Il tavolo dei Relatori - Comitato per il sì
Mentre a Roma già si parla di “spacchettamento” dei quesiti posti
dal referendum costituzionale di ottobre (novembre?), a Vercelli si presenta il
Comitato per il ‘Sì’.
Si tratta per lo più di personalità politiche di appartenenza o
estrazione Pd, ma con qualche (sparuto) inserto a sorpresa, proveniente da
altri mondi.
Non ha fatto poi mancare la propria adesione il Presidente
uscente - ed aspirante al rientro - di
Atena, Sandro Baraggioli: per
riconquistare il posto non bisogna lasciare nulla al caso.
Ma ci sono anche alcuni nomi di personalità di tutto rispetto, come
ad esempio quello di Bruno Baltaro, storico
esponente della Sinistra più coerente e rappresentativa, dell’Ambasciatore Piero Francese e del Presidente del
Museo Leone e uomo di cultura unanimemente riconosciuto di grande levatura, Gianni Mentigazzi.
Non si può tuttavia fare a meno di notare che manchi – almeno in
questa prima stesura, riportata a fondo pagina – che richiama i “primi”
sottoscrittori del documento, il nome del Primo Cittadino di Vercelli.
Il Sindaco di Vercelli è semplicemente in ritardo? Come si può ben
concedere ad una Signora, anche se leader politico? Del resto – sanno bene gli
uomini di non recente educazione – aspettare una Signora è sempre un
privilegio. E in ogni caso è inevitabile.
Ma pare invece – secondo rumors accreditati – che Maura Forte per ora si sia riservata,
cioè non abbia firmato perché forse l’intuito politico le suggerisce qualcosa
come: andate avanti voi che a me scappa da ridere.
***
Ecco il
testo diffuso dai rappresentanti vercellesi di ‘Basta un sì’. A fondo pagina i
nomi.
***
Lo scorso mese di Aprile la Camera dei Deputati ha
definitivamente approvato la riforma della seconda parte della Costituzione con
l’obiettivo di dare all’Italia più stabilità, più efficienza decisionale e
maggiore certezza dei diritti.
Il testo modifica molti articoli della Costituzione, ma
non la stravolge. Riflette anzi una continuità con le più accorte proposte di
riforma in discussione da decenni, ma mai approvate.
In particolare, la riforma pone fine al bicameralismo perfetto, riduce
il numero dei parlamentari, crea il Senato delle Regioni, cancella le
Provincie e il CNEL, rimette ordine nelle competenze tra
Stato e Regioni e introduce il referendum propositivo.
Nel progetto non c’è forse tutto, ma c’è molto di quello
che serve, e non da oggi.
Le principali novità le possiamo così sintetizzare:
• Viene
superato l’anacronistico “bicameralismo perfetto o paritario”, con la
previsione di un rapporto fiduciario esclusivo fra Camera dei Deputati e
Governo. Con la riforma tutte le leggi
“ordinarie” saranno approvate dalla sola Camera dei
Deputati e si eviterà così quell'andirivieni dei provvedimenti tra Camera e
Senato che rallenta il lavoro legislativo. Il nuovo Senato delinea un
modello di rappresentanza al centro delle istituzioni
locali, coerente col ridisegno dei rapporti fra Stato e Regioni; legifererà
solo sulle materie di competenza delle Regioni e dei Comuni nonché sulle
riforme istituzionali (legge elettorale, riforme
costituzionali, ecc.);
• Riduzione del
numero dei Parlamentari e dei costi della politica. I Senatori saranno solo più 100; saranno tutti o Sindaci
o Consiglieri regionali, eletti dai cittadini. Non avranno indennità aggiuntive.
In questo modo il numero dei Parlamentari si ridurrà di 220 unità. Viene anche introdotto
un tetto all’indennità dei consiglieri regionali e il divieto di erogare soldi
ai gruppi consiliari;
• Sarà più chiara la distinzione delle competenze tra
Stato e Regioni e verrà superata la cosiddetta
“competenza concorrente”, che ha generato moltissimi conflitti tra Stato e Regioni davanti alla
Corte Costituzionale su importanti materie di interesse generale (energia,
grandi infrastrutture, ecc.), rendendo così più certi i diritti
dei cittadini e delle imprese;
• I
poteri normativi del governo vengono riequilibrati, con una serie di più
stringenti limiti alla decretazione
d’urgenza, con l’introduzione della “corsia preferenziale” e la
fissazione di un periodo massimo di settanta giorni per l’approvazione da
parte del Parlamento delle principali
iniziative governative;
• Saranno
aboliti il CNEL e le
Amministrazioni provinciali
che diventeranno aggregazioni di Comuni
e che gestiranno le competenze che Comuni e Regioni daranno loro;
• Il Presidente
della Repubblica sarà eletto
dalla Camera dei Deputati e dal
Senato. Viene aumentato il numero dei voti richiesti per la sua elezione. Dalla
settima votazione occorreranno i tre
quinti dei votanti (oggi basta la maggioranza assoluta).
• Introduzione
del referendum propositivo e di indirizzo.
Innalzamento delle firme
richieste per il referendum abrogativo (800.000 invece
di 500.000) e per le iniziative legislative popolari (da 50.000 a
150.000).
Il testo non è, ne potrebbe essere, privo di difetti,
essendo il frutto del confronto nelle assemblee dove siedono i rappresentanti
del popolo, non comitati di esperti: e nelle assemblee la ricerca del massimo
consenso impone compromessi.
Il progetto di riforma non tocca nulla dei principi fondamentali della nostra
carta costituzionale, contenuti nel Titolo I, non tocca alcun diritto
fondamentale, ma rende più efficiente la macchina
dello Stato nell'affrontare questo tempo difficile, ma avvincente, in cui le
Istituzioni democratiche sono chiamate a reggere la sfida della competizione
globale nell'interesse generale dei cittadini.
Gli elettori sono chiamati a pronunciarsi solo sulla riforma costituzionale, non anche sulla legge elettorale della Camera, il
cosiddetto “Italicum”, che sarà comunque già operativa da Luglio prossimo e, grazie
all’approvazione della riforma, sarà soggetta a controllo di costituzionalità
da parte della Corte costituzionale.
Per sostenere questa battaglia decisiva per il futuro
democratico del nostro Paese in un'Europa rinnovata e rafforzata intendiamo
costituire il comitato per il sì alla riforma
approvata dal Parlamento: Basta un sì a Vercelli.
Ci auguriamo che il maggior numero possibile di cittadini
si affianchi a noi in questa battaglia.
Vercelli, 8 luglio 2016
I primi firmatari
del comitato Basta un sì a Vercelli
Baltaro Bruno -
Gaietta Giorgio - Rigazio Anna -
Baraggioli
Sandro - Giordano Giovanna - Sapino Corrado -
Barone Chiara - Grassino Giorgio - Sartoris Maria Bice -
Bertolone
Doriano - Irico Pier Franco - Savoini Graziella -
Bertolone
Gabriella - Jorio Marco Patrizia - Sesone Marino -
Bobba Luigi -
Marcon Teresa - Stalla Federica -
Bordin Paola -
Mentigazzi Gianni - Svizzero Sergio -
Corgnati
Giovanni - Michelone Fabio - Tini Brunozzi Francesca -
Crevola Guido -
Molinari Gabriele - Verri Giancarlo -
Cucciola
Piermichele - Nulli Rosso Carlo - Vinci Sara - Filice Francesco - Pacella
Andrea - Zappino Costantino - Finocchi Fabrizio - Paggi Orazio - Francese Piero
- Portinaro Alessandro
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