( g. g. ) - Piscine,
punto e a capo.
Peggio
dell’errore c’è l’insistenza sull’errore, come se fosse possibile dire
qualcosa del genere: meglio un errore
mio, perché è mio, che una cosa giusta fatta da te, perché
è tua.
***
Così ora siamo alle prese
con i limiti di una impostazione
ingenua e saccente che ha praticamente visto all’opera persone oggettivamente
incompetenti.
Non c’è
niente né di strano né di scandaloso.
Succede: la
selezione del personale politico è un problema e non
da oggi.
Ora
occorre tornare sul punto e riprendere il filo di un
discorso che per qualche (in)comprensibile ragione ha imboccato derive strane quando
non allucinanti, sempre mosse da una
malafede ed ostilità verso la ragione,
tanto evidenti quanto immotivate.
***
Allora è
bene (ri)partire dalle necessità primarie e più urgenti.
Quindi – a nostro modesto
avviso (ma mai modesto, sia
permesso, quanto ciò che si è visto in
questi due anni e oltre) – bisogna
ripartire dalla necessità di ridare al più presto un
servizio decoroso a chi ne ha più bisogno.
Chi ha
più bisogno non è l’Utente in condizione di piena abilità fisica, di
prestanza e condizione economica integrata.
Cioè il nuotatore che pratica nuoto libero come attività di
fitness.
Queste
persone – non è questo l’obbiettivo, ovviamente, è una situazione di
fatto – possono ancora per un paio
d’anni prendere l’auto e andare a nuotare a Novara o Casale Monferrato. O
se più a loro piace, a Biella.
***
E’
urgente dare una risposta adeguata a tutti coloro che non possono (con
altrettanto minor disagio) prendere l’auto e andare altrove.
Chi
sono?
La
risposta è facile:
infanti
da zero a 6 anni e bambini fino alla prima – seconda media;
disabili;
persone
che praticano fitness in acqua come attività propedeutica alla
condizione motoria di base o accessoria a condizioni particolari.
Alcuni
esempi: anziani per il dolce
nuoto o ginnastica dolce, Signore in gravidanza, rilassamento in acqua;
ancora,
attività di fitness in bassa o media profondità, fino a qualcosa di eventualmente
specialistico come acquabyke;
attività
di recupero funzionale seguite da fisioterapisti.
***
Si può continuare con qualche altra indicazione, ma vogliamo
sintetizzare così, con tutti i limiti
della sintesi: tutti coloro che non sono nuotatori atletici o Utenti di
corsi per ragazzi e adulti dai 14 anni
in su.
Duole
isolare ancora un’ altra categoria che sta a chi scrive
particolarmente a cuore come i malati di sla: sono a Vercelli pochi casi.
Ma
assurgono a simbolo di come una comunità sappia “farsi prossimo”,
rendendosi capace di condividere il dramma, offrendo qualche ora di conforto a
chi tende una mano per cercare il nostro aiuto,
a chi si appoggia a noi mentre in acqua ritrova la possibilità di
recuperare qualche sensazione motoria in scarico di gravità, sensazione
altrimenti dimenticata.
Chi non
ha mai provato il contatto con un malato di Sla forse
non può sapere cosa significhi appieno la nozione di fraternità.
***
Per
tutte queste categorie di persone c’è una risposta, pronta,
immediata e relativamente poco costosa.
Il
recupero della Piscina Scolastica di Via Prati.
La
scelta deve essere senza “se” e senza “ma”.
C’è già
un progetto che – si badi – ha
l’approvazione degli Uffici Tecnici Comunali (tanto Lavori Pubblici quanto
Urbanistica) ed è pure licenziato dal
Sisp dell’Asl.
***
In
questo progetto è compresa anche la revisione della morfologia della
vasca di balneazione attuale per renderla idonea ad ospitare tutte le attività
predette.
Il
progetto prevede altresì la realizzazione di una nuova seconda
vasca con funzioni solo idroterapiche, quindi utile per tutte le attività che
dovessero essere inviata dall’Asl: l’Ospedale S. Andrea dista 100 metri dalla
piscina di Via Prati.
***
Vi è chi
dice che il recupero della piscina di Via Prati costerebbe
non già i 350 mila euro originariamente previsti, ma di più: tra i 500 mila e
gli 800 mila.
E
allora?
Meglio
spendere ( e non è vero ) 800 mila euro per avere un gioiello nuovo di
zecca destinato alle attività specialistiche a 100 metri dall’Ospedale oppure
spendere 2 milioni di euro per un aborto come la copertura della vasca esterna
di Via Baratto?
Meglio
spendere ( e non è vero ) 800 mila euro per avere una vera e propria
bomboniera che durerà per i prossimi 40 anni, oppure 2 milioni di euro per un
aborto che impedirà di fatto ogni seria riprogettazione dell’area di Via
Baratto?
***
Ci sono
sedici Consiglieri Comunali di buon senso, quelli che
rappresentano tutta l’opposizione, che vogliono sia impresso questo indirizzo,
per il recupero di Via Prati.
Leggi
anche:
http://vercellioggi.it/dett_news.asp?id=71204
Ma anche
autorevoli esponenti della maggioranza, tradizionalmente più attenti
al sociale, la pensano allo stesso modo.
Maria
Pia Massa è chiara: non entro – dice il leader di Voce Libera – nel merito di
polemiche sulla copertura di Via Baratto. Però non posso che condividere l’idea
di pensare prima a rendere subito un servizio alle fasce deboli e poi
progettare seriamente il futuro del nuoto a Vercelli.
Più
chiaro di così…
***
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