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I rendiconti non si trovano, così si moltiplicano le domande

CHE FINE HANNO FATTO I SOLDI PER LA FUSIONE TRA SABBIA E VARALLO? - Se lo chiede un cittadino che non trova dati ufficiali - Qui il progetto con le opere previste

Che siano stati usati per Villa Becchi?

Valsesia e Valsessera

Il cittadino di Varallo Sesia che ci scrive, si pone domande che, a ben vedere (o, meglio, a ben udire, se si vuole) sono sulla bocca di tutti, una in particolare: che fine hanno fatto i soldi dati da Stato e Regione per la fusione di Sabbia con Varallo?

La domanda non è oziosa, se si pensa che quei soldi non sono erogati “a pioggia”, ma in conseguenza soprattutto di un “piano” preparato dai due Consigli Comunali, presentato ai rispettivi cittadini per il voto referendario.

Dunque, andiamo con ordine, riepilogando i termini anche giuridici della questione.

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Le fusioni tra Comuni sono regolate dalla Legge 7 aprile 2014 nr. 56, la cosiddetta “Legge Delrio”.

Il calcolo dei contributi è determinato dalla Legge di Bilancio che, dal 2018, prevede un ammontare degli stessi pari al 60% dei trasferimenti indicizzati al 2010 dei Comuni coinvolti nella fusione. Tale dato è deducibile dal sito del Ministero dell’Interno.

Questi contributi, sommati a quelli regionali per i primi  sei anni, ammontano in totale a circa 11.280.000 di euro, quindi circa un milione di euro l’anno a fondo perduto.

L’accordo di programma prevedeva, oltre al mantenimento dei servizi minimi essenziali che Sabbia non poteva più garantire (un esempio per tutti: nel 2017 erano disponibili per lo sgombero neve circa mille euro, contro i 15-20 mila necessari) investimenti per almeno due milioni di euro sul territorio sabbiese, concorrendo alla realizzazione delle 11 opere previste nell’ultima pagina (72 – 73) del progetto di fusione.

Leggi qui, integrale nelle sue 73 pagine, tutto il progetto di fusione: un libro dei sogni?

Risultava previsto anche che il Sindaco uscente Carlo Stragiotti ricoprisse la carica di Prosindaco dell’unico Comune di Varallo, incarico cui ha rinunciato per aver perso il referendum a Sabbia, non ritenendo opportuno rappresentare gli interessi dei sabbiesi dopo il voto contrario, avendo già dovuto procedere con la fusione nonostante il voto contrario per continuare a garantire, almeno, i servizi minimi essenziali.

Ad oggi, dell’accordo di programma risulta completato solo il digital divide con la realizzazione del traliccio in loc. Massera-Piane di Cervarolo, seguito per intero dal

Sindaco uscente di Sabbia Carlo Stragiotti in qualità del Segretario del Presidente della Provincia Eraldo Botta – leggi qui

Nel programma del candidato Sindaco Pietro Bondetti, a parte la realizzazione della strada Massera-Salaro, non si fa cenno alla fusione ed al completamento degli impegni dichiarati, che vedrà comunque ancora contributi in favore dei varallesi fino al 2028. La stessa strada Massera – Salaro, ora risulta incompleta finendo in un bosco, nonostante sia stata iniziata il 26 giugno 2019: in corso d’opera, si è anche dovuto registrare il crollo di un tornante appena costruito.

Il Cantiere risulta deserto da più di un anno.

In metà tempo almeno metà opere (o quasi, considerando il covid) dovevano essere completate. 

Inoltre non si ha notizia della pubblicazione di una rendicontazione di dove siano stati investiti questi soldi.

Non solo la quota di Sabbia, ma soprattutto della cospicua parte di Varallo (circa 800.000 € all’anno).

Molto varallesi si chiedono dove essi siano stati spesi e ne chiedono notizia.

E, in mancanza di notizie non solo o non tanto “ufficiali”, ma soprattutto vere e confortate da elementi contabili, si fa largo un dubbio: che siano finiti per tappare i deficit della società Milanaccio e di Villa Becchi?

Come si vede, il Lettore che ci scrive pone domande tutt’altro che peregrine e si fa portavoce di esigenze, soprattutto di trasparenza, molto sentite.

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