E’ molto preoccupato il Sindaco di Santhià, Angelo Cappuccio.
Quello stop all’attività di radiologia presso la cosiddetta “Casa della Salute” di
Via Matteotti, l’ ex Ospedale.
mette in gravi difficoltà i cittadini santhiatesi.
E questo è
ovvio.
Ma il Sindaco guarda più in là: non appena ho saputo dell’intenzione di
chiudere il presidio, lunedì scorso, ho chiamato immediatamente a Santhià per un colloquio il Direttore Generale Chiara Serpieri.
La notizia della
sospensione dell’attività ci è arrivata dalla sera alla mattina.
Serpieri si è assunta un impegno: questa emergenza in radiologia durerà al
massimo un mese.
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Angelo Cappuccio un mese lo concede, se le cose dovessero andare oltre, ci
saranno iniziative
di protesta molto decise.
I motivi sono
molti.
Il primo: i cittadini di Santhià e hinterland hanno diritto al
servizio.
Si è tanto
parlato di “Casa della Salute”.
Ma se, quando
un paziente ha dolori acuti, non riceve subito la prestazione, è ovvio che si
reca al Pronto Soccorso di Vercelli o ovunque trovi una risposta efficace.
Il secondo: è evidente che se i pazienti prendono la
strada della struttura privata (oggi è “consigliato” il Trompone), poi è
difficile farli tornare indietro.
Si vuole forse che il privato abbia dei vantaggi dall’inefficienza del pubblico?
Il terzo: l’istituzione della Casa della Salute è parte di precisi
impegni tra Asl e territorio.
Se questi impegni non sono mantenuti, non si parli più di collaborazione.
Ultimo, ma non per importanza, presso la Casa della Salute a Santhià ci
sono macchinari
di radiologia
che valgono qualcosa come 200 mila euro.
Stanno lì a
prendere la polvere?
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Decisamente, è
un Angelo Cappuccio molto, ma molto, preoccupato quello che parla di queste
cose, come Sindaco e come cittadino.
E, insegna una massima sapienziale, guardati dell’ira del
mite.