A valle
della manifestazione di ieri sera (19 luglio) in Piazza Cavour, si consumano le
meningi per indagare quali saranno le intenzioni future di Andrea Cherchi.
Oddio, meningi…
In non pochi casi la parola va oltre il segno, eppure qualcosa si
consuma.
Perché il
consenso capitalizzato da quest’uomo ‘naturaliter’ politico – dicono i più
– qualche sbocco dovrà averlo.
Anche se, come, quando e dove questo
sbocco sarà non lo sa nessuno e probabilmente neppure, oggi, il
diretto interessato che è comunque l’unico che abbia qualche titolo per decidere.
***
Ma intanto è bello vedere le reazioni del “sistema” che, secondo modelli
collaudati di comportamento, sta tranquillamente andando a sfasciarsi, come è
sempre successo e sempre succederà nel corso della umana vicenda quando un ceto
politico ormai obsoleto non comprende che il meriggio è già tramonto e
inoltrato e forse è ora di andare a nanna perché è giunta la notte.
***
Sicchè ci
pare di udire un dialogo (immaginario) tra i
due dioscuri della politica comunale.
Alle prese con la importante decisione: prendiamo o non prendiamo parte
alla manifestazione?
In qualche modo mostrano di avere
assimilato la lezione morotea: il primato del capire su quello del
fare.
Ma a modo loro: il primato del capire una
beneamata fava di niente, concludendo, quanto a fatti, ancor meno.
***
L’ uno abbarbicato alla sedia che forse teme traballante, pare
volerla difendere assimilando del tutto la propria identità a quella del Primo
Cittadino.
Come una cozza attaccata allo scoglio: se non arriva un rimorchiatore a
schiantarsi contro il molo, è al sicuro.
In cuor
suo deve pensare: simul stabunt simul cadunt.
In cuor suo.
Poi qualcuno potrebbe fargli notare che è cadent.
Ma non si può avere tutto.
Non fa
rima, ma è (più) giusto.
***
L’altro, voce critica ed a tal punto considerato leale nei confronti del
Capo dell’Amministrazione che per lui qualche buontempone ha coniato un nick
name: Sonny, contrazione gentile di “serpente
a sonagli”.
***
Dunque immaginiamo Pompy e Sonny in
pensoso (fantasioso) dialogo sull’oppportunità di considerare ‘politicamente’
la manifestazione di piazza Cavour.
E sorge spontanea la domanda: ma chi è, in
fondo, Andrea Cherchi?
Interrogativo retorico cui segue la risposta: altri non è se non un
privato cittadino.
E quindi perché mai si dovrebbe, dall’alto dei comunali scranni, aderire
alla manifestazione di un privato cittadino?
Di una personalità che si permette di mediare il consenso senza essere
partito?
Pensieri in libertà, che forse non condivide, ad esempio, l’Arcivescovo,
il quale invece assicura la propria presenza all’iniziativa.
***
Poi i
commenti dei politici sulla piazza.
Populismo.
Demagogia.
Arroganza. Persino arroganza.
Perché è dura per il sistema accettare l’idea che un privato cittadino,
solo con il tam tam di facebook, metta insieme 500 persone a testimoniare su un
problema specifico.
E se
dovesse saltargli in mente di convocare altre persone sotto il balcone
che si affaccia sulla Piazza Municipio, al civico 5?
***
Insomma lo
scorno e l’agitazione sono a mille.
Bisogna allestire le difese.
Fondare qualcosa ‘contro’ Cherchi.
Ad esempio una Associazione per la difesa dell’esistente: la “Bi. Bi.”, Bile bicciolana.
Aderente, magari, alla Fe.Na.Na.Po.
– la Federazione Nazionale Nani Politici.
***
Difese inutili: semmai il protagonista decidesse – se, come e quando
dovesse decidere – basterebbe un suo peto per
spazzarli via.
Tre anni
possono sembrare molti, ma passano in fretta.
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