Una tranvata di proporzioni ciclopiche.
Il Consorzio di Bonifica della Baraggia completamente
solo ed isolato da tutti gli altri Soci della Sii spa.
Così, in estrema sintesi, il trattamento riservato
oggi, 19 novembre, dall’Assemblea degli azionisti di Sii spa, la società di
gestione delle acque in Baraggia e comuni del Nord della provincia di Vercelli
e Basso Biellese.
Riservato a chi?
Proprio al Presidente del Consorzio di Bonifica
della Baraggia, Dino Assietti, che, arrivato come un castigamatti, se n’è
andato come l’Aretino Pietro, con una mano davanti e l’altra dietro.
Ma andiamo con ordine.
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Dunque, sappiamo che alle 16 di questo
pomeriggio, in videoconferenza, è stata convocata e con
urgenza (motivata da ragioni che, come vedremo, sono parse incomprensibili ai
più) l’Assemblea dei Soci Sii spa.
Ordine del Giorno:
fare fuori Leonardo Gili dal board della stessa Sii.
Nell’articolo di stamane
–
leggilo qui –
abbiamo anticipato come sia composto il Capitale
Sociale della stessa Sii spa: il 33 per cento dal Consorzio presieduto (carica quanto mai
traballante, dopo l’assemblea odierna) proprio da Dino Assietti.
Il 20 per cento dalla Sma Torino.
Il 9 per cento dal Comune di Cossato
e le restanti quote ripartite tra altri 59 Comuni, con percentuali che variano
dal 3 per cento, fino agli zero virgola qualcosa.
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Diciamo subito il risultato finale della
votazione che poneva il quesito: siete favorevoli o
contrari a fare fuori Gili, come chiede Assietti?
La riposta:
favorevole solo il Consorzio di Bonifica della Baraggia, con 80 mila voti
rappresentati.
Contrari 144 mila voti.
Cioè tutti: Smat, Cossato e tutti i Comuni, ad
eccezione di 2 mila voti di piccoli centri astenuti (a memoria: Collobiano,
Greggio e un altro che – si conceda – ora non ci sovviene).
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Un piccolo focus su cosa rappresenti
e conti la Società Metropolitana Acque (sma) Torino nel panorama regionale dei Gestori
d’acqua pubblica.
–
leggi qui -
Dominus unanimemente riconosciuto della Società e
del Gruppo è l’ Ing. Paolo Romano, una vera autorità nel settore, oggi
collegato personalmente all’assemblea in video conferenza.
Personalità, si diceva, di assolute esperienza ed
autorevolezza.
Ciò è vero, anche se taluno non è mai riuscito a
darsi spiegazione plausibile di un fatto.
Pare che sia proprio lui ad avere
insistito perché l’Oriundo ben noto in quel di Vercelli per
le sue gesta in Corso Palestro, fosse designato presidente di Confservizi
Piemonte e Valle d’Aosta.
Confservizi è la federazione delle varie
multiutilities, cioè tutte le “Atene” della regione.
Comunque, non sarà certo questo punto
interrogativo (lecito, ma tutt’altro che importante) ad
offuscare una fama, invece costruita grazie a costanti conferme.
E, soprattutto, questo non c’entra
niente con il tema di oggi, cui ritorniamo, perciò, di gran
carriera.
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Dunque, la Smat è qualcosa che sta,
sia alla Sii spa, sia al Consorzio della Baraggia, un po’ come una portaerei
potrebbe stare al moscone del bagnino sulla spiaggia di Viserbella.
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Solo un particolare?
Forse: utile, però, per capire quali siano le reali
forze in campo, soprattutto quando si parla di coloro che sono a favore o
contro la gestione pubblica degli acquedotti.
Cioè chi sono gli amici ed i servi di
Iren e chi sono, invece, gli amici dei cittadini ed i
servitori della Pubblica Amministrazione.
La Smat è sicuramente dalla parte dei
buoni, cioè non è né tra gli amici e men che meno tra i
servi di Iren.
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Sicchè, la posizione particolarmente critica nei
confronti della proposta di Dino Assietti, il deciso voto contro il siluramento
di Gili, sono del tutto assonanti con la battaglia che il silurando, ma poi non
silurato Gili medesimo sostiene per riunire in un solo Ente di gestione tutti
coloro che vogliono che sia completamente pubblica la cura degli acquedotti di
Vercelli, Biella, Valsesia, Casale, Valenza.
Questo il territorio interessato.
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Esperto com’è di cose del mondo e di questi mondi in
particolare, Paolo Romano potrebbe avere sgamato che il Richelieu in erba
dell’operazione sia da tanti individuato nella figura del direttore, Alessandro
Iacopino.
Notoriamente in rotta, da tempo, con il Gili.
Ma, soprattutto, da almeno altrettanto tempo oggetto
dei corteggiamenti insistenti da parte di Iren e soprattutto dall’uomo (modi di
dire) di Iren a Vercelli, Roberto Conte, Amministratore Delegato di Asm
Vercelli.
E c’è chi sarebbe disposto a scommettere che, al
modo di una idraulica Raperonzolo, Iacopino abbia gettato la lunga treccia
dalla sommità della torre, offrendola alla scalata dello spasimante.
Sarà vero?
Non sarà vero?
Si vedrà.
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Dunque, del siluramento di Gili non se
ne fa nulla.
Tutti contro, tutti a proferire severe parole di
biasimo per un’iniziativa presa nel momento in cui – tra l’altro e non è
particolare di poco conto – c’è ben altro cui pensare.
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Il Consorzio di Bonifica della Baraggia vorrebbe (avrebbe voluto) – è
la tesi illustrata nei precedenti articoli, con tanto di documenti – fare fuori
Leonardo Gili dalla Sii spa perché il curriculum presentato dal medesimo
farebbe rilevare qualche (presunta) inesattezza.
Oltre a smontare le – pretese – inesattezze, oggi l’Assemblea
ha invitato Dino Mercandino e la Baraggia ad occuparsi di problemi assai più
importanti ed urgenti.
Poi, arriverà anche il momento in cui lo stesso
Mercandino dovrà fare i conti con la Mozione di sfiducia che un bel gruppo di
esponenti del Consorzio ha già presentato nei suoi confronti.
Ma, come si dice, a ciascun giorno la
sua pena.
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Sicchè la giornata di oggi si chiude con
un 4 a zero palla al centro.
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Da domani
(se non domani, lunedì, perché le cose da fare sono tante e la materia complessa)
si potrà tornare a parlare di acqua pubblica, gestori riuniti, processo di
aggregazione tra le sette società che operano in questo territorio.
Si parlerà, naturalmente, anche della
posizione che il Comune di Vercelli dovrà, presto o tardi,
adottare.
Che fare?
Ci riprendiamo l’acquedotto?
Lo lasciamo “in pancia” ad Atena Asm Iren?
Lo perdiamo del tutto?
A questo proposito sarà utile la lettura di due documenti
che potremo pubblicare.
Quello sicuramente più importante,
dal punto di vista della fattibilità dell’operazione “Gestori riuniti” nella
società unica “Acquedueo scarl” è il parere preparato dall’ Avv. Mario Comba
il 5 giugno 2018 e rimasto forse troppo tempo nel cassetto.