VERCELLI PUO' SCEGLIERE DI DIRE "NO" A 'LETAMAIA' E TRUCIOLI ALLA FORMALDEIDE - Raccolta firme per dire che la città non vuole diventare l'immondezzaio della Pianura Padana - Facciamo sorridere i nostri figli, non i boiardi di partito
Oggi il Presidente della Provincia, Eraldo Botta, fa il pesce in barile: decideranno i tecnici.
Come se i tecnici, ai tempi di Riva Vercellotti, non ci fossero stati.
Come se – a proposito, per esempio, di valutazione del rischio ongogeno delle produzioni industriali – ci fossero Tecnici che potessero dire di saperla più lunga di Renata Torazzo.
Oggi i Volontari a raccogliere le firme - Ci saranno tutti i martedì e venerdì al mercato
Sono già belli pimpanti dalle 9 di
questa mattina i volontari del Comitato No Biogas,
pronti a raccogliere le firme dei vercellesi.
Sono in Piazza Cavour, fino alle 12,30, a fianco del
Bar Cavour (se piove, sotto il portico).
Ci saranno anche per tutti i giorni di mercato nelle
prossime due settimane.
Pronti a spiegare ai cittadini perché bisogna
opporsi con decisione, a cominciare da una firma, al progetto di tutti coloro
che, per i loro guadagni, sacrificano il futuro del nostro territorio.
La “letamaia” che qui in area ex Polioli vogliono
costruire gli imprenditori Giacomo Bombardieri (uno spondatissimo dalla
Lega) e Farbizio Ferlin, l’ex titolare della Polioli di Vercelli è una
vera e propria “bomba” sganciata a sangue freddo sulla città.
Città che si vedrebbe arrivare 100 mila tonnellate
l’anno (portate da 5 mila camion) di “forsu”, la frazione organica dei
rifiuti solidi urbani.
In vernacolo: la sghinga.
Si chiama come si chiama il letame.
Compresi rifiuti organici della filiera agro
alimentare e fanghi che, poi, chissà come si potrebbe fare ad andare a vedere di
cosa sono composti.
L’obbiettivo è produrre “bio” metano, e compost.
Il primo progetto fu ritirato, a inizio 2019, anche
per la ferma opposizione dell’allora Presidente della Provincia, Carlo Riva
Vercellotti.
Poi le elezioni amministrative, in Provincia Eraldo
Botta ha preso il posto di Riva Vercellotti.
E loro hanno ripresentato il progetto.
Ci hanno riprovato.
Oggi il Presidente della Provincia, Eraldo Botta, fa
il pesce in barile: decideranno i tecnici, dice.
Come se i tecnici, ai tempi di Riva Vercellotti, non
ci fossero stati.
Come se
– a proposito, per esempio, di valutazione del rischio oncogeno delle
produzioni industriali – ci fossero Tecnici che potessero dire di saperla più
lunga di Renata Torazzo.
***
La differenza tra allora (quando il primo
progetto fu ritirato) ed oggi (quando ripresentano il progetto) è
che la Lega Valsesiana sembra proprio che abbia un buon rapporto con il
Bombardieri ed anche con Iren spa, il grande regista dell’operazione che vuole
ridurre Vercelli a terra del rifiuto.
Perché, mentre si stanno raccogliendo queste firme,
già si sa che il prossimo 6 agosto si terrà, sempre in Provincia, la
Conferenza dei Servizi che esaminerà di nuovo la cosiddetta “Via” – Valutazione
di impatto ambientale – relativa al progetto “pallets”.
Un altro uppercut alla città di Vercelli
perché, nell’area attigua al Centro Multiraccolta 2, vicino alla Motorizzazione
Civile, Atena Asm vuole realizzare un impianto dove lavorare altre 100 mila
tonnellate l’anno di rifiuto legnoso (altri 5 mila camion: e fanno 10 mila, tra "letamaia" e trucioli) intriso di formaldeide,
notoriamente cancerogena.
Dicono che sarà cancerogeno nei limiti delle norme
di legge.
Questi limiti – secondo il progetto – saranno misurati
“a campione” dalla stessa Asm.
C’è qualcuno che si fida?
Evidentemente sì, perché il progetto (della triturazione
in “trucioli” del legno di scarto che Iren raccoglie in tutta la Pianura Padana
per poi pressarli di nuovo in pallets) è condiviso dal Socio di Iren in
Atena Asm, il Comune di Vercelli.
Era condiviso dall’ex Sindaco Maura
Forte ed è condiviso dall’attuale maggioranza del Sindaco
Andrea Corsaro.
Il Comune potrebbe bloccarlo,
perché, pur essendo in minoranza nel capitale sociale di Asm (ha il 40 per
cento delle azioni) può avvalersi del diritto statutariamente
riconosciuto al Socio pubblico, di veto su operazioni di straordinaria
amministrazione.
E qui è anche più che straordinaria (è
pressochè un’operazione unica, capace di condizionare la vita aziendale, il
capitale della Società), se è vero che l’impianto
costerebbe oltre 40 milioni di euro, di cui, quindi, almeno 16 sono dei
vercellesi.
Perché questa acquiescenza delle forze
politiche tradizionali ai voleri di Iren?
E’ una domanda che i cittadini devono porsi con
attenzione.
Iren sa come farsi voler bene dal
sistema dei partiti.
E’ un’azienda nata grazie al sistema dei partiti.
Fino a poco tempo fa, ma soprattutto nel 2018, ne fu
Presidente Paolo Peveraro, ex Assessore al Bilancio ed… “ai Derivati”
della Giunta di Mercedes Bresso.
Nel 2018 sono concepite le operazioni “trucioli” e “letamaia”.
Il testimone di Paolo Peveraro è ora, di fatto, raccolto dall'Amministratore Delegato, Massimiliano Bianco.
Che c'era prima e c'è ancora adesso.
***
Oggi, quando il banchetto per la raccolta delle
firme era stato appena installato (poco prima delle 9) e c’era solo Campominosi
che lo stava completando, è passato di lì Alberto Cortopassi ed a qualcuno è
parso che abbia riso.
Chissà perché.
Magari avrà anche messaggiato qualcosa – inventiamo
– al suo amico valsesiano.
Sembrava di rileggere il libro “Cuore”
di Edmondo de Amicis quando parlava del Franti (che però non
messaggiava a nessuno).
I vercellesi possono scegliere se fare ridere
Cortopassi o fare sorridere, domani i nostri figli.
Che non devono vivere con l’inquinamento dei 10 mila
camion che Iren vuole portarci qui per lucrare a scapito della nostra salute.
Non devono vivere con l'inquinamento della lavorazione di 100 mila tonnellate l'anno di rifiuti organici.
Nè di quello che produrrebbe la lavorazione di altre 100 mila tonnellate di rifiuti legnosi intrisi di formaldeide.
In termini di sacrificio della salute abbiamo già dato anche troppo alle conseguenze del Forno di Incenerimento che ha voluto riaccendere (sotto la seconda Giunta Corsaro) la stessa Iren, con il suo Amministratore Delegato, il Geometra Gentile Eros Morandi.
Abbiamo dato anche troppo negli anni in cui ha funzionato la stessa Polioli.
I nostri figli non devono crescere in una città che sarebbe nota in
tutta Italia come la pattumiera della Pianura Padana.
Duecentomila tonnellate l’anno di rifiuti che
arrivano qui sono qualcosa di mai nemmeno lontanamente immaginato da qualsiasi
altra parte.
Perché il sistema dei partiti ha accettato che
qualcuno anche solo pensasse ad un regalo del genere per Vercelli, per noi?
Perché la Giunta di Andrea Corsaro non si avvale del
potere di veto, disponendo che i propri designati in Consiglio di
Amministrazione di Atena Spa impediscano una cosa abnorme come il progetto
pallets?
***
Non è un caso che il (secondo) Comitato per dire
“no” anche al secondo uppercut ambientale, quello dei trucioli, sia sorto sulla
spinta di due Movimenti Civici.
Si tratta della Lista Voltiamo Pagina di Roberto
Scheda, Paolo Campominosi ed Andrea Conte di quella di SiAmoVercelli, che
oggi vede al timone Tommaso Bertani, Renata Torazzo, Gian Luca Borasio,
Piero Boccalatte, Pier Giuseppe Raviglione.
Sempre con loro i tre Comuni della cintura:
Asigliano Vercellese, Lignana, Desana, che sarebbero – al pari di Vercelli –
toccati dalle conseguenze negative dei due impianti: trucioli e “letamaia”.
Sono tutte persone perbene e competenti, che non
dipendono dai partiti, né da nessun altro.