Trucioli,
il legno di scarto incomincia a mandare un
cattivo odore: che
fa pensare alla letamaia di Iren a Vercelli.
Detta
così, va spiegata.
Quindi,
andiamo con ordine e, sia permesso, con un supplemento di pazienza: non sarà un'esposizione breve.
Ma gli argomenti non sono di poco conto, nè dal punto di vista economico, nè dal punto di vista ambientale: si procederà con la consueta esposizione per capitoli, unendo tutti i documenti citati, integrali, in allegato.
***
ATENA ASM: LE FOGLIE NON LE TOLGONO NEMMENO A MORIRE,
MA LA SGHINGA DI TUTTA LA PIANURA PADANA DEVE FINIRE A VERCELLI
Il
Lettore ricorderà (ci sono
comunque gli articoli collegati, in alto nella pagina, per riprendere i passi
più salienti della vicenda) che Atena Asm si è scoperta la vocazione
industriale, per nuovi brand.
Quelli
vecchi sembrano andarle stretti.
Se
si guarda ai piedi di qualsiasi albero si
vedono le foglie morte che stanno lì da giorni.
Unica
eccezione, Corso Abbiate: davanti
all’Ospedale c’è un Signore immigrato cui è venuta un’idea.
Datemi
– recita il cartello – 50 centesimi e io vi pulisco il viale, togliendo le
foglie.
Un
po’ naif, ma se non ci pensa questo Signore non ci pensa nessuno.
Altrove,
dove dovrebbe pensarci Atena Asm, è un tappeto giallo molto suggestivo dal
punto di vista iconografico, ma si dubita che sia compatibile con il capitolato
d’oneri che regge il contratto tra Asm e Comune di Vercelli per le pulizie
della città.
***
Però
Atena Asm si è scoperta la vocazione dell’industriale dei pallets.
E uno
dice: e vabbè, con le pulizie non ce la fanno, magari fanno
meglio con i pallets.
Forse.
Probabile
anche, però, che ormai il gioco venga allo scoperto.
Il
gioco di Iren.
Perché
qualche bello spirito potrebbe pensare qualcosa del genere.
Ma –
insomma – a parte il fatto di avere
portato a casa il porcellino grasso di Atena, che aveva un bel bilancio,
liquidità, pochi debiti o nessuno, perché
mai Iren avrebbe dovuto tirare fuori 12 milioni di euro qui a Vercelli, se non avesse avuto anche altri obbiettivi?
E
quali potrebbero essere gli altri obbiettivi?
***
Arrivarci
può essere molto più semplice di quanto appaia: trovare un posto dove portare tutti i rifiuti che
raccolgono altrove
e che nessuno, da nessun’altra parte, vuole
***
Qui,
invece, abbiamo una tradizione a prendere qualsiasi cosa.
Basterà
ricordare le piste che ci siamo dovuti sorbire quando il Geom. Eros Morandi l’uomo (sono
modi di dire) di Iren a Vercelli ai tempi del Termovalorizzatore,
voleva a tutti i costi riaccendere il Forno di Incenerimento.
Ebbe
le porte aperte, finchè
non andarono a schiantarsi, finendo
dentro un “buco” di tre milioni di euro.
Tanto
costò alla città l’esperimento
della riaccensione dell’Inceneritore di Via Asigliano.
***
DAL FORNO D’INCENERIMENTO ALLA SGHINGA:
SU DI NOI HANNO DEI PROGETTI -
A MODO LORO, CI VOGLIONO BENE
Poi,
nella Primavera scorsa, ecco
venire allo scoperto quelli di Polioli
Bioenergy, che volevano portare qui a
Vercelli 100 mila tonnellate l’anno di rifiuti organici.
Rifiuti
per il 70 per cento raccolti da Iren in tutta la Pianura Padana e che non sa
dove portare, perché nessuno vuole.
Sono
poche o tante 100 mila tonnellate di rifiuti organici?
La
Forsu, Frazione organica rifiuti solidi urbani?
Basti
pensare che qui, nel nostro piccolo,
in provincia di Vercelli, ne produciamo in tutto 20 mila l’anno, di
tonnellate.
E
ce le lavoriamo benissimo da soli, senza disturbare nessuno, con gli impianti
esistenti.
Perciò
diventeremmo importatori di sghinga perché Iren non sa dove metterla e,
altrimenti, potrebbe pensare di avere fatto una scemenza a comprarsi Atena Asm,
tra l’altro per quattro lire, se si ha riguardo al fatturato aziendale.
***
DALLA SGHINGA AI TRUCIOLI CON FORMALDEIDE
Poi
c’è il problema del legno di scarto.
Perché
– di nuovo – Iren non sa dove mettere altre 100 mila tonnellate di legno
di scarto raccolto in tutta la Pianura Padana.
Che
può andare dal “brutto
tinello marron”, di cui
canta lo sfortunato titolare del Bar Mokambo nella canzone di Paolo Conte,
fino alle cassette per la frutta, così come alle cucine di una volta, sedie e
tavoli compresi, senza dimenticare lo scagnet.
E,
allora, dove lo portano il legno di scarto?
Ma
a Vercelli, naturalmente, tanto qui va bene tutto.
In
più, siccome devono tirare fuori (almeno) 36 milioni di euro per realizzare lo
stabilimento, fanno fare l’investimento ad Atena Asm, che vuol dire dividere il
rischio con il Socio di minoranza Comune di Vercelli: ha il 40 per cento delle
Azioni, non conta più una mazza, ma il 40 per cento di 36 milioni vogliono dire
qualcosa.
***
Di
tutto questo, il Consiglio Comunale cosa dice?
Perché
Atena Asm è, in fondo, almeno ancora per quel 40 per cento, dei cittadini
vercellesi ed i cittadini vercellesi sono rappresentati dai Consiglieri
Comunali.
***
I
Consiglieri Comunali non possono dire né “ai” né “bai”, semplicemente
perché non ne sanno un bel tubazzo di
niente, né del Piano Industriale di
Atena Asm, né dei trucioli, né della
letamaia.
Sa –
forse – qualcosa la Giunta, ma nemmeno tutti gli Assessori.
E,
in ogni caso, che ( forse ) sappiano gli Assessori può non importare nulla ai
Consiglieri Comunali, i quali devono, tra le altre piccole cose, approvare o
non approvare il Bilancio del Comune.
E
approvano o non approvano senza sapere se – un domani – Atena Asm, possa eventualmente decidere
di assumere il rischio industriale di un Opificio per risuolare le scarpe,
evitandone la dispersione nell’ambiente.
Oppure
– si inventa: intanto il Piano Industriale non lo conosce nessuno – ancora, una
macedonia fantasiosa di tutti gli altri rifiuti che nessuno vuole.
Il
rifiuto senza casa è bene accolto (
così forse spera Iren ) a Vercelli, dove può terminare il proprio ramingo
girovagare.
Perché
qualche Amministratore disposto ad inchinarsi ad acutangolo di fronte ad Iren si spera di
trovarlo sempre.
***
QUANTO VALE DAVVERO IL NOSTRO 40 PER CENTO DI AZIONI,
ANCORA IN PANCIA AD ATENA ASM?
Un
pensiero (mesto) bisogna poi dedicare a
quelle Azioni, a quel 40 per cento di capitale sociale.
Che
Palazzo Civico iscrive a Bilancio del Comune per un controvalore di 54 milioni di euro.
E’
il valore di “libro”, cioè ricavato frazionando per il numero di azioni, il
patrimonio della Società.
Quindi,
i vercellesi possono pensare: che bello, abbiamo 54 milioni di euro tutti
nostri, sia pure nella pancia di Atena Asm.
Ma
se si decidesse di vendere quella partecipazione, quale sarebbe il più probabile valore di mercato?
Sarebbe
di 54 milioni di euro?
Si
troverebbe un compratore disposto a fare il socio di minoranza di Iren?
Meglio
non pensarci.
***
TRUCIOLI CON E TRUCIOLI SENZA FORMALDEIDE: PENDIAMO
DALLE LABBRA DEL BERGA
Lo
scenario, dunque, è quello già contemplato in tante altre occasioni.
Iren
vuole una cosa e qualcuno dice sì o dice no.
Per
il momento, sembra che, senza
nessuna soluzione di continuità con il passato, il Comune voglia dire –
nuovamente – sì ad Iren.
Aveva
detto di sì per la riaccensione del Forno di
Incenerimento.
Ha
detto di sì per la cessione delle Azioni di Atena Asm.
Tutto
lascia credere che voglia dire di sì per i trucioli e – sono rumors, ma attendibili – pare che qualcuno stia pensando di dire sì anche per
la letamaia di Iren in area Ex Polioli.
***
Ma
andiamo con ordine.
PROGETTO TRUCIOLI: NON E’ CAMBIATO NIENTE
Come
si ricorderà, il 27 giugno scorso un comunicato stampa del Berga (affettuoso
soprannome affibbiato al virtuoso Roberto Bergandi, comunicatore ufficiale di
Iren per il Piemonte) annunciava: faremo una grande fabbrica di trucioli
vicino alla motorizzazione civile, attigua al Centro Multiraccolta 2.
E,
subito, tutti in Comune inarcarono sopracciglia, che sembravano controfigure di Toshiro Mifune in qualche film di Akira Kurosawa.
Ohibò
– esclamavano – siamo appena tornati e nessuno ne ha mai saputo niente.
***
Preoccupava
una circostanza in particolare: il processo di lavorazione per arrivare ai
pallets.
Si
passa dalla triturazione del brutto tinello marron (che ha una “dote” di
formaldeide incorporata), si arriva ai trucioli che, poi, sono ricostituiti in
pallets.
E
la ricostituzione può avvenire con colle di un tipo (tossiche) o altro tipo (non
tossiche).
E
già si è partiti presentando a corredo del progetto l’uso di quelle tossiche.
***
Perché
il progetto è stato protocollato alla Provincia di Vercelli (appunto il
25 giugno) cui compete la convocazione e conduzione della cosiddetta “Conferenza
dei Servizi”, cioè la riunione di tutti gli Enti che hanno competenza ad
esaminare i singoli progetti.
Progetti
che sono oggetto, quindi, di uno screening
tecnico multi disciplinare: dall’Asl, all’Arpa, ai Vigili del Fuoco, fino all’Esercito,
se del caso alla Soprintendenza.
Naturalmente,
partecipa anche il Comune “bersaglio” dell’insediamento.
***
Il
progetto presentato alla Conferenza dei Servizi da Atena Asm ha la formaldeide
(il principio attivo è considerato oncogeno).
Per
adesso, non c’è nessun altro progetto.
Per
adesso.
Perché,
nella riunione della Conferenza dei Servizi del 23 settembre scorso, visto
che le pietre erano dure, Atena Asm ha chiesto un rinvio.
Per
ripresentare un progetto con correzioni.
I
fatti si fermano qui.
***
Dunque: non c’è nessun altro progetto.
Nessuno
ha ancora dimostrato che la formaldeide
non ci sarà più.
Non
si sa come possano dimostrare
che non ci sarà la formaldeide nel
brutto tinello marron (cioè nel legno conferito), forse dimostreranno che
non ci sarà nelle colle impiegate per fabbricare i pallets.
***
Ma
per adesso: 1) non c’è nessun progetto diverso da quello
che si conosce; 2) non è
nemmeno ipotizzata (a lunedì 4 novembre) la data di una nuova riunione della
Conferenza dei Servizi.
***
MA IL BERGA DICHIARA,
IL GIORNO PRIMA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Allora
perché – potrebbe domandarsi qualcuno – il Berga ha mandato in giro il comunicato
stampa arrivato il giorno prima della riunione del Consiglio Comunale del 31
ottobre scorso?
Un’ipotesi
potrebbe essere: perché i
Consiglieri Comunali di maggioranza incominciavano
ad essere a disagio.
A
disagio per cosa?
E
qui viene il bello.
***
QUEL “MERO ERRORE MATERIALE”, ULTIMO SCUDO CONTRO LA
FORMALDEIDE E LA LETAMAIA
Bisogna
sapere, infatti, che bella bella, la Giunta del Sindaco Andrea Corsaro ha
presentato ai lavori dell’Aula una bella deliberina che dice: guardate, Signori, ci siamo accorti che il Piano Regolatore
del 2012 – per
mero errore materiale – non prevede che vicino alla Motorizzazione
ed a due passi dalla città si possano anche trattare “acque luride e rifiuti”.
Ma
dai: stanno sette anni senza accorgersi di un mero errore
materiale così, da niente.
Casi
della vita (la delibera è integrale, in jpg al termine dell’articolo).
***
Allora
ecco che Andrea Corsaro e Assessori chiedono:
approvateci questa piccola correzione.
Lo
chiedono a quegli stessi Consiglieri Comunali che continuano a non saperne un
tubazzo di qualsiasi cosa voglia fare Iren Atena, non conoscendo (di nuovo) un
tubazzo del Piano Industriale di Corso Palestro.
E
subito, però, i più attenti adocchiano che la correzione è richiesta dalla Provincia, proprio
finita quella riunione del 23 settembre in cui si è parlato dei trucioli e Asm
ha ritirato il progetto.
***
Sicchè
– integrale al termine dell’articolo –
i gruppi di Opposizione di Michelangelo Catricalà (Movimento5Stelle) e Voltiamo
Pagina (Roberto
Scheda, Paolo Campominosi, Andrea Conte) mandano un comunicato bello chiaro
che, in estrema sintesi, dice: accà nisciuno è fesso.
***
CORREZIONE INUTILE?
Ci
sono poi illustri pensatori che, carte
alla mano, dicono anche: ma guardate,
Signori cari, non c’è
nemmeno bisogno che il Consiglio Comunale si immischi in questa cosa.
Della
quale, d’altra parte, non sa niente nessuno: quindi alzerebbero la mano così
come un tempo comandava Francesco Zanotti.
Up
oppure down.
Pollice
su, oppure pollice verso: un anticipatore di Facebook, in fondo.
***
Perché – dicono sempre gli Illustri Pensatori – c’è una Circolare
della Regione Piemonte che dice qualcosa del genere.
Cosa
dice: dice che, quando c’è la autorizzazione della
Conferenza dei Servizi, gli strumenti urbanistici locali sono automaticamente
variati.
E
dice, inoltre, che è più
che sufficiente – per dare il parere del Comune interessato, anche per i profili
urbanistici – che si presenti in Conferenza uno (o una) del Comune, disponendo
di due righe scritte (e qui c’è addirittura la Delibera di Giunta) ed il gioco
è fatto.
***
Siamo
riusciti ad avere, con un po’ di pazienza,
anche questa Circolare della Regione (che è davvero preoccupante) ed è anche
questa è allegata integralmente al termine dell’articolo, in jpg.
Perché
preoccupante?
Perché
è quasi detto pari pari che bisogna mettere a tacere le popolazioni locali, in
quanto sono, di solito, contrarie a questi insediamenti.
Ma
preferiamo lasciare alla lettura diretta, senza mediazioni.
***
MOTIVI PER PREOCCUPARSI CE NE SONO
Dunque,
i motivi per stare con le antenne dritte, anzi drittissime, ci sono.
Da
un lato, sembra proprio che il Comune di Vercelli, si stia comportando con Iren esattamente come sta
facendo almeno dal 2009 in poi.
Inchini
ad acutangolo, e sempre in perdita.
Ma,
soprattutto, impensieriscono i rumors
che arrivano, ogni volta che si tratta di trucioli.
Perché,
a mezza bocca, ma con insistenza sempre maggiore, varie autorevoli Fonti
dicono: guardate che ci vogliono riprovare
anche con la letamaia di Iren a Vercelli,
in area Polioli.
Possibile?
Ma
se il Sindaco Andrea Corsaro,
in campagna elettorale, ha detto qualsiasi cosa contro questa iniziativa.
Anche
in sede pubblica, ad esempio al “faccia a faccia” (questa la parte anatomica
citata per presentare il confronto tra Candidati) in Sede Confartigianato.
Se
ne ricordano bene in tanti.
Ma
tutti possono cambiare idea.