Avevamo
lasciato gli strateghi di Palazzo Civico, i fini tessitori di percorsi politici
inediti ed originali, alle prese con l’algida contabilità palatina.
Non
si tratta, beninteso, di equilibri di bilancio o cose simili.
Per
quelle ci sono i tecnici.
Si
tratta di capire come disarticolare e riarticolare i numeri in Consiglio
Comunale, assemblando con fantasia ed acume il posizionamento dei vari gruppi consiliari e
poi dei singoli Consiglieri annettendoli o separandoli, a seconda
della bisogna, per assicurare il futuro della Città.
Perché
gli strateghi non lavorano per cosa di minore momento.
Lavorano nientemeno
che al futuro della Città.
Secondo
una prospettiva di certezze che così
traguardano:
Primo: è sicuro che la Città
deve avere un futuro.
Lo
diceva del resto anche la buonanima di Lucio Dalla, in ‘L’anno che verrà - Caro amico ti
scrivo’.
https://www.youtube.com/watch?v=Y8HfQ7C8NFQ
Secondo: questa Giunta è per
definizione la cosa migliore possibile per garantire il futuro della Città.
E’
un assunto cartesiano.
Qualcosa
a metà strada tra l’assioma ed il postulato.
Terzo: quindi questo
Consiglio Comunale, a costo di ridurlo come una maglia bernarda, che si stringe
e si allarga, deve comunque garantire che la Giunta stia in piedi.
Perché
se si andasse a casa arriverebbe Grillo.
E
se arrivasse Grillo la Città non avrebbe futuro.
Quindi
tutti, ma
proprio tutti, devono fare in modo che non arrivi Grillo.
Se no eBay
ci fa pernacchie.
Uno
dice: ma che c’entra eBay?
Su,
un po’ di fantasia…. Se una cosa non si può dire, di sicuro ce n’è un’altra che
lascia comunque intendere…
Quarto: anche a costo – però
– di trasformarsi loro stessi in grilli, cioè saltando dai banchi della
opposizione a quelli della maggioranza e viceversa.
Salta
di qua, salta di là.
Non
solo Consiglieri, ma veri e propri saltimbanchi.
Enrico
Demaria
che salta in braccio a Giordano Tosi.
Volteggia
mentre Maurizio
Randazzo salta in braccio a Costantino
Zappino.
Balzi
sul posto invece per Stefano Pasquino che salta in attesa di sapere
in quale direzione.
Non
sa nemmeno lui verso dove, ma salta.
Chi
non salta… grillino è.
Massimo
Materi
che vorrebbe saltare anche lui, ma non sa come prendere la rincorsa.
Poi
ci sono quelli che preferirebbero saltare, ma da una finestra, piuttosto che
stare ancora lì a farsi massacrare: come Paolo Campominosi, che si chiede quale dio
crudele lo abbia condannato a tutto questo e perché.
Sara
Vinci
suocera Vercellone che forse vorrebbe comunque saltare, sempre.
E
spera magari che non salti tutto prima che qualcuno abbia di nuovo messo a
posto il genero da qualche parte.
L’unica
che non salta è Ketty
Politi.
Il
giorno che salterà anche la Politi sarà vicina la fine del Mondo.
Donatella
Capra,
poi, è una tautologia.
Salta
perché le piacerebbe l’idea di chiamarsi Camoscio.
***
Mentre
dunque gli emuli di Enrico Pozzo si scaldano i muscoli, ritroviamo i due strateghi che partono dalle verità
costitutive dell’agire politico.
La ‘polis’,
la città.
Ha
bisogno di noi.
Noi,
per servire la città, abbiamo bisogno di un posto e di uno stipendio.
Niente
posto, niente servizio.
Niente
servizio, niente eBay.
Quindi,
se non
occupiamo il posto e non prendiamo lo stipendio eBay ci fa pernacchie.
Ma
volete che la città corra un rischio del genere?!
Siamo
capitati qui in un tornante della Storia di portata epocale perché la
Provvidenza ha voluto così.
E
allora, volete mettervi anche contro la Provvidenza?!
Sicchè,
per garantire
che eBay non ci faccia pernacchie, tutti i Consiglieri Comunali, anche se
eletti all’opposizione, devono praticamente fare i saltimbanchi, e
gratis, purchè noi possiamo servire la
città.
Devono
farlo quindi per fede e per passione.
Come
il giubilo di quel popolo così gaio nella immortale operetta satirica
‘Ifigonia’: noi siamo felici, noi siamo contenti, le chiappe ed il culo porgiam
riverenti.
Con
gusto, dunque, perché a noi le facce tristi non piacciono.
E
pare proprio che – per incredibile che possa sembrare – di Consiglieri
disponibili ne trovino.
***
Questo
è uno dei misteri della politica così come delle dinamiche sociali nella vita
delle micro comunità, dove si vive anche di convenzioni e di messaggi veicolati
in modo subliminale.
Anche
se ultimamente qualcosa, rispetto ai loro originari piani e calcoli pare si
stia incrinando ed il castello di carte che si era – sì - sorprendentemente rivelato meno fragile ed effimero di quanto la
logica potesse lasciar prevedere, ora stia facendo la fine presto o tardi più
propria per tutti i castelli di carte.
Succede
un po’ come nella fiaba ‘I vestiti nuovi dell’Imperatore’.
https://it.wikipedia.org/wiki/I_vestiti_nuovi_dell%27imperatore
Prima
che uno si svegli, si alzi e dica, come Totò: ma mi faccia il piacere! ce ne
vuole.
Ma
quel momento arriva sempre, anche se prima di quel momento se ne vedono di
tutti i colori.
Ritroviamo
allora i due strateghi della Giunta che parlano fitto.
Perché,
rispetto alla sicumera dei giorni scorsi
Leggi
anche:
http://www.vercellioggi.it/dett_news.asp?titolo=TRIPPA_PER_I_GATTI_/_365_-_&id=68368&id_localita=2
ora
pare che qualcosa vada storto.
***
Come
ormai consuetudine, tradurremo le espressioni vernacolari di questo fantasioso
dialogo in simultanea.
Andrea: t’è vist, Mario, ca
i mè cünt ien giüst?
(Trad:
hai visto, Mario, che i miei calcoli erano giusti?)
Mario: ma ne sei proprio
sicuro, caro Andrìa?
Andrea: ma figurti. Nui suma
dirset. Ma al Maradona e la Crava ien an tar dui. Van via. Nui piuma cui tre piciu.
Dirset menu dui fa quindasi. Cun i trei piciu fa disdot. Vadgnuma ün.
(Trad.:
ma figurati. Noi siamo diciassette. Maradona e Capra sono in due. Vanno via.
Noi prendiamo nella nostra squadra i tre dabbenuomini ormai noti. Quindi 17
meno due fa quindici. Più i tre fa diciotto. E la maggioranza è ancora più
solida).
Mario: ma vidi, caro
Andrìa, pare proprio che non sia del tutto così, perché quella rompiscatole
della Mariapia simbra che non accetterebbe e allora faribbe: 17 – 2 = 15; 15 +
3 = 18.
Ma,
prupriu qui starebbe il punto: 18 minu due farebbe di bel nuovo 16.
E
forse a quel punto anche nel Pd qualcuno si romperebbe le scatole
definitivamente e farebbe quindi 16 minu due uguale 14.
Andrea: ma anlura suma nui
che suma piciu.
(Trad.:
non necessaria).
Mario: ma a me simbra che
più che altro il picio (come dici tu, perché io non dico mai parolacce) sia tu.
Perché
ci siamo fidati tutti di te che sei contabile.
Andrea: ma ti sta citu, che
t’ è püsè stupid fina dal pumpista.
(Trad.:
ma stai zitto, che sei ancor meno perspicace di certa persona che non è il caso
di citare)
Mario: attinto a come
parli, Andrìa.
Di
me puoi dire quel che ti pare che non mi offindo, ma guai se mitti in cattiva
luce il Signor Pompiere. Il Dottore Magistrale.
E’
la persona più ascoltata ed influente presso il Primo Cittadino.
E’
come un faro che illumina la nostra strada, buia e perigliosa.
Quando
si nomina il Signor Pompiere bisogna scappellarsi (levarsi di testa il copricapo, in segno di
riguardo, ndr)
Andrea: ma t’è fol?
***
Fin
qui il dialogo che abbiamo creduto di riassumere per come l’abbiamo compreso,
con le nostre modeste, per non dire minime capacità.
Come
finirà?
Eh… la
vediamo dura.
VercelliOggi. it è e sarà sempre gratuito.
Per effettuare una donazione clicca:
http://www.
vercellioggi. it/donazioni. asp
Commenta la notizia su
https://www. facebook. com/groups/vercellioggi
Per leggere e commentare anche le
principali notizie del Piemonte:
https://www.facebook.com/VercelliOggiit-1085953941428506/?fref=ts