) esteso su oltre 800 kmq con una popolazione demografica di circa 59 mila abitanti e una popolazione di operatori commerciali di oltre 800 realtà commerciali dedite a beni e servizi di svariato genere.
Per sensibilizzare il territorio distrettuale verso le potenzialità commerciali del Monferrato la cartolina presenta sul fronte una miscellanea di immagini che sintetizzano alcuni degli aspetti più attrattivi: dall’enogastronomia e artigianato tipico (con scatti di agnolotti, salumi, riso e specialità culinarie) fino agli eventi e al patrimonio immateriale che contribuisce ad arricchire il turismo (fra le istantanee scelte il paesaggio, vero motore di attrazione targato Unesco, e l’arte).
“Attraverso questo insieme di risorse – è il parere di Christian Orecchia, sindaco di Moncalvo, comune capofila del Distretto – si intende innanzitutto accrescere la consapevolezza degli operatori locali circa la grande ricchezza di elementi di forza che esistono sul nostro territorio e poter affascinare e attrarre l’attenzione di visitatori e clienti provenienti dall’esterno.”
Non a caso la cartolina è effettivamente “spedibile” come una sorta di invito ad avvicinarsi al Monferrato e a scoprirne tutte le peculiarità ma è anche un mezzo per rimandare ai canali social del neonato Distretto onde conoscere curiosità, eventi e notizie di questo territorio.
Dominata dal logo del distretto, la cartolina mostra nel retro anche una mappa per identificare facilmente il posizionamento dell’area del Distretto individuando anche i paesi che, al suo interno, hanno ottenuto marchi di prestigio come le “Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano” o “I Borghi più belli d’Italia”.
Le migliaia di copie della cartolina sono già in distribuzione presso i vari Comuni del Distretto affinché possano trovare posizionamento presso le attività commerciali e i punti di transito dei cittadini e visitatori.
E nel frattempo si è tenuta anche una passerella torinese per il Distretto del Commercio “Cuore del Monferrato” che negli scorsi giorni era rappresentato nella suggestiva cornice di Palazzo Madama per la conferenza stampa aperta ai 77 distretti diffusi e urbani che sono stati istituiti nel 2021 alla quale è intervenuta l’Assessore Regionale al Turismo e Commercio Vittoria Poggio parlando di “brand identity” alla platea.
Ad assistere alla consegna delle targhe con i loghi dei vari Distretti erano presenti anche rappresentanti delle Camere di Commercio, Ascom e Confesercenti dinanzi i quali sono state illustrate le peculiarità di ogni logo (per il Distretto Cuore del Monferrato il concept personalizzato del logo è frutto della realizzazione del designer monferrino Davide Gallina che ha inserito, su uno sfondo caratterizzato dai colori aleramici, il tratto verde del paesaggio locale) non senza trascurare le caratteristiche comuni come la riproduzione della bandiera del Piemonte e il semicerchio in cui è collocato il distintivo di ognuna delle 77 realtà, per evocare la circolarità a cui si ispira la filosofia di ogni distretto.
I comuni del Distretto:
Capofila: Comune di Moncalvo
Comuni aderenti: Alfiano Natta, Altavilla Monferrato, Balzola, Calliano, Camagna Monferrato, Camino, Casorzo, Castagnole Monferrato, Castell’alfero, Castelletto Merli, Castello di Annone, Cella Monte, Cereseto, Cerrina Monferrato, Cerro Tanaro, Cocconato, Coniolo, Conzano, Cossombrato, Frassinello Monferrato, Frinco, Fubine Monferrato, Gabiano, Giarole, Grana, Grazzano Badoglio, Lu e Cuccaro Monferrato, Mombello Monferrato, Montechiaro d’Asti, Montemagno, Montiglio Monferrato, Morano Po, Murisengo, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Penango, Pontestura, Ponzano Monferrato, Portacomaro, Quattordio, Refrancore, Robella, Rocchetta Tanaro, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, San Giorgio Monferrato, Scurzolengo, Solonghello, Terruggia, Tonco, Treville, Viarigi, Vignale Monferrato, Villadeati, Villamiroglio, Villanova Monferrato
Redazione di Vercelli
Sabato 19 marzo si è svolto il trofeo nazionale di jiujitsu Pistoia Challenge, della Unione Italiana Jiujitsu .
Più’ di 600 atleti si sono dati battaglia nella competizione che si è svolta sia nella specialità con kimono che senza kimono.
La Pro Vercelli Bjj Batatinha Team ha partecipato con una rappresentanza di quattro atleti a entrambe le specialità, guidati dal maestro Roberto Lai, riuscendo a salire su tutti i podi.
Beatrice Vilcenau porta a casa il bronzo nel no gi donne assoluto cintura blu, Kleiton Pereira bronzo categoria e assoluti nogi e kimono, Pietro Ferrero nella categoria juvenile blu conquista oro nel nogi e argento col kimono e Paolo Cerutti guadagna un bronzo nelle cinture bianche col kimono.
Risultato più che ottimo considerando la presenza di team nazionali con molti più atleti in gara .
Prossimo appuntamento per la squadra vercellese il Torino Challenge del 3 aprile, gara internazionale con circa mille partecipante.
Redazione di Vercelli
Primo tempo, e subito nasce l’illusione di un grande risultato (goal al 2° minuto di Giuseppe Panico) ma i biancorossi di Giovanni Mussa non ci stanno a perdere, e inseguono caparbiamente il pareggio che arriva al 20° minuto. Seguono attacchi ripetuti da ambo le parti, ma è la sagra degli sbagli che non schioda l’uno a uno iniziale.
(Stefano Di Tano) – In assenza di Matteo Rizzo fra i pali, è Alex Valentini che difende egregiamente la porta della Pro Vercelli dai numerosi assalti della Pergolettese che, dopo la botta ricevuta già al primo giro di orologio, dimostra una vivace reazione e una certa capacità di arrivare nell’area avversaria, con una serie di cross dalla sinistra che offrono facili opportunità di mettere in rete. Su uno di questi, è proprio Filippo Scardina (maglia n. 11) che supera con una ottima incornata l’estremo vercellese.
E’ stata molto laboriosa ma anche altrettanto imprecisa la rincorsa della Pro verso la porta di Matteo Soncin fatta di azioni propositive precedute da lunghi lanci di Minelli, Auriletto e Vitale per Louati, Clemente ed il solito onnipresente Panico, ma senza efficacia sia per gli interventi coraggiosi del portiere lombardo, che per la sfortunata serie di “pali” e traverse che hanno impedito alla Pro Vercelli di ritornare in vantaggio.
Purtroppo, anche altre azioni di discreta fattura avrebbero meritato ben altro esito, ma è emerso anche oggi un difetto che spesso compare in certe partite, quando i nostri attaccanti perdono attimi preziosi per saldare il conto e andare alla vittoria. Tanto più, il disappunto nasce e cresce quando il goal appare come logica e perfetta conseguenza del gioco effettuato.
Un pareggio, anche se casalingo, è sempre una buona occasione per muovere la classifica, ed in positivo è giusto ricordare che trattasi del nono risultato utile consecutivo, un punto che ci fa rimanere in una allettante casella vicina ai primi della classe che rispondono ai nomi di Sudtirol, Padova, Renate, Feralpisalò, squadre con aperte ambizioni di promozione in Serie B.
Questa, per finire e per dovere di cronaca, è la formazione scesa in campo contro la Pergolettese domenica 26 marzo 2022, diretta da Massimiliano Nardecchia: Pro Vercelli – Valentini, Minelli, Cristini, Auriletto, Della Morte, Vitale, Louati, Crialese, Clemente, Bruzzaniti, Panico. Subentrati nel 2° t.: Rizzo Luca, Belardinelli, Bunino, Rolando, Leonardo Gatto.
Tra pochi gioni ci aspetta un incontro di alta classe, nientemeno che una squadra di grande valore che verrà a Vercelli per confermare la sua posizione in classifica; parliamo del Padova e certamente assisteremo ad una partita molto combattuta.
I nostri tifosi saranno chiamati a sostenere i bianchi leoni con tutto il cuore ed il fiato disponibile, come è sempre avvenuto nelle passate lontanissime gare al Robbiano e nella Città di Sant’Antonio.
Redazione di Vercelli
Dal Libro di Giosuè, Cap. 5, 9. 10 – 12
In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.
Dal Salmo 33
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
Dalla seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap.2 5, 17 – 21
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 15, 1 – 3. 11 – 32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA
(Gs 5,9-12; Sal 33; 2Cor 5,17-21; Lc 15,1-3.11-32)
I pubblicani si avvicinano a Gesù. I farisei si tengono a distanza e mormorano.
Avvicinarsi o mormorare? Nella vita bisogna saper scegliere. Chi non sceglie rimane fermo e viene trascinato dagli eventi. Questo tempo liturgicamente prezioso della Quaresima ci sta aprendo la strada verso la Risurrezione. Il giardino, la tomba, il Risorto. Vediamo tutto questo all’orizzonte. Sostenuti da una luminosa speranza, vogliamo imparare a scegliere tra questi due verbi: avvicinarsi o mormorare.
I pubblicani si avvicinano a Gesù e Gesù poi si avvicina a loro, tanto da condividere il pranzo, la tavola, la prossimità. I farisei, sapienti per il mondo, ma calcolatori nel cuore, non si avvicinano a Gesù. Dalla loro “alta” posizione scelgono di mormorare. Guardano ai fatti, alle persone, a Gesù, come guardassero un film al “cinema drive in”. Non si scomodano di scendere dalla loro macchina e mentre osservano la vita e gli eventi, sgranocchiano noccioline. Guardano, ma non partecipano alla vita. Chiusi nel bunker delle loro convinzioni sono scollati dai problemi della gente.
Il Vangelo è conosciuto: c’è un padre che ha un cuore grande, ci sono due fratelli che forse non hanno mai dialogato molto tra loro e così si ritrovano estranei nella stessa casa.
La parabola del padre misericordioso ci aiuta a scuotere la polvere dal nostro cuore: un padre, una madre
(e Dio è Padre/Madre), amano a tempo pieno, amano sempre, amano, e amando concretizzano la speranza che è risposta nel loro cuore.
Il padre dà al figlio la vita, ma al figlio non basta, allora il padre dà al figlio la sua parte di eredità, il padre accetta di “morire” prima del tempo pur di donare gioia al cuore del figlio, purché l’ansia di ricerca del figlio si plachi. Ma il figlio non trova pace, gira e rigira su sentieri lontani. Cerca libertà, cerca però anche sicurezze, cerca soddisfazioni migliori di quelle di una casa, un orto e una stalla con un vitello grasso. Che mi importa del vitello grasso? Io con i miei soldi compro tutto ciò che voglio!
Ma l’amore non si compra, il caldo di un abbraccio paterno non te lo vende nessuno.
Quale verbo scegliamo allora per sperimentare la vita?
Avvicinarsi o mormorare? Avviciniamoci alla casa del Padre. Entriamo nella casa del nostro cuore dove c’è la Presenza di Dio che ci attende.
Mormorare su questo o su quello, mormorare sul fratello, sulla sorella, non fa che lasciarci fuori dalla vita e fuori da noi stessi. Il suono della festa che già è iniziata nella casa del Padre è per ognuno di noi: non serve fare i risentiti contro tutto e tutti. Il fratello maggiore non ha avuto meno dal Padre, che è andato incontro anche a lui.
Torniamo ad abbracciare Dio nel profondo di noi stessi, altrimenti saremo sempre figli che vagano alla ricerca della propria identità e allo stesso tempo figli che mormorano contro tutti e tutto.
Avviciniamoci a Dio e lui si avvicinerà a noi!
Le Sorelle Carmelitane
Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza
Elettra Veronese Capogruppo Consigliare Candelo per tutti, riassume le richieste, le mozioni e le interpellanze discusse nel Consiglio Comunale del 24 marzo che si è svolto dalle ore 18.00 alle ore 22.00 circa.
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Cinque le richieste del nostro gruppo e quattro le mozioni e le interpellanze discusse, nostre o co-firmate con l’altro gruppo di minoranza o con un consigliere di maggioranza.
Per prima cosa abbiamo chiesto che, per il futuro, l’assessore all’urbanistica mantenga la parola data e al termine del tempo che si riserva per riflettere sulle proposte o per rispondere ai quesiti dell’Opposizione, nel caso di specie in merito alla viabilità della parte nord di Candelo (scaduto a fine novembre 2021), risponda oppure almeno avvisi di non essere in grado di farlo, chiedendo una proroga.
Abbiamo poi rimproverato il Sindaco per l’abitudine di convocare Consigli Comunali solo quando di necessità alla Maggioranza, posticipando anche di molti mesi la sessione consiliare quando da discutere ci sono “solo” interpellanze e mozioni delle Opposizioni, difatti alcune nostre mozioni e interpellanze discusse il 24/03/2022 risalivano addirittura a novembre 2021.
La terza richiesta ha riguardato la dovuta cortesia del Sindaco di garantire all’interno della sala consiliare e per tutta la durata della sessione una temperatura ambientale confortevole per chi non è un pinguino.
La quarta richiesta era inerente al ripristino del decoro dell’aula consiliare ante-pandemia, coprendo nuovamente con il manto rosso che ne dava uniformità e solennità gli umili banchi di legno denudati.
Infine, ma non meno importante, abbiamo richiesto che d’ora in poi l’ordine del giorno riporti la sequenza degli argomenti in trattazione, in particolare mozioni e interpellanze, nel rispetto del numero di protocollo di ricezione, ovvero della data di deposito e non, come nuovamente accaduto, alla rinfusa.
Passiamo ora a mozioni ed interpellanze.
La nostra mozione che proponeva l’acquisto e l’installazione di bracieri in piazza Castello e all’interno del Ricetto nel periodo natalizio 2021 è stata bocciata (a primavera ormai inoltrata!), avendo il nostro Sindaco, diversamente dai Primi Cittadini di molte città turistiche con importanti siti storici in Italia e all’estero, “perplessità” sulla loro sicurezza.
Incassato il no della Maggioranza anche sulla proposta di creare una piattaforma on-line che consenta ai Candelesi di seguire i Consigli Comunali da remoto, ossia comodamente da casa (si pensi agli anziani e ai disabili, non così propensi o impossibilitati ad uscire) in quanto restio ad investire denaro per l’acquisto delle attrezzature tecniche necessarie, spesa stimata in circa € 20.000,00 e qui vale la pena un confronto con l’atteggiamento invece tutt’altro che parsimonioso tenuto quando si parla di Ricetto, ma non solo. Sappiano difatti i Candelesi che Sindaco e Giunta hanno in progetto di spendere una ingente somma di denaro per ristrutturare, previa demolizione e rifacimento ex novo, l’ala vecchia dell’edificio della scuola elementare, ignorando bellamente il costante calo demografico ed anche, pur disponendo di un ampio sottotetto alla scuola materna, di costruire un nuovo locale in giardino – da adibire a non è bene dato sapere cosa – riducendo buona parte dell’area verde – dopo il già barbaro abbattimento di alberi -.
Dulcis in fundo le nostre interpellanze relative alla manutenzione del Ricetto ed al progetto di realizzare un’opera in collaborazione con Cittàdellarte. Come ormai divenuto chiaro da quando il nostro Gruppo ha iniziato ad esprimere apertamente le proprie perplessità ed a chiedere chiarimenti al Sindaco, non esiste nessun progetto, non c’è nessuna autorizzazione al progetto da Soprintendenza e Revisori dei Conti, si tratta solo di una delle tante idee volatili a conferma dell’oramai inveterata abitudine di questa Amministrazione di dare alla stampa notizie sensazionalistiche, prive di qualsiasi fondamento.
Di fronte alla magra figura, è stato assai penoso ascoltare in aula la reprimenda del Sindaco ai giornalisti, a suo dire colpevoli di aver travisato i contenuti del suo comunicato con oggetto il Terzo Paradiso. A maggior ragione, essendo ancora in tempo, vale quindi porsi l’interrogativo se spendere € 98.000,00 per un ballatoio “firmato” sia una buona idea, considerato che basterebbero soli € 6.000,00 per ricostruire un ballatoio funzionale all’affaccio sulla valle, analogo al pregresso.
Anche altri gli argomenti trattati, ovviamente, in sintesi, tra questi: la carenza in seno al Comune di professionisti (ingegneri, architetti & co.) iscritti agli albi di riferimento, quindi autorizzati a redigere e firmare i progetti, possibilità non da poco dato che si tradurrebbe in un enorme risparmio economico – al punto da domandarsi per quale motivo non assumerne uno anche alla luce dei prossimi pensionamenti e/o modifiche all’organico dell’ufficio tecnico o magari in sostituzione degli esuberi nel settore turismo -, ed infine la permanenza di una percentuale di insoluti, quindi mancati pagamento del costo della mensa scolastica, che meriterebbe però una riflessione a parte.
Redazione di Vercelli
Traffico congestionato, ma, fortunatamente, nessun’altra conseguenza per il sinistro che, nel pomeriggio di oggi, 26 marzo, ha tenuto occupata la Polizia Municipale di Vercelli in Corso Prestinari.
Il tamponamento tra le vetture che si vedono nell’illustrazione ha reso necessario prendersi cura delle condizioni della conducente del mezzo posto davanti, che ha accusato un tipico “colpo di frusta”.
Se ne sono occupati i Sanitari del Servizio 118, sopraggiunti con l’Ambulanza.
(marilisa frison) – Nel giorno della Solennità dell’ Annunciazione, venerdì 25 marzo, scelto da Papa Francesco per la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dell’umanità e in special modo della Russia e dell’Ucraina, anche noi, a Trino, alle 17 in San Bartolomeo e alle 21 nel Santuario dell’Immacolata Concezione, prima della Via Crucis, abbiamo pregato e rivolto la supplica a Maria con le parole di Papa Francesco.
Questo venerdì, la Via Crucis itinerante si è tenuta, guarda caso, proprio, presso il Santuario dell’Immacolata Concezione, meglio conosciuto come chiesa di San Francesco, la preghiera di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, invocando la pace, secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, è stata letta da tre voci guida: don Riccardo Leone, Gianni Ronco e Paola Ferraro, un leggero sottofondo musicale faceva da eco.
Non sono state affidate al Cuore di Maria solo la Russia e l’Ucraina, ma tutto ciò che è ingiustizia, che è contro il diritto della persona umana, che è atteggiamento mafioso.
Tutte queste realtà che vogliamo trasformare insieme attraverso Maria per realizzare un mondo migliore.
Dopodiché, con il canto “Ti saluto o Croce Santa”, ha avuto luogo la Via Crucis, dove si è potuto seguire la Croce durante tutto il percorso doloroso. Molta la partecipazione e il raccoglimento nel rivivere il dolore, la sofferenza e la morte di Cristo, un’amorosa compassione per imparare la Via della Croce, la sola via di salvezza.
Un lungo elenco, anche quello che si deve compilare per il 2021 da poco trascorso: un elenco di Martiri.
Li conosceremo tra poche righe.
Si è parlato di loro a Borgo Revel, giovedì 24 marzo scorso, quando l’Ufficio Missionario Diocesano di Ivrea ha voluto invitare il popolo di Dio che vive in questa diocesi, per pregare insieme al Vescovo Mons. Edoardo Aldo Cerrato e fare memoria dei Martiri.
Memoria dei Martiri riflettendo sull’idea di martirio, “testimonianza resa a Cristo a prezzo delle vita, in situazioni di rottura”.
Così sintetizza il Card. Carlo Maria Martini dettando i pensieri che avrebbero poi formato il piccolo volume “Chiesa, Vescovo, Martirio” (1983).
Era viva ed ancora sanguinante la ferita procurata all’umanità dall’assassinio del Vescovo Mons. Oscar Romero, poco più di 30 anni fa, il 24 marzo 1980.
Quando il Presule celebrava l’Eucarestia, nel momento della Consacrazione.
Una morte, se non annunciata, certamente da lui stesso in qualche modo preconizzata:
“Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, il mio sangue sia seme di libertà”.
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Il martirio – continua il Card. Martini – si compie quando il dialogo cessa. Così è accaduto al primo Martire, Stefano (…). Stefano sta parlando, ma ad un certo punto è interrotto:
“Gridando con voce grande si coprivano le orecchie e si gettarono come un sol uomo contro di lui” (At.7,57).
Stefano non riesce più a parlare: gli interlocutori non vogliono più ascoltarlo e gli usano violenza.
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Resta scolpita nella memoria la lettura delle ultime parole di San Policarpo, mentre già vede il Patibolo:
“Signore Onnipotente, Padre di Gesù Cristo, tuo amatissimo e benedetto Figlio… Io ti benedico perché mi hai reso degno di questo giorno e di quest’ora, di prendere parte al numero dei Martiri, al calice del tuo Cristo, per la risurrezione della vita eterna, dell’anima e del corpo, nella incorruttibilità dello Spirito Santo”.
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Sono pensieri che si sono affacciati proprio la sera tracorsa nella bellissima chiesa di Borgo Revel, ricca di vestigia storiche, pulsante di vitalità pastorale, retta dal Parroco Don Valerio D’Amico, che è stato ospite discreto quanto attivissimo.
La parola del Vescovo (che riprendiamo integralmente nel nostro video) ha avviato la veglia di preghiera e come incoraggiato la riflessione, culminata nelle parole di Don Matteo Somà, delegato dell’Ufficio Missionario Diocesano.
Bella e costruttiva la partecipazione dei laici parrocchiani, che hanno dato vita ad alcune azioni liturgiche di alto significato simbolico.
Tra queste (integrale, nel nostro video), l’offerta di un lumino posto ai piedi della Croce: uno per ognuno dei Martiri, sacerdoti, religiosi e religiose, laici, uccisi nel 2021.
Sarebbe ingiusto lasciare il Lettore alla gallery ed al video senza avere dedicato un pensiero grato anche alla splendida corale, che ha animato la Liturgia con i canti, scelti con cura, eseguiti come offerta al Signore.
Ma ecco di seguito i nomi e qualche cenno biografico dei nostri Fratelli che hanno reso candide le proprie vesti, lavate nel Sangue dell’Agnello.
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Fratel Luigi Manganiello, 49 anni, religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane (FSC), congregazione fondata da San Giovanni Battista de La Salle (“Lasalliani”), è stato colpito violentemente al corpo e alla testa con un oggetto contundente dai ladri che aveva scoperto mentre stavano rubando nei locali della scuola in cui insegnava, nel centro di Barquisimeto (Venezuela). Il suo corpo senza vita è stato trovato la mattina del 6 gennaio 2021 da uno dei guardiani. Il religioso, figlio di genitori italiani emigrati in Venezuela, era nato a Puerto Cabello. Era conosciuto, amato e stimato per la sua opera tra i giovani, svolta da molti anni nel Collegio La Salle, oltre che come insegnante anche come coordinatore della pastorale dei giovani e della pastorale vocazionale. Faceva anche parte della giunta direttiva dell’Associazione venezuelana dell’Educazione cattolica. Nel 2016 era stato ucciso il guardiano della stessa scuola, Ramón Ramírez. (Agenzia Fides 08/01/2021)
P. John Gbakaan Yaji, 38 anni, parroco della chiesa di Sant’Antonio di Gulu, nella diocesi di Minna, in Nigeria, è stato ucciso il 15 gennaio 2021 lungo la strada Lambata-Lapai. Padre Gbakaan, insieme a suo fratello e ad un altro prete, il 14 gennaio si era recato a Makurdi, nello stato di Benue, per andare a trovare sua madre. Il giorno seguente, 15 gennaio, sulla via del ritorno, il sacerdote e il fratello sono stati attaccati da uomini armati lungo la strada. L’assalto è avvenuto intorno alle 9 di sera, nei pressi del villaggio di Tufa. I due uomini sono stati catturati da banditi armati, che poi hanno chiamato la diocesi di Minna, chiedendo un riscatto. Nel frattempo però il corpo esanime del sacerdote è stato ritrovato, legato a un albero, nei pressi della strada dove era avvenuto il rapimento. P. Gbakaan sarebbe stato ucciso a colpi di machete, talmente violenti da rendere difficile il riconoscimento. Nella boscaglia è stata ritrovata anche l’auto su cui viaggiava. Il sacerdote viene ricordato come una persona umile e gentile, dedito al servizio di Dio e della gente. (Agenzia Fides 18/1/2021)
Don Rodrigue Sanon, parroco di Soubaganyedougou, nella diocesi di Banfora, in Burkina Faso, è scomparso il 19 gennaio 2021, mentre si recava a Banfora, dove non è mai arrivato, per un incontro dei sacerdoti con il Vescovo, Mons. Lucas Kalfa Sanon. Le ricerche effettuate hanno portato al ritrovamento della sua automobile e del suo corpo senza vita, il 21 gennaio, nella foresta di Toumousseni, a una ventina di chilometri da Banfora. L’annuncio della morte del sacerdote ha suscitato dolore e interrogativi nella diocesi, soprattutto tra i fedeli della parrocchia di cui era parroco dal 2018, che si sono chiesti se l’omicidio fosse stato opera di banditi oppure di terroristi, visto il contesto di insicurezza del Burkina Faso, denunciato in diverse occasioni dai Vescovi, che ha coinvolto anche sacerdoti e fedeli. (Agenzia Fides 21,22 e 23/1/2021) .
Uomini armati non identificati hanno ucciso, la sera del 24 gennaio 2021, il sacerdote filippino don Rene Bayang Regalado, mentre stava rientrando al Seminario San Giovanni XXIII nel villaggio di Patpat, nei pressi di Malaybalay, città della provincia di Bukidnon, sulla grande isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. La polizia ha confermato che don Regalado è stato ucciso nelle vicinanze del Seminario “con diversi colpi di pistola alla testa”. I criminali hanno fermato il suo veicolo su una strada isolata, il suo corpo si trovava a circa tre metri dalla vettura. “Il suo occhio sinistro aveva contusioni come se fosse stato colpito prima della sua morte” ha riferito la polizia, inoltre il braccio sinistro del prete era “legato con un laccio di colore bianco”. Don Regalado era anche conosciuto come “Paring Bukidnon” (“sacerdote di montagna”), in quanto spesso visitava le comunità più isolate, sostenendo le questioni legate alla vita e alle necessità degli agricoltori, promuovendo l’agricoltura biologica e sostenibile. Secondo gli inquirenti della polizia, don Regalado aveva ricevuto in passato minacce di morte. (Agenzia Fides 25/1/2021)
Padre Manuel Ubaldo Jáuregui Vega, 36 anni, missionario Saveriano di Yarumal (Istituto per le Missioni estere di Yarumal), nato a Cúcuta, Colombia, è stato assassinato a Zango, comune di Viana, Luanda, capitale dell’Angola, dove operava da 6 anni, come vice parroco della Parrocchia Santissima Trinità. Nel pomeriggio di domenica 7 marzo 2021, nel corso di un lieve incidente in un parcheggio, il sacerdote aveva danneggiato una moto con la sua auto. Sceso dalla macchina per vedere i danni, il proprietario della moto lo ha assalito all’arma bianca provocandogli ferite gravi. Portato in ospedale, vi è morto poco dopo. L’aggressore è stato arrestato. (Agenzia Fides 09/03/2021)
E’ stato trovato morto padre Gumersindo Cortés González, parroco della parrocchia Cristo Rey, a Dolores Hidalgo, Guanajuato, in Messico. Il sacerdote era scomparso sabato 27 marzo. Il giorno dopo, la Procura dello Stato di Guanajuato ha segnalato il ritrovamento del cadavere vicino alla sua auto, nel territorio comunale di Dolores Hidalgo. Il corpo presentava, secondo la polizia, segni di violenza e di colpi di arma da fuoco. La diocesi di Celaya si è rammaricata per la morte violenta del sacerdote, come della morte di tante altre persone, vittime della violenza che si è scatenata nella zona, non solo in seguito alla lotta tra le bande per il controllo del traffico di droghe, ma anche per i furti, i ricatti e la violenza che colpiscono con sempre maggiore frequenza le persone. Il sacerdote, della diocesi di Celaya, era nato il 13 gennaio 1957 ed era stato ordinato sacerdote il 9 marzo 1983. (Agenzia Fides 30/03/2021)
Padre Ferdinand Fanen Ngugban, sacerdote nigeriano, è stato ucciso da uomini armati la mattina del 30 marzo 2021. Ordinato sacerdote nel 2015, attualmente svolgeva il ministero nella parrocchia di St. Paul di Ayetwar, diocesi di Katsina-Ala, nello stato del Benue. Secondo le dichiarazioni della diocesi, il 30 marzo, dopo aver celebrato la Messa, don Ferdinand si preparava a partire per la Messa Crismale che sarebbe stata celebrata nella Cattedrale di San Gerardo Maiella, quando è scoppiato un tumulto tra gli sfollati interni, che si sono rifugiati nei locali della parrocchia. Don Ferdinand, uscito per capire la causa dello scompiglio, è stato colpito alla testa mentre cercava di mettersi al riparo dopo aver visto degli uomini armati. Insieme a lui sono state uccise altre sei persone. Durante il raid del gruppo armato sono state danneggiate e incendiate le case e saccheggiati i villaggi della zona. Oltre alla popolazione, in Nigeria anche molti sacerdoti sono rimasti vittime della violenza negli ultimi mesi, spesso si è trattato di sequestri a scopo di riscatto o di omicidi.
Nadia de Munari, missionaria laica italiana, 50 anni, che apparteneva al gruppo di volontari dell’Operazione Mato Grosso (OMG) operanti in Perù, è morta sabato 24 aprile 2021 dopo essere stata brutalmente aggredita con un machete mentre dormiva. L’aggressione è avvenuta nella notte del 21 aprile nella casa famiglia dove abitava e operava, nel quartiere povero di Nuevo Chimbote, un agglomerato urbano enorme nella periferia della città, sulla costa settentrionale del Perù. La missionaria era ancora in vita il mattino dopo, quando è stata trovata in camera sua, e trasportata in ospedale e operata, ma è deceduta per la gravità delle ferite in varie parti del corpo. Il Vescovo della diocesi di Chimbote, Monsignor Ángel Francisco Simón Piorno, ha affermato che si è trattato di un crimine orribile, che ha gettato nella costernazione l’intera diocesi, e ha ricordato che Nadia era responsabile di sei asili nido e di una scuola elementare per 500 bambini, e delle mense per i poveri che fanno capo all’Operazione Mato Grosso. Oltre a fornire cibo gratuitamente ai minori e alle madri con risorse limitate, l’OMG svolge un lavoro sociale permanente a favore dei più bisognosi della zona. Un giovane peruviano è stato arrestato per il crimine, e secondo la sua confessione, ha ucciso Nadia perché si era svegliata e lo aveva sorpreso mentre stava rubando il suo cellulare. (Agenzia Fides 26/04/2021)
Omer Dalyom Dallet, ventenne, aiutante del padre che era responsabile di un dispensario comunitario, è rimasto ucciso dall’esplosione di una mina che il 5 maggio 2021 ha investito la vettura della Missione cattolica di Niem, affidata alla Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram, nella Repubblica Centrafricana. Insieme a lui c’erano Padre Arialdo Urbani e un collaboratore, che stavano rientrando a Niem dopo una visita al villaggio di Service Kolo. Il giovane Omer aveva chiesto un passaggio per andare a trovare la sorella, ricoverata all’ospedale della Missione. Nonostante gli avvertimenti di p. Arialdo sul rischio della presenza di mine sul percorso, Omer aveva insistito e alla fine era stato accontentato. A circa 10 km da Niem, nei pressi del villaggio di Zakau, la macchina della missione è saltata sulla mina, e ad avere la peggio è stato proprio il giovane che è rimasto ucciso, mentre gli altri due passeggeri hanno riportato qualche ferita. Quella dei missionari non è stata la prima autovettura colpita dalle mine disseminate lungo la strada tra Niem e Kolo. Omer apparteneva a una buona famiglia cattolica praticante. (Agenzia Fides 6/5/2021)
Don Alphonsus Bello, 30 anni, è rimasto ucciso la notte del 20 maggio 2021, quando un gruppo di uomini armati ha preso d’assalto la parrocchia di St. Vincent Ferrer a Malunfashi, nello Stato di Katsina, nel nord della Nigeria, ferendo alcune persone. Don Bello è stato rapito insieme ad un altro sacerdote, l’ex parroco don Joe Keke, poi liberato il 3 giugno. La mattina del 21 maggio il corpo di don Bello è stato ritrovato senza vita nei terreni agricoli dietro la Scuola di Formazione Catechistica. Il sacerdote apparteneva all’arcidiocesi di Kaduna, ma era distaccato nella diocesi di Sokoto e impegnato nella parrocchia di Malumfashi a Katsina. (Agenzia Fides 21/5/2021; 4/6/2021)
Due giovani cattolici 18enni, Alfred Ludo e Patrick Bo Reh che a Demoso (nella diocesi di Loikaw, Myanmar) si erano messi a disposizione per portare cibo e aiuti umanitari agli sfollati in fuga dal conflitto tra l’esercito regolare birmano, che bombardava città e villaggi, e le forze popolari di difesa, sono rimasti uccisi. In uno dei loro viaggi per consegnare aiuti, il 27 maggio 2021, Alfred e Patrick sono stati colpiti e uccisi dai proiettili sparati dai cecchini. La comunità cattolica locale li ha definiti “martiri ed eroi che hanno dato la vita per aiutare il prossimo, come Cristo Gesù”. (Agenzia Fides 28/5/2021)
Fra Juan Antonio Orozco Alvarado, OFM, è rimasto vittima, insieme ad altre persone, di uno scontro fra bande armate che si disputano il territorio. La mattina del 12 giugno 2021, mentre stava per celebrare la messa nella comunità di Tepehuana de Pajaritos, alcuni membri armati del cartello di Jalisco Nueva Generación (CJNG) e del cartello di Sinaloa hanno iniziato ad attaccarsi. Il sacerdote e il piccolo gruppo di fedeli della comunità che lo avevano accolto e con lui si stavano recando in chiesa, si sono trovati nel mezzo dello scontro armato. Padre Juan Antonio Orozco Alvarado è stato ucciso. Era originario di Monclova, aveva 33 anni, era parroco a Santa Lucía de la Sierra, nel municipio di Valparaíso nello stato di Zacatecas, Jalisco. “Padre Juanito”, come era conosciuto, aveva iniziato solo 6 mesi fa il suo lavoro pastorale nella zona. (Agenzia Fides 14/06/2021; 19/06/2021)
Simón Pedro Pérez López, indigeno tzozil, catechista della parrocchia di Santa Catarina, a Pantelho, diocesi di San Cristóbal de las Casas (Messico), è stato ucciso la mattina del 5 luglio 2021 da uno sconosciuto in motocicletta che gli ha sparato alla testa. Simón Pedro Pérez López si trovava al mercato di Simojovel insieme al figlio, quando è avvenuto l’attentato in cui sono rimaste ferite altre due persone. Tutti e tre sono stati portati in ospedale, dove Simón Pedro Pérez López è morto. Era catechista, promotore e difensore dei diritti dei popoli indigeni, accompagnava le comunità nella presa di coscienza dei loro diritti e nelle richieste di giustizia, sempre lottando pacificamente. Era stato anche presidente dell’Organizzazione civica “Abejas de Acteal”, i cui membri hanno intrapreso una lotta pacifica nella ricerca della giustizia dopo il massacro di 45 persone di etnia Tzotzil, per la maggior parte donne e bambini, mentre erano in chiesa, avvenuto nel 1997. ll comunicato della diocesi di San Cristóbal de las Casas dopo l’omicidio ricorda: “Il sangue di Simón Pedro e di tutte le persone assassinate possa essere il seme per la liberazione dei popoli, per risvegliare la coscienza di lottare per la pace, per costruire un future migliore per i bambini e le bambine indigene, che soffrono emarginazione, persecuzione e sfollamento. Il sangue grida pace, il sangue grida giustizia, ma non grida vendetta”. (Agenzia Fides 07/07/2021)
Padre Olivier Maire, Superiore provinciale di Francia della Compagnia di Maria (Monfortani), è stato assassinato il 9 agosto 2021, nella casa provinciale di Saint Laurent sur Sèvre, in Francia, da un cittadino ruandese che ospitava da tempo nella comunità e di cui si prendeva cura, Emmanuel Abayisenga. Questi era coinvolto nell’incendio della Cattedrale di Nantes del 18 luglio 2020, ed era in attesa del processo. Era tornato da poco nella comunità dopo un ricovero in ospedale psichiatrico. Originario della diocesi di Besançon, p. Maire aveva 60 anni, era stato ordinato sacerdote nel 1990, aveva vissuto molti anni in Uganda come responsabile della formazione e poi a Roma, in quanto Assistente generale della Compagnia di Maria. Uomo di profonda cultura, in particolare biblica e patristica, era conosciuto anche per la sua apertura e la profonda fede. “Padre Olivier Maire è morto vittima della sua generosità, martire della carità” si legge nel comunicato di Mons. François Jacolin, Vescovo di Luçon. “Lascia una testimonianza di carità cristiana, sulle orme di san Luigi Maria di Montfort e di Cristo che ci ha insegnato a metterci a servizio degli altri, in particolare di coloro che sono in difficoltà…E non si va verso gli altri senza esporsi”. (Agenzia Fides 10/8/2021)
Suor Mary Daniel Abut, e suor Regina Roba, della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, sono state uccise a sangue freddo durante un agguato stradale lungo l’autostrada Juba-Nimule, in SudSudan, il 16 agosto 2021. Le due religiose uccise viaggiavano su un autobus insieme ad altre cinque consorelle, rientravano a Juba dopo aver partecipato alle celebrazioni del centenario della parrocchia dell’Assunzione di Nostra Signora, a Loa, e con loro c’erano altri cinque passeggeri. Uomini armati hanno bloccato l’autobus con una macchina a cui avevano dato fuoco. I cinque passeggeri e quattro delle religiose hanno tentato la fuga nascondendosi nella boscaglia, ma i criminali hanno raggiunto Suor Mary Daniel Abut, e suor Regina Roba, come altri due passeggeri e li hanno uccisi a sangue freddo. Una quinta persona è stata travolta dall’automezzo dei criminali in fuga, rimanendo uccisa. Suor Mary Daniel era la direttrice della Usra Tuna School di Juba, mentre suor Regina era tutor e amministratrice presso il Catholic Health Training Institute (CHTI) nella diocesi cattolica di Wau. Il Presidente Sud sudanese Salva Kiir ha incolpato del crimine i gruppi che non hanno firmato l’accordo di pace del 2018. Sua Ecc. Mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, Arcivescovo di Juba, nell’omelia dei funerali delle due suore ha detto: “Queste sono le nostre martiri che rimarranno nei nostri ricordi. Le nostre sorelle sono morte a causa della loro fede”. (Agenzia Fides 18/8/2021;19/8/2021;21/8/2021)
P. Joshephat Kasambula, 68 anni, ex parroco di Lwamata nella diocesi di Kiyinda-Mityana, in Uganda, è stato assassinato a sangue freddo la sera del 18 agosto 2021, da una persona nota come tossicodipendente. P. Joshephat era andato a controllare i lavori su un appezzamento di terra della sua famiglia. Qui avrebbe incontrato il suo assassino che soggiornava illegalmente nella masseria. Il sacerdote ha chiesto spiegazioni su chi lo avesse autorizzato ad accedere al terreno e alla casa, ma è stato colpito alla schiena con un corpo contundente ed è morto sul colpo. Secondo i testimoni, il presunto omicida è un noto tossicodipendente e si ritiene che fosse sotto l’effetto di qualche stupefacente al momento dell’omicidio. Subito dopo si è dato alla fuga, (Agenzia Fides 19/8/2021)
Il corpo senza vita del sacerdote messicano don José Guadalupe Popoca è stato ritrovato la mattina del 31 agosto 2021 all’interno della parrocchia di San Nicolás de Bari, nella città di Galeana, municipio di Zacatepec, nello stato di Morelos (Messico). Secondo il referto medico, il parroco è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco alla testa nella notte tra il 30 e il 31 agosto. Don José Guadalupe era nato a Jiutepec, Morelos, 43 anni fa ed era stato ordinato sacerdote il 15 agosto 2007. Aveva svolto il ministero sacerdotale in diverse parrocchie della diocesi di Cuernavaca, dedicandosi in particolare ai ragazzi e ai giovani. Lo stato di Morelos è tra i più violenti tra gli stati messicani, con un alto numero di omicidi, rapimenti e furti. (Agenzia Fides 1/09/2021)
Il 6 settembre 2021, a Cap Haitien, nel nord di Haiti, don André Sylvestre, 70 anni, è stato aggredito da due giovani in motocicletta mentre usciva da una banca portando un borsello. Raggiunto da colpi di arma da fuoco, è morto in sala operatoria. I criminali non hanno potuto appropriarsi del borsello in quanto subito circondati dalla folla. Padre Sylvestre era molto apprezzato e amato nella sua parrocchia di Nostra Signora della Misericordia di Robillard, inoltre gestiva un orfanotrofio e assisteva i senza dimora. Le bande criminali si affrontano senza sosta per le strade delle cittadine haitiane, in una spirale di violenza che purtroppo non si è mai fermata. I sacerdoti sono stati a lungo considerati intoccabili per la loro attività a favore dei poveri, ma negli ultimi mesi la violenza ha colpito anche i membri delle Chiese. (Agenzia Fides 08/09/2021)
Peter Bata, capo catechista, è rimasto ucciso insieme ad altre persone il 26 ottobre 2021 durante l’assalto di un gruppo armato alla parrocchia cattolica di Mupoi, in Sud Sudan. Il 30 ottobre 2021 anche la Comunità Solidale, situata presso la Parrocchia di Riimenze, è stata depredata da ignoti armati. La diocesi di Tombura Yambio ha condannato fermamente gli atti di vandalismo, rapina e uccisione del personale della Chiesa non solo nella diocesi ma anche in qualsiasi altra parte del Sud Sudan. Ha inoltre esortato sia il governo nazionale che quello statale a salvaguardare lo stato di diritto e ad aderire ai principi nazionali e internazionali per la tutela dei diritti umani. La diocesi ha chiesto al governo dello Stato di dare sicurezza e protezione alla Chiesa, alle sue proprietà e al personale, garantendo il recupero di tutto ciò che è stato rubato, sia nella Parrocchia di Mupoi che nella Comunità Solidale di Riimenze e di altre proprietà interreligiose, e che gli autori siano arrestati e perseguiti secondo la legge. (Agenzia Fides 11/11/2021)
Don Luke Adeleke, 38 anni, ordinato il 19 agosto 2017, parroco di Sant’Antonio a Ijemo Fadipe, nella diocesi di Abeokuta, capitale dello Stato sudoccidentale di Ogun, è stato ucciso mentre tornava a casa dopo aver celebrato la Messa della vigilia di Natale, la sera del 24 dicembre, nella cappella succursale della parrocchia, ad Ogunmakin. Mentre percorreva in automobile la strada che costeggia la foresta, è stato colpito alle gambe dai proiettili esplosi da una banda di uomini armati, che probabilmente volevano fermare la vettura per effettuare un sequestro a scopo di riscatto. Ferito, il sacerdote è riuscito a guidare fino ad avvicinarsi all’ospedale, ma quando è arrivato era in fin di vita per il sangue che aveva perso.
Il 28 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’endometriosi, una malattia poco nota, ma che si stima colpisca circa 3 milioni di donne in Italia.
Vercelli è in prima linea sia sul fronte dell’informazione e della sensibilizzazione, oltre che della prevenzione: venerdì 25 marzo è stata inaugurata la “panchina gialla” simbolo di questa patologia, collocata all’interno dell’ospedale Sant’Andrea, dove è stato attivato il nuovo ambulatorio dedicato al dolore pelvico all’interno della Struttura complessa di Ostetricia e ginecologia, diretta da Nicoletta Vendola.
Alla cerimonia, promossa referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli Lella Bassignana, sono intervenuti: il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Picchetto, il Presidente della IV Commissione regionale alla sanità Alessandro Stecco, il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, la Direttrice generale dell’Asl di Vercelli Eva Colombo, la dottoressa Vendola e Vania Mento ( in video chiamata ), presidente dell’associazione “La voce di una è la voce di tutte”.
L’endometriosi è spesso sottovalutata: la patologia ha una prevalenza di circa 10–15% delle donne in età riproduttiva e interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. (Fonte: Vademecum per un benessere psicofisico al femminile – Ministero della Salute).
Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse.
Nel 2017 la Provincia di Vercelli costituisce il Nodo Provinciale della Rete Regionale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli in applicazione della Legge regionale 23 marzo 2016, n. 5per svolgere anche funzioni di informazione, comunicazione e sensibilizzazione sulle tematiche antidiscriminatorie.
“Nel 2018 – dice Lella Bassignana – referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli, a seguito dell’approvazione Legge Regionale n. 10/2017: “Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi”, il Nodo Provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli costituisce il “Team per l’informazione e la prevenzione dell’endometriosi” in collaborazione con l’ASL di Vercelli e l’Ordine dei medici con l’ obiettivo di promuovere azioni di sensibilizzazioni e contrasto ai fenomeni discriminatori che vengono perpetrati nei confronti delle donne affette da questa patologia.
Ancora troppe donne subiscono discriminazioni in ambito professionale: perdono il lavoro a causa della malattia, si crea un clima di pregiudizio tra colleghi e tra i superiori che non si rendono conto di ciò che stanno passando. Le esperienze personali delle donne affette da questa patologia sottolineano proprio questo aspetto: chi è stato licenziato oppure chi ha dovuto inventarsi un altro lavoro per poter conciliare non i tempi di vita con quelli di lavoro, ma con la loro patologia. Alla luce dei dati, possiamo affermare che l’endometriosi è una malattia sociale che impedisce alla donna di lavorare, di avere una vita sociale serena e quindi rientra a pieno titolo nelle discriminazioni.”
“Nelle nostre azioni di sensibilizzazione abbiamo realizzato seminari e locandine informative coinvolgendo: le donne della Casa circondariale di Vercelli, la Caserma M.O.V.M “A. M. Scalise”, le scuole: sensibilizzare le studentesse, gli studenti , gli insegnanti e indirettamente le famiglie su una patologia così importante che è fondamentale nell’ambito delle tematiche di educazione alla salute. L’Asl in queste occasioni ha predisposto la possibilità di effettuare una ecografia gratuita presso l’ASL di Vercelli. Purtroppo la pandemia ha rallentato le nostre attività in presenza quindi abbiamo modificato la nostra locandina inserendo un QR code di un filmato realizzato con la collaborazione del Direttore S.C. Ostetricia e Ginecologia Vercelli – Dott.ssa Nicoletta Vendola, del Direttore Ostetricia e Ginecologia Borgosesia – Dott. Enrico Negrone ( rappresentato da Silvestro Caterina Coordinatrice della SC GIN OST Borgosesia ) e della Presidente Associazione “La voce di una è la voce di tutte” – Vania Mento, allo scopo di sensibilizzare e informare quante più persone possibili.
Grazie al Protocollo con l’Ordine dei Farmacisti Vercelli – Biella e Federfarma Biella – Vercelli, la locandina è stata affissa nelle farmacie che hanno aderito e in occasione della Giornata regionale per la lotta all’endometriosi verrà diffusa nelle scuole e a seguire nelle aziende delle Associazioni che hanno aderito alla nostra iniziativa”.
“E’ per noi un vero piacere poter ospitare all’interno dell’ospedale Sant’Andrea la “panchina gialla” per l’endometriosi, una patologia dolorosa che rappresenta un problema sociale, dal momento che colpisce le donne in età fertile, a volte anche rendendole infeconde. Una malattia a cui abbiamo scelto di dare una risposta concreta, sia in ottica preventiva che diagnostica – commenta la Direttrice generale dell’ASL VC, Eva Colombo -, attivando il nuovo ambulatorio dedicato al dolore pelvico, a cui le donne potranno rivolgersi per effettuare esami specifici e ottenere una diagnosi, per poi avviare i percorsi di cura individuali”.
L’istituzione del Registro elettronico sull’endometriosi , il Centro di coordinamento sulla malattia, l’ottimizzazione dell’Osservatorio regionale e la celebrazione, il 28 marzo di ogni anno, della Giornata regionale per la lotta all’endometriosi sono alcune delle principali novità introdotte dalla modifica della legge del 2017, presentata come primo firmatario dal Consigliere regionale Alessandro Stecco . “Si tratta – ha dichiarato Alessandro Stecco presidente della IV Commissione Sanità; assistenza; servizi sociali; politiche degli anziani -, di un miglioramento della legge esistente, che per alcuni versi è risultata di difficile applicazione. Il Registro elettronico aiuterà a migliorare la conoscenza epidemiologica e il trattamento diagnostico anche a fini di ricerca”.
L’obiettivo era quello di rendere più funzionale la normativa affinché una malattia che spesso viene dimenticata o non riconosciuta, abbia il giusto spazio e le pazienti affetti si sentano tutelate.
“Nel 2017, in qualità di consigliere regionale, sono stato uno dei firmatari della Legge sulla prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi – afferma il Vice Ministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto -. E’ stato un percorso avviato nella sensibilizzazione nei confronti dell’Endometriosi, patologia spesso poco conosciuta. In questo senso, la legge regionale ha portato ad una presa di coscienza sempre maggiore del disturbo. Con la Legge di bilancio 2020 è stato poi istituito il Fondo nazionale per la ricerca e le cure per l’endometriosi, un grande risultato in difesa delle donne che soffrono di questa malattia cronica. Credo che oggi sia quanto mai fondamentale l’impegno della Rete per dare seguito al lavoro fin qui fatto in Regione, investendo sempre più nella diagnosi precoce di modo da poter tutelare e sostenere molte donne. Aver pensato di portare questa tematica all’interno delle aziende è sicuramente un passo importante per riconoscere l’endometriosi come una malattia sociale e speriamo che anche a livello centrale presto si possa avere un Registro nazionale utile non solo ai medici, ma soprattutto alle donne che meritano risposte concrete in tutta Italia”.
“Il Piemonte, con questo provvedimento – dichiara il Presidente della I commissione Programmazione; bilancio; pari opportunità Consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti -, non solo vuole adeguarsi alle ultime novità scientifiche ed organizzative, ma conferma la volontà di essere in prima linea a fianco di tutte le donne afflitte da una patologia così dolorosa e diffusa”.
“L’endometriosi è una malattia cronica di cui sono affette fra il 2 e il 10% delle donne a livello nazionale, un dato in linea con la situazione riscontrata sul territorio della nostra ASL – aggiunge Nicoletta Vendola, direttrice del reparto di Ostetricia e ginecologia del Sant’Andrea -. E’ accompagnata da sintomi molto specifici quali dolori mestruali dolori che si manifestano duranti i rapporti sessuali, ma anche sintomi aspecifici come febbricola, gonfiore addominale, stipsi e dolori durante la minzione. Segnali a cui la donna non dà molto peso, se non quando la patologia diventa un problema per la sua sopravvivenza. Questo comporta un ritardo sulla diagnosi che può andare da 7 fino a 10 anni dal primo manifestarsi dei sintomi. Per questo ringrazio la dottoressa Colombo per aver accettato la proposta di attivare un ambulatorio dedicato al dolore pelvico e alla diagnosi dell’endometriosi”.
“È difficile la comprensione di questa malattia – sottolinea Vania Mento Presidente Associazione “La voce di una è la voce di tutte” -, da parte di chi non ne soffre perché l’endometriosi non si vede. Quindi, se una cosa non si vede, semplicemente non c’è.
Noi malate di endometriosi ci abituiamo così tanto al dolore che questo diventa parte della nostra quotidianità, ci sembra normale. E non è un dolore sopportabile. L’Associazione fa parte del “Team per l’informazione e la prevenzione dell’endometriosi” , al quale abbiamo presentato il Progetto :”Sediamoci sul giallo: Endopank”.
La Referente con il Team hanno sposato il Progetto suggerendo di posizionare la “panchina gialla” all’ingresso dell’ASL. Ad oggi abbiamo panchine diffuse su tutto il territorio nazionale , ma questa è la prima posizionata in una ASL.
All’inaugurazione erano presenti: il Comandante Provinciale Carabinieri di Vercelli – Col. Emanuele Caminada, Germano Giordano Presidente dell’Ordine dei Medici e la consigliera Simona Barnabino, Gisella Rozzati in rappresentanza dell’Ordine dei Farmacisti e Federfarma Biella-Vercelli, Anna Binelli in rappresentanza Ordine degli avvocati, Grazia Cavezzale presidente dell’Associazione don Luigi, Angelo Santarella Presidente Ascom, Francese Maddalena- Picco Paola- Maria Teresa Cordero Sarasso in rappresentanza di Confagricoltura e Donne Riso, Crosta Luigino responsabile di Confartigianato Vercelli, Marco Barasolo direttore di Formater.
Redazione di Vercelli
Asti-Bra 2-2
Lavagnese-Caronnese 1-2
Gozzano-Vado 3-0
Imperia-Ligorna 0-0
Saluzzo-Pont Donnaz 1-1
Chieri-RG Ticino 0-1
Borgosesia-Sestri Levante 0-1
Domani – domenica 27.3.2022
Fossano-Casale
Novara-Sanremese
Città di Varese-Derthona
La classifica
Novara 62*
Sanremese 56*
Città di Varese 47*
Borgosesia 44
Derthona 44**
Casale 41**
Chieri 41
Ligorna 39
Bra 39
Vado 38
Gozzano 36
Pont Donnaz 36
Sestri Levante 35
Caronnese 34
Asti 32
RG Ticino 31
Fossano 31*
Imperia 27
Lavagnese 21
Saluzzo 16
*una partita in meno
** due partite in meno
Redazione di Vercelli