E’ sempre un momento per
un tuffo suggestivo nella cultura e nei valori
della “Benemerita”, quello della presentazione del Calendario dell’Arma dei
Carabinieri.
Quest’anno – sabato 14 novembre la conferenza stampa alla Caserma “Gunu
Gadu” – in modalità “lockdown”, ma non in tono minore.
Cultura, perché, tra gli uomini (ed ora, anche molte donne
preparatissime) con la “lanterna” se ne sono sempre trovati e se ne trovano che
i libri li hanno letti davvero. Non di rado ci si avvede che siano attenti
studiosi della società che sono chiamati a tutelare.
Valori, perché il loro operare, se evidentemente è a tutela della Legalità,
non trascura mai di vedere, nell’ altro, prima di tutto un uomo o una donna,
che restano persone anche quando sbagliano.
E, così, mai trascurano quella “promozione
umana”, che – nel loro lavoro – si traduce nell’ascolto, nella prevenzione, nel
consiglio e che si fa talvolta ardua, ma non viene meno, anche quando deve
rimettersi alle categorie del contrasto a ciò che viola i diritti della comunità,
della convivenza civile, prima che la Legge.
***
Così, non meravigli se il
Calendario, un “must” editoriale dal
1928, sempre presente con la sola parentesi del periodo bellico, offre un caleidoscopio
di simboli idonei ad illustrare tutto questo.
Avvalendosi, di anno in anno, delle “penne”
e dei “pennelli” più autorevoli, ma soprattutto più originali del momento.
Ricorda tutto questo il Comandante
Provinciale dei Carabinieri di Vercelli, T.Col. Andrea Ronchey, quando
presenta un singolare Sottufficiale, il Maresciallo Donato Alighieri.
Ma leggiamo come ne parla, all’unisono
con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata
Giovanni Nistri.
Rendere omaggio al Poeta che ha “inventato” la
nostra lingua, l’ha codificata con le sue terzine, l’ha scolpita nei suoi
endecasillabi, è - per un’Istituzione legata all’Italia come un rampicante alla
sua parete – quasi un atto dovuto.
Farlo a settecento anni dalla morte di Dante è
un’occasione che l’Arma non poteva lasciarsi sfuggire. Un altro motivo ci ha
indotti a coglierla: a dispetto di chi sostiene che il Giallo nasca a metà
dell’Ottocento con Edgar Allan Poe, già il Vate toscano – e dopo di lui
Shakespeare, e poi altri ancora – ha infarcito le sue rime di intrighi e trame
delittuose. Cos’altro è l’Inferno, se non una puntuale rassegna di storie
criminali?
A che cosa assomigliano i suoi gironi, se non ai
bracci di un penitenziario che accolgono i detenuti in base al tipo di reato?
Per ispirarci abbiamo puntato su uno dei grandi pregi
della Divina Commedia, la sua permanente attualità.
Dai “barattieri” della Quinta bolgia a chi oggi adultera
il vino, ci siamo detti, il passo non è lungo.
L’assassinio di Francesca da Rimini è in
fondo un femminicidio ante litteram, il furto del Palladio fa di Ulisse e Diomede
i primi ladri di beni culturali della storia.
E’ stato perciò facile, così ragionando, accostare ai
versi danteschi i settori d’intervento e le indagini dei nostri reparti. Per
descriverli abbiamo concepito un’inedita voce narrante, il Maresciallo Donato
Alighieri.
Nato a Firenze come il suo possibile antenato, egli si
iscrive nel solco dei tanti personaggi che, nella finzione letteraria, hanno
indossato la nostra uniforme.
I ricordi di questo protagonista, immaginario ma del
tutto credibile, accompagnano le nostre pagine sfiorando quelle della cronaca
recente. Richiamano episodi reali e citano “eroi veri” come il Maresciallo
Leonardi, che il 16 marzo 1978 in via Fani fece scudo del suo corpo
all’onorevole Aldo Moro.
Il percorso narrativo della pubblicazione, che non
tralascia le altre due Cantiche dell’immortale Commedia, il Purgatorio e il
Paradiso, è tracciato da un affermato cantore dei tempi antichi, l’archeologo e
scrittore Valerio Massimo Manfredi. Questi, come già aveva fatto raccogliendo
per il Bicentenario dei Carabinieri “Le inchieste del Colonnello Reggiani”, ha
accettato con entusiasmo la nostra proposta.
Potrete apprezzare il valore aggiunto della sua
partecipazione nei testi che seguiranno. Il contrappunto pittorico alla
letteratura è stato affidato a un notissimo artista figurativo annoverato fra i
fondatori della Transavanguardia. Le vivide tavole di Francesco Clemente
rappresentano un salto ideale dal passato al futuro, la sua magistrale
interpretazione conferisce vita, emozione e colore al racconto che di mese in
mese dipaniamo.
Discreto e brillante regista della nostra pellicola è
stato il Professor Aldo Onorati, collaboratore di punta della prestigiosa
“Società Dante Alighieri” e, ormai da molti anni, anche della rivista “Il
Carabiniere”. Il suo affettuoso contributo, per la scelta dei versi più
indicati da inserire nei vari brani, è risultato prezioso.
Continua così il cammino che l’anno scorso ci ha visti
affiancati da Mimmo Paladino e Margaret Mazzantini. L’Arte con la maiuscola
duetta con le Istituzioni perseguendo il suo fine più alto, la ricerca della
Bellezza, intesa non quale mera estetica, bensì come strumento di divulgazione,
di valorizzazione, di educazione.
Il Calendario Storico dei Carabinieri, dal 1928, non
chiede che di offrirsi come un regalo agli occhi di chi lo sfoglierà.
Confidiamo perciò di aver confezionato ancora una volta un oggetto gradevole
alla vista, piacevole nella lettura, toccante se il pensiero volerà più
lontano, sul tappeto magico dei dipinti e delle parole, verso le storie ivi
racchiuse e le persone che le hanno vissute, silenziose custodi di Valori.
Da quasi un secolo il Calendario è una parte di noi,
un simbolo dell’Arma al pari della Fiamma e degli Alamari. Scandisce i nostri
anni, che scorrono veloci anche quando i giorni sono lunghi. Viviamo un periodo
difficile, è noto a tutti.
Ne abbiamo fatto cenno anche qui, nel mese di
apertura, atto dovuto alle vittime, ai malati, ai soccorritori, e, insieme,
auspicio di un rapido superamento. Sappiamo infatti che, proprio nei momenti
peggiori, emergono le migliori qualità: vale per gli individui, ma pure per le
Istituzioni.
Il 2021 è alle porte e si trascina dietro,
inevitabilmente, un carico di dubbi e domande. Da Carabinieri, possiamo offrire
al riguardo una sola certezza. Contate i mesi, controllate i giorni uno ad uno.
Guardatevi intorno mentre passeranno.
La nostra uniforme sarà lì, al vostro fianco, in ogni
momento. Come sempre, del resto, sin dal 1814.
***
Di seguito, l’illustrazione
dei significati di un mese particolarmente caratteristico:
LUGLIO
La bassa padana, che è un
luogo accogliente, a luglio diventa un inferno con temperature torride e umide
per via del Po. Gli abitanti, gente simpatica e gioviale, d’estate cercano di
distrarsi sotto i portici davanti ai caffè a giocare a carte.
E non nascondo che qualche giro di briscola o una mano
o due di tressette me li faccio volentieri anche io, così posso anche tastare
il polso alla gente.
Niente di che, le solite cose: la calura che non se ne
può più, che non si arriva a fine settimana perché i prezzi crescono sempre.
Inoltre dal portico si butta un occhio sulla strada
per vedere chi passa.
“Ma guarda che strano” disse il mio avversario a
tressette. Era il Ballotta, concessionario di automobili.
“Che cosa?” gli feci eco.
“E’ un po’ che gira quella Peugeot di una
concessionaria di Cuneo. Un po’ fuori mano, eh Maresciallo?”
“Che fai, mi rubi il mestiere?” scherzai.
“E poi ieri i due a bordo avevano la tuta di operai
dell’Enel”.
“Accidenti, sono loro! Abbiamo già denunce per questi
malandrini che si fingono mandati dalla compagnia elettrica a riscuotere soldi
da persone molto anziane.
Vediamo se riusciamo a beccarli sul fatto!”
Chiamai al cellulare Antonino Benelli, un giovane
carabiniere piuttosto sveglio:
“Nino, ci sono all’opera quei farabutti che si
approfittano degli anziani per derubarli.
Sono due. Prendi la via Parini, io vengo da via
Giordano Bruno e li becchiamo!” Corsi fuori mentre il Ballotta mi indicava dove
aveva visto passare i due imbroglioni:
“Di là, Maresciallo!”
Misi subito in moto l’Alfa mentre uno dei due che
faceva il palo dalla finestra diede
l’allarme e subito si precipitarono per le scale. Uscirono in strada e come mi videro
corsero in direzione opposta dove forse avevano parcheggiato la macchina.
Ma nello stesso tempo spuntava Nino e li incastrammo
come polli.
Questa
a peccar con esso così venne,
falsificando
sé in altrui forma,
come
l’altro, che là sen va, sostenne
Così mi vennero in mente, mentre
scrivevo il verbale d’arresto, i versi di Dante, ché cambiarsi i connotati è pessima
abitudine e quasi sempre finisce in male.