VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

PiacenzaPro Vercelli 0-0

Piacenza (4-4-2): Tintori; Parisi, Nava, Marchi, Giordano; Munari (36’ st Rossi), Suljic, Castiglia (28’ st Bobb), Gonzi; Cesarini (28’ st Dubickas), Rabbi (15’ st Raicevic). A disp.: Pratelli, Tortora, Rillo, Tafa, Lamesta, Marino, Armini. All.: Scazzola.

Pro Vercelli (3-4-3): Rizzo M.; Auriletto, Minelli, Macchioni (34’ st Cristini); Clemente (34’ st Crialese), Emmanuello, Vitale, Bruzzaniti (41’ st Iezzi); Gatto (14’ st Della Morte), Comi, Panico (14’ st Rolando). A disp.: Rendic, Valentini, Masi, Jocic, Louati, Rizzo L., Secondo. All.: Nardecchia.

Arbitro: Pirrotta di Barcellona Pozzo di Gotto

Guardalinee: Vitale di Ancona e Porcheddu di Oristano;

Quarto uomo: Francesco Zago di Conegliano.

Ammoniti: Suljic (Pia), Bobb (Pia)

Recupero: + 1’ pt′ / + 4 st

Sesto risultato utile per la Pro Vercelli che torna da Piacenza con un punto. Gli emiliani si fanno preferire ma i leoni reggono e strappano il pari.

Dopo una fase di studio prolungata il Piacenza è pericoloso al 19’ con Cesarini che entra in area e colpisce il palo.

10 minuti più tardi Cesarini batte di prima intenzione. Rizzo compie un super intervento.

La Pro si fa viva al 32’ con Comi che inzucca a lato.

La ripresa si apre con Panico in evidenza, prima mette fuori di poco (11’) poi conclude centralmente (13’).

Munari ha una grossa occasione al 22’ quando davanti a Rizzo spedisce a lato.

Dopo non succede altro e le squadre guadagnano un punto a testa.

Redazione di Vercelli

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RG TicinoBorgosesia 0-0

RG Ticino (4-4-2): Oliveto; Cannistrà, Fontana, Longhi, Della Vedova (30’ st Viti ); Bedetti , Lionetti , Sbrissa, Lorenzo 6 (40’ st Baiardi); Sansone 5,5 (24’ st Puntoniere), Vitiello 5,5 (38’ st Makota). A disp.: Arata, Bordillo, Spitale, Ogliari, Battistello. All.: Costantino.

Borgosesia (3-4-3): Gilli; Iannacone, Martimbianco, Frana; Monteleone (17’ st Colombo), Areco, Zazzi (17’ st Guatieri), Carrara; D’Ambrosio (24’ st Eordea), Rancati (1’ st Barbetta), Gaddini. A disp.: Gavioli, Puka, Bernardo, Salvestroni, Latini. All. Capra (Lunardon squalificato).

Arbitro: Zambetti di Lovere

Guardalinee: Morotti di Bergamo e Pirola di Abbiategrasso

Note: cielo coperto. Terreno: in buone condizioni. Spettatori: 200 circa . Ammoniti: Iannacone, Fonata, Zazzi, Areco, Barbetta. Angoli: 6-7. Recupero:  2’ pt –  5’ st

Sesto risultato utile consecutivo per il Borgosesia.

Seppur rimaneggiati i granata continuano la serie positiva.

Da segnalare la solidità della difesa che ha incassato, tra l’altro inutile ai fini del risultato, un solo gol nelle ultime cinque partite.

E’ il secondo minuto di gioco quando il Borgosesia beneficia di un angolo dalla destra.

Si incarica della battutta Areco e Iannacone sotto misura non arriva all’impatto con la sfera.

I padroni di casa rispondono all’11’ con Sansone che impegna Gilli.

Il duello si rinnova al 16’ quando l’attaccante chiama in causa il  numero 1 valsesiano.

Due giri di lancette e Gilli dice di no a Vitiello.

Nell’altra area D’Ambrosio si gira bene ma conclude centralmente.

Si va al riposo senza ulteriori emozioni.

Rientrati in campo ci prova subito Areco ma la sua conclusione è debole.

Al 5’ la sassata di Barbetta è deviata in angolo da Oliveto.

I padroni di casa si fanno vedere al 21’ con Sansone che da ottima posizione mette alto.

2 minuti dopo prima Martimbianco e poi Gaddini non hanno fortuna.

Al 24’ Vitiello chiama Gilli alla parata a terra.

Al 37’ Gilli blinda la porta sulla conclusione di Lionetti

Da qui alla fine non ci sono ulteriori occasioni e le squadre conquistano un punto a testa

Redazione di Vercelli

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Spesso si parla della difficoltà per gli ETS di parlare con le giovani generazioni e di rendere attrattivo per loro il mondo del volontariato. I giovani sono al centro di molti dibattiti, studi e ricerche, che sono importanti per conoscere il contesto. Altrettanto fondamentali e urgenti sono progetti che prevedano ascolto e coinvolgimento, per leggere il presente e il passato del volontariato e costruire insieme le comunità solidali del futuro.

Per questo il Centro, nel perseguire l’obiettivo di promuovere l’attività di volontariato, emana un bando per raccogliere idee progettuali volte a favorire la crescita della cultura della solidarietà e l’avvicinamento del volontariato ai giovani.

Non si tratta di un bando a cui rispondere con progetti definiti nel dettaglio, ma di un’occasione per presentare idee che si costruiranno insieme, attraverso un processo di co-progettazione.

Chi può fare domanda?

L’idea progettuale deve essere presentata da un ETS accreditato in qualità di capofila. Le idee progettuali possono prevedere la partecipazione di altri soggetti in rete, anche diversi da ETS. Ogni ETS potrà partecipare ad una sola rete come capofila

Quali sono gli obiettivi?

Le idee progettuali presentate dovranno prevedere azioni in cui i giovani abbiano un ruolo da protagonisti e dovranno perseguire uno o entrambi i seguenti obiettivi:

coinvolgere nuovi volontari giovani nell’attività degli ETS

diffondere fra i giovani la cultura della solidarietà

Quali sono le risorse messe a disposizione?

Ogni idea progettuale che verrà trasformata in progetto grazie alla co- progettazione beneficerà di un contributo in servizi da un minimo di 2000 a un massimo di 3000 euro. CTV sarà il responsabile dell’attuazione dei progetti; agli ETS non sarà erogato alcun contributo, ma sarà cura di CTV coprire le spese delle azioni di progetto concordate.

Quali sono i tempi?

I documenti per la presentazione del bando devono pervenire a CTV attraverso pec ctv@pec.wmail.it entro le 12:00 del 30 aprile 2022.
Una volta stilata la graduatoria delle idee progettuali selezionate si avvierà il percorso di co-progettazione.
Indicativamente i progetti potranno prendere avvio tra luglio e settembre 2022. Il termine massimo per concludere le azioni progettuali è il 31/12/2023.

La serata di presentazione del Bando: appuntamento on line, sulla piattaforma ZOOM martedì 22 marzo 2022, alle ore 20.30

Per informazioni

Sara Ghirardi – sara.ghirardi@centroterritorialevolontariato.org
Maria Elena De Battistini – mariaelena.debattistini@centroterritorialevolontariato.org

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

Lunedì  14 marzo fa tappa a Vercelli, presso la Mondadori di Via Cavour 4, dalle 16 fino alla chiusura per firmacopie il “Rosa Tour Nazionale – Annusando le parole” di presentazione di “Rosa stacca la spina” (Edizioni Effedì, casa editrice vercellese), il nuovo romanzo dello scrittore piemontese Igor Nogarotto.

Igor Nogarotto, scrittore piemontese, è stato recentemente ospite della trasmissione di Pino Strabioli “Il caffè di Rai Uno”. A pochi giorni dall’uscita “Rosa stacca la spina” è entrato nella TOP100 di Amazon al 13° delle novità Narrativa.

È il secondo libro dell’autore dopo il successo del romanzo d’esordio “Volevo uccidere Gianni Morandi” che divenne un caso mediatico: Igor, a causa del titolo, ricevette minacce di morte.

È emozionante tornare nel mio amato Piemonte” racconta Igor che ora vive a Roma. Al suo fianco, con letture e alcune canzoni a tema con il libro, Annalisa Baldi, finalista di XFactor.

Il tour nazionale è iniziato l’8 marzo a Perugia, poi il 9 a Faenza (RA), il 10 a Padova, l’11 a Milano, il 12 a Torino, il 13 ad Asti, il 14 a Vercelli, il 15 a Bologna.

Date non casuali quelle in cui inizia e termina il tour: l’8 marzo in omaggio a Rosa, la protagonista del romanzo, e a tutte le Donne e il 15 marzo per la “Giornata Nazionale disturbi alimentari”, tematica trattata nel romanzo e di cui Igor Nogarotto è autore della canzone simbolo contro la bulimia “Eleonora sei normale”, trasmessa anche da Striscia la notizia, che verrà interpretata da Igor e Annalisa nelle presentazioni.

Come ci spiega Igor: “I due protagonisti, a distanza di molti anni dalla fine della loro relazione, si ritrovano in una clinica. Rosa è gravemente malata. Insieme ripercorrono i ricordi della coppia, in una tessitura che gioca con il flashback, tra ironia e pianti, tra commozione e goliardia. Nel romanzo, come si evince dal titolo, si accarezzano anche le delicate tematiche del suicidio assistito e dell’eutanasia”.

Come si coniugano in una relazione amore-malattia?”. Quando il partner può o deve avere potere decisionale sulla nostra vita? C’è un tempo, un “contratto” (matrimonio, figli) che stabilisce se le scelte sulle sorti della mia persona debbano essere condivise con l’Altro?

La ‘spina’ di Rosa potrebbe staccarsi, ma nell’ambivalenza della sua omonimia scioglie il confine tra eutanasia e metafora esistenziale, divenendo il simbolo della catarsi dei personaggi che sfocia in un finale del tutto inaspettato.

Redazione di Vercelli

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Grazie alla collaborazione con A2A Ambiente S.p.A. , la Fondazione Intercultura rinnova il proprio contributo in favore degli studenti per trascorrere 4 settimane in Irlanda la prossima estate grazie a 2 borse di studio riservate agli studenti meritevoli nati tra il 01/09/2004 e il 30/06/2007 residenti o iscritti in una scuola secondaria di II grado nei Comuni di Cavaglià e Santhià.

La partecipazione alle selezioni si effettua iscrivendosi entro il 21 marzo al bando di concorso accessibile e consultabile alla pagina www.intercultura.it/a2a-ambiente-spa. Alla scadenza delle iscrizioni, tutti i candidati intenzionati a partecipare sosterranno un percorso di selezione che comprenderà una prova d’idoneità online e un colloquio condotto da volontari esperti dell’Associazione.

I risultati saranno comunicati entro fine aprile 2022. Per ogni ulteriore informazione è possibile scrivere a borsedistudio@intercultura.it.

Il progetto rappresenta un’importante opportunità formativa per il futuro di questi ragazzi. A loro, Fondazione Intercultura e A2A Ambiente offrono infatti uno speciale programma di approfondimento linguistico estivo con indirizzo STEAM (Science, Technology,  Engineering, Arts & Maths). Il progetto è nato per due motivi: aiutare e ispirare le nuove generazioni a intraprendere strade coraggiose e alternative, sia negli studi che nel lavoro; e rimuovere gli stereotipi culturali per mettere ragazze e ragazzi sullo stesso piano per quanto riguarda i percorsi di studio nelle materie tecnico-scientifiche e, quindi, nelle carriere e nelle professioni STEM.

Il programma proposto si svolge in Irlanda, nella splendida cittadina di Athlone. Si tratta di una destinazione unica con questo tipo di indirizzo realizzabile nell’estate 2022. Il programma ad Athlone propone l’utilizzo della tecnologia nell’insegnamento della lingua inglese, attraverso progetti digitali, come la creazione di un proprio sito web. Inoltre, tra le attività extra-scolastiche disponibili sono compresi laboratori di scienze e di robotica.

Le partenze sono previste nel corso dell’estate 2022. L’esperienza all’estero prevede l’accoglienza in famiglie selezionate e viene seguita passo passo dalla presenza di un gruppo di volontari. Gli studenti partecipanti riceveranno da Intercultura la certificazione delle competenze acquisite in ogni fase del programma.

Preparare i giovani a vivere in un mondo sempre più globalizzato e a sviluppare la capacità di confrontarsi con culture diverse assume sempre maggiore importanza nella scuola e nella società odierne. Fondazione Intercultura e A2A Ambiente S.p.A. , con la promozione di questo programma di studio all’estero, contribuiscono ulteriormente alla realizzazione degli obiettivi 4 (istruzione di qualità equa ed inclusiva) e 16 (pace, giustizia) dell’Agenda 2030 del’ONU. Lo scopo di Intercultura è infatti quello di contribuire a diffondere una cultura di pace attraverso un progetto educativo di scambi studenteschi. L’esperienza permette un’immersione in un altro mondo per tornare a casa arricchiti, un’opportunità unica che nemmeno la pandemia ha necessariamente ridotto in quantità ma che non ha perso nessun appeal nei giovani, al contrario ne ha rafforzato il desiderio di mobilità culturale di qualità.

Per questi adolescenti trascorrere un periodo all’estero, anche grazie a una delle centinaia di borse di studio messe ogni anno a disposizione da Intercultura, è un’esperienza unica, una fonte di crescita personale che lascia un impareggiabile vantaggio competitivo nell’affrontare le sfide umane e professionali di domani. Lo dimostrano anche i dati di una ricerca promossa dalla Fondazione Intercultura con metodologia SROI, focalizzata sull’analisi dell’impatto sociale generato dal programma di mobilità studentesca. Dallo studio è emerso come l’impatto sociale generato sia stato in grado di determinare effetti positivi non solo sui beneficiari diretti ma anche sulla comunità nel suo complesso (famiglia, amici, scuola). L’investimento effettuato per la realizzazione dell’attività è stato “triplicato”: per ogni euro investito nei programmi di mobilità studentesca di Intercultura, sono stati generati 3,13 euro di beneficio sociale.

L’Associazione Intercultura Onlus (www.intercultura.it)

Intercultura è un’Associazione di volontariato senza scopo di lucro, fondata in Italia nel 1955, eretta in Ente Morale posto sotto la tutela del Ministero degli Affari Esteri e riconosciuta con decreto dal Presidente della Repubblica (DPR n. 578/1985).

 L’Associazione è gestita e amministrata da migliaia di volontari, che hanno scelto di operare nel settore educativo e scolastico, per sensibilizzarlo alla dimensione internazionale.

È presente in 159 città italiane ed in 65 Paesi di tutti i continenti, attraverso la sua affiliazione all’AFS ed all’EFIL.

Ha statuto consultivo all’UNESCO e al Consiglio d’Europa e collabora ad alcuni progetti dell’Unione Europea.

Ha rapporti con i nostri Ministeri degli Esteri e dell’Istruzione, Università e Ricerca.

A Intercultura sono stati assegnati il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio e il Premio della Solidarietà della Fondazione Italiana per il Volontariato per l’attività in favore della pace e della conoscenza fra i popoli.

L’Associazione promuove, organizza e finanzia scambi ed esperienze interculturali, inviando ogni anno centinaia di ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed accogliendo nel nostro paese altrettanti giovani di ogni nazione che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole.

Inoltre Intercultura organizza seminari, conferenze, corsi di formazione e di aggiornamento per Presidi, insegnanti, volontari della propria e di altre associazioni, sugli scambi culturali.

Tutto questo per favorire l’incontro e il dialogo tra persone di tradizioni culturali diverse ed aiutarle a comprendersi e a collaborare in modo costruttivo.

Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università

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Dal Libro della Genesi, Cap. 15, 12. 17 – 18

In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».

Dal Salmo 26

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.

Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi, Cap. 3, 17 – 4.1

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 9, 28 – 36

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

***

UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE

DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

II DOMENICA DI QUARESIMA

(Gen 15,5-12.17-18; Sl 26; Fil 3,17-4,1; Lc 9, 28b-36)

Trasfigurare è una parola che permea la liturgia quaresimale. Rievoca l’esodo del credente in costante uscita da una terra ambivalente ad una concorde.

C’è un fuoco devastatore di vite umane che ne deturpa l’originale aspetto, e ve n’è uno aldilà che lo restaura, lo vivifica e ne cambia già ora la figura.

La Quaresima è tempo di mutare volto, riscoprendo il nostro esistere come un appello ad andare aldilà, verso una terra unanime e desiderata. Così fece Abram, il cui sogno era il sogno di Dio.

Due volontà concordate in un’unica alleanza: offerta da Dio, essenziale per l’uomo. Come nel matrimonio, figura d’alleanza, i bisogni di uno sono anche quelli dell’altro, e se c’è mutua collaborazione ad agire verso un aldilà, i due si trasfigurano in un’unica persona che opera il bene comune. Si dice infatti che Abram volesse solo una discendenza e una terra, e Dio pure voleva un popolo e una terra: questo fu per loro il trampolino di lancio per rivelarsi al mondo.

Entrambi erano alleati per dare al mondo una discendenza di giusti capace di trasfigurare l’umanità, che spesso invece segue un istinto egoista e infedele.

Abramo preparò questa speranza con il proprio esodo, senza sapere ancora per dove sarebbe dovuto passare per raggiungere quell’aldilà promesso da Dio.

Tutta la storia dell’ebraismo è profondamente solcata da questa Alleanza riproposta ad Abram ma già cercata in Adamo: tradirla e trascurarla significò spesso per gli Ebrei ritrovarsi ancora in Egitto o a Babilonia, anziché oltrepassarne i fiumi e conquistare la terra fertile di mezzo. La Trasfigurazione manifesta quell’albero nato dalla fede di Abram.

Albero come simbolo della discendenza, ossia della vita immortale attraverso la Parola promessa, simile a un seme da cui nasce la speranza del mondo. In un ebreo (parola la cui radice sta nel verbo oltrepassare), in un figlio di ebrei si è compiuto questo esodo oltre i fiumi Eufrate e Nilo (simboli di schiavitù e infedeltà).

Il brano della Trasfigurazione invita perciò a osservare non solo i personaggi, ma anche le parole come figure capaci di far trasparire la verità velata sotto il loro aspetto.

Infatti le lettere parlano quando sono vivificate dallo Spirito. Lasciamoci allora guidare dalla Parola con la fede di Abramo, desideroso dell’aldilà, del Regno del Dio vivente, e che per questo ne custodì l’Alleanza, la quale fa entrare nell’unico popolo chiamato Ebreo chi guada i fiumi Eufrate e Nilo.

Gesù è anch’egli l’Ebreo che ha compiuto il suo esodo, la pasqua appunto.

Ecco che oggi, questo brano di Luca ci rivela Gesù come quell’unico Ebreo, figura di tutti i forestieri, il quale è uscito definitivamente da Ur (città simbolo di una terra corrotta al di qua dei fiumi).

Gesù appare nella gloria, appare cioè oltre l’esodo che sta per compiere a Gerusalemme, terra di scontro e anche d’incontro tra il vero Dio e il dio delle immagini.

Dunque, non piantiamo qui le tende se siamo figli di Abramo l’Ebreo, ma entriamo nella nube dell’incomprensibile, sapendo che la nostra trasfigurazione avviene nella medesima Alleanza. 

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza

Posted in Pagine di Fede

Non sono ancora le 19 di questa sera, 12 marzo, quando il pullman dell’Agenzia Viviani di Santhià si profila in lontananza, nel buio di una sera già primaverile, a dire che questa attesa è finita.

Le quaranta persone, donne con i loro bambini, 14 in tutto, qualcuno infante, che hanno lasciato i luoghi dell’Ucraina martoriati dalla guerra, sono a Vercelli.

Una parola, prima di tutto: benvenuti.

Una seconda: grazie.

Grazie a chi si è fatto carico di questa missione umanitaria, Carlo Olmo, che racconta come siano andate le cose, qualche flash sui casi umanamente più toccanti di persone che hanno sofferto ciò che la guerra fa soffrire.

La prima tappa a Vercelli è alla “piastra”, la Sede della Medicina Territoriale dell’Asl di Largo Giusti, dove ad accoglierli hanno trovato il Responsabile di settore, il Dottor Germano Giordano, che ha cercato di agevolare in ogni modo i necessari adempimenti sanitari.

Poi i nostri nuovi Ospiti potranno andare a riposare al Modo Hotel, in attesa, per molti di loro, di decidere le future destinazioni nel nostro Paese.

Una missione condotta con un duplice scopo: all’andata, sono stati portati al confine ucraino generi alimentari e tutto ciò che manca. Coperte, medicinali, prodotti igienici.

Al ritorno, il “passaggio” verso la normalità e la serenità possibile.

Ma guardiamo il filmato realizzato pochi minuti fa, per capire qualcosa di più di questa missione umanitaria.

Quello di questa sera è stato un momento bello. Abbiamo visto un filantropo che non ha bisogno di presentazioni, il Dottor Sergio Cavagliano di Caresana, con le lacrime agli occhi.

Impossibile dimenticare quell’arrivo del primo contingente di richiedenti asilo nel nostro Paese, proprio al Castelletto di Caresana, la tenuta che Cavagliano mise da subito a disposizione per l’accoglienza, in quel 22 marzo 2014.

Ecco la cronaca di quelle ore.

Posted in Vercelli Oggi

È già calato il sipario sulla notizia sensazionalistica per cui lo spiazzo della torre nord-est del Ricetto, orfano del ballatoio d’affaccio sulla valle marcito dopo anni di incuria, ospiterà una pedana, o meglio un’opera artistica del maestro Pistoletto. Non poteva essere diversamente, mancando – per quanto è dato sapere – il parere preliminare della Soprintendenza e dei Revisori dei Conti circa fattibilità e sostenibilità.

La folle corsa dell’Amministrazione ad ingombrare ogni angolo del Borgo come monitor (spesa prevista di altri € 90.000,00) e manufatti di varia natura ha raggiunto il suo apice con l’ultima decisione di spendere € 98.000,00 per un’opera d’arte – per altro degna di tutto rispetto, ma meritevole di ben altri spazi -, invece che ricostruire un nuovo ballatoio al modico costo di circa € 10.000,00.

Se di questi tempi tale spesa è già di per sé discutibile, l’idea si scontra soprattutto con profili di oggettiva inopportunità logistica. Il palco in progetto, destinato ad accogliere diverse decine di persone se non centinaia per assistere a spettacoli, si verrebbe a trovare nel punto più lontano dall’ingresso del Borgo e la via d’accesso allo spiazzo è assai stretta e preceduta da diverse anse delle rue, aspetti che rappresentano un palese ostacolo a rapidi soccorsi, al passaggio di ambulanze e dei vigili del fuoco.

A nostro modo di vedere, se proprio codesta Amministrazione ritenesse di poter giustificare la spesa – quasi € 100.000,00, senza contare i costi per la successiva manutenzione negli anni – tanto varrebbe almeno darvi il giusto risalto. E quale miglior location per un opera del Maestro Pistoletto se non il Prato del Sasso, ai piedi del Ricetto e alle spalle della antica chiesa romanica di Santa Maria Maggiore? In merito a quel luogo, d’altro canto – a cui non siamo i soli ad aver pensato – da anni già giace ammuffendosi nei cassetti del Comune un progetto di anfiteatro che ben si sposerebbe con il palco dedicato al Terzo Paradiso.

Redazione di Vercelli

Posted in Enti Locali

Un grande risultato raggiunto grazie alla generosità dei nostri donatori e dei sostenitori abituali della Fondazione che si dimostrano, ancora una volta, presenti e sensibili a sostenere cause umanitarie che ci coinvolgono tutti in prima persona!

L’invito di Don Giorgio Borroni, direttore Caritas Diocesi Novara e nostro consigliere, non è rimasto inascoltato: accogliere e sostenere per generare fiducia e solidarietà attraverso la forza del dono, collaborando in rete sui nostri territori.

I fondi raccolti sul fondo Rete Emergenze Caritas Diocesi di Novara, fondo aperto nel 2020 in FVO, sono destinati alla Valsesia in coordinamento con la Rete Caritas Diocesi di Novara e i Servizi Sociali territoriali.

Grazie di cuore a tutti i nostri donatori, grandi e piccoli, ogni donazione è un dono che moltiplica all’infinito la solidarietà e l’accoglienza, è il grande cuore delle nostre comunità che sono sempre pronte a scendere in campo mettendoci il cuore! #UnitiFacciamoGrandiCose continuiamo a farle insieme!

Per donare causale:

Caritas Novara – Ucraina

Tramite bonifico bancario su conto corrente intestato alla Fondazione Valsesia Onlus

IT55 C060 8544 9000 0000 1001 092 – Banca di Asti

Conto Paypal intestato a Fondazione Valsesia E – mail info@fondazionevalsesia.it

Tutte le donazioni di FVO godono dei benefici fiscali previsti dalla normativa vigente

Per maggiori informazioni è disponibile il sito della Fondazione www.fondazionevalsesia.it

Chi volesse scrivere può farlo all’indirizzo info@fondazionevalsesia.it

La Fondazione Valsesia Onlus è un ente non profit che opera per migliorare la qualità della vita della sua comunità e del suo territorio, attivando energie e risorse e promuovendo la Cultura della solidarietà, del dono, e della responsabilità sociale. È amministrata da soggetti rappresentativi delle varie anime sociali e civili dell’intera Comunità (privati cittadini, istituzioni, associazioni, operatori economici e sociali).

 Il Consiglio di Amministrazione è composto dalla Presidente Laura Cerra (nominata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli), dal Vice Presidente Davide Franchi (nominato per cooptazione dai consiglieri di emanazione privata), dai consiglieri don Giorgio Borroni (nominato dalla Diocesi di Novara), Emanuela Buonanno (nominata dal Comune di Borgosesia), Canova Gualtiero (nominato dal Comune di Gattinara), Andrea Fabris (nominato dalla Compagnia di San Paolo), Piera Goio (nominata per cooptazione dai consiglieri di emanazione privata), Dorino Locca (nominato dalla Unione Montana Valsesia), Luciano Zanetta (nominato dal Comune di Varallo).

I membri del Consiglio di Amministrazione prestano la loro opera a titolo gratuito senza percepire alcun compenso

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

La situazione della Provincia di Vercelli a trazione leghista è a dir poco confusa.

E pare ne abbia fatto (sulla carta, poi vedremo perché non è stato mai un vero pericolo) anche l’Istituto Tecnico Agrario, con il compendio didattico rimasto alla Cascina Boschine di Vercelli.

Ma andiamo con ordine.

***

Sappiamo che, dei 10 componenti il Consiglio Provinciale, ben sei sono Padani.

Che, forse, se hanno desistito rispetto alla rivendicazione dell’ indipendenza della Padania, non hanno ancora mollato l’osso sulla questione “Salvini Premier”. E ci manca solo questo.

Però, loro, si qualificano sempre come Lega per Salvini Premier.

Sono in sei su 10 del Consiglio Provinciale perché tal Onorevole Sandro Delmastro (Fratelli d’Italia) ci avrebbe politicamente venduti (dicunt) alla Lega valsesiana dell’On. Paolo Tiramani, nella speranza di ottenere voti (della Valsessera?) per sostenere la candidatura della sorella alla Presidenza della Provincia di Biella.

Sappiamo com’è finita.

Però, anche i meloniani di Vercelli pare non scherzino.

Vediamo dunque cosa sarebbe capitato a proposito della vendita (mai davvero possibile) della Cascina Boschine.

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Intanto, per chi non è di Vercelli, un piccolo “focus” sulla struttura.

Situata sulla tangenziale verso Casale, da sempre è stata la parte destinata alla didattica pratica per gli Studenti dell’Istituto Tecnico Agrario.

Un vero valore, dagli Anni Sessanta in avanti.

L’azienda funzionava come una vera e propria unità produttiva agricola, con i campi (Lamporo A, Lamporo B, tanto per dire dei più nominati) che producevano riso come tutti gli altri campi. Erano sapientemente coltivati da Operai alle dipendenze della Provincia.

Ma gli Studenti potevano osservare da vicino ed in presa diretta le varie fasi della coltivazione, dalla preparazione del terreno, ai trattamenti fitosanitari ed antiparassitari, alla raccolta.

Non mancava anche qualche (non piccolissimo, provare per credere…) appezzamento sperimentale, in cui i futuri Periti Agrari si cimentavano nel coltivare in proprio tante cose che non fossero riso: patate, soia, mais. Tutto di zappa e di badile.

Poi un piccolo frutteto.

Insomma, c’era di tutto.

Un brutto giorno la Provincia decide di vendere il terreno

(leggi qui)

e lo acquista il Signor Paolo Renditore, che conduce alcuni appezzamenti confinanti, per la somma di circa 830 mila euro.

Siamo ad aprile 2014.

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Sono pochi, sono tanti quegli euro e, soprattutto, a casa saranno mai serviti in questi otto anni?

Comunque, per tutto questo tempo, i fabbricati (che si vedono nelle nostre foto dall’alto) sono rimasti a disposizione della Scuola.

Nei giorni scorsi incomincia a circolare la notizia che la Provincia voglia vendere anche questa parte della struttura.

O, almeno, che il Signor Renditore la voglia acquistare.

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E qui entriamo in piena guerra dei nervi tra le due principali fazioni che reggono (?) l’ex Collegio dei Barnabiti.

Perché il Presidente Eraldo Botta (Lega, se e fino a quando non passano anche loro a Fratelli d’Italia) promuove una riunione in loco (Boschine) tra Rappresentanti dell’Istituto, Signor Renditore e Amministrazione Provinciale.

E, nel corso dell’incontro, così come Renditore ammette che qualche pensierino all’acquisto l’avrebbe coltivato, crea, involontariamente, un precedente che in futuro potrebbe avere un peso.

Perché l’astuto Botta gli domanda qualcosa che suonerebbe così: ma come mai, Signor Renditore, le sarebbe venuto in mente di proporre l’acquisto dei fabbricati?

E, fin qui, il pericolo è solo all’orizzonte.

Ma Botta va oltre (anche perché, probabilmente conosce già la risposta) e insiste: chi le avrebbe detto che avremmo potuto esaminare la cosa?

E Renditore, candido e innocente, risponde: me l’ha detto Davide Gilardino (Fratelli d’Italia da sempre, anche da prima di Giorgia Meloni).

Bum!

Il Vice Presidente della Provincia, dunque, si sarebbe preso una libertà del genere, all’insaputa del Presidente e di chiunque altro tra i 10 del Consiglio.

Con tutto il clamore che ne è conseguito.

Per fortuna, come abbiamo visto, nulla di serio.

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