Domenico Quirico
(r.m.)
- Importante appuntamento culturale ma anche di stretta attualità a
Livorno Ferraris. Venerdì 5 febbraio alle ore 20,45 presso la sala
del Consiglio Comunale di Palazzo Ferraris, il giornalista Domenico
Quirico presenterà il suo ultimo libro dal titolo “I
tempi del Califfato”.
Domenico
Quirico, giornalista e inviato di guerra de “La Stampa” è
assurto alle cronache per le sue vicende personali da inviato,
infatti nel 2011 in Libia viene rapirto e liberato dopo solo due
giorni, ma sopratutto è rimasto nelle cronache nel 2013 quando in
Siria è stato rapirto e tenuto progioniere per bene cinque mesi.
Il giorno in
cui, per la prima volta, parlarono a Domenico Quirico del califfato
fu un pomeriggio, un pomeriggio di battaglia ad al-Quesser, in Siria.
Lui era prigioniero degli uomini di Jabhat
al-Nusra, al-Qaida in terra siriana. Abu
Omar, il capo del drappello jihadista, fu categorico:
«Costruiremo, sia grazia a Dio Grande Misericordioso, il califfato
di Siria… Ma il nostro compito è solo all’inizio... Alla fine il
Grande Califfato rinascerà, da al-Andalus fino all’Asia».
Tornato
in Italia, Quirico rivelò ciò che anche altri comandanti delle
formazioni islamiste gli avevano ribadito: il Grande Califfato non
era affatto un velleitario sogno jihadista, ma un preciso progetto
strategico cui attenersi e collegare i piani di battaglia. Non vi fu
alcuna eco a queste rivelazioni.
Nel giro di qualche mese tutto è
cambiato, e il Grande Califfato è ora una realtà politica e
militare con cui i governi e i popoli di tutto il mondo sono
drammaticamente costretti a misurarsi.
Questo libro non è un
trattato sull’Islam, poiché si tiene opportunamente lontano da
dispute ed esegesi religiose. È soltanto un viaggio, un viaggio
vero, con città, villaggi, strade e deserti, nei luoghi del Grande
Califfato. Parte da Istanbul e si conclude in Nigeria, fa tappa a
Groznyj in Cecenia e nelle pianure di Francia, nel Sahel e in
Somalia. Parla di uomini, delle loro storie, delle loro azioni e
omissioni. Mostra come al-Dawla, lo stato islamista, esista già,
poiché milioni di uomini ogni giorno gli rendono obbedienza,
applicano e subiscono le sue regole implacabili, pregano nelle
moschee secondo riti rigidamente ortodossi, vivono e muoiono
invocandone la benedizione o maledicendone la ferocia.
Nondimeno,
come Christopher Isherwood approdato
nel 1930 a Berlino, con la sua potente narrazione, Domenico Quirico
diventa, in queste pagine, «una macchina fotografica» con
l’obiettivo così aperto sulla cruda realtà della nostra epoca,
che ne svela il cuore di tenebra meglio di mille trattati e saggi.
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