“Maledetta primavera” è il titolo di una famosa
canzone interpretata da Loretta Goggi, perfettamente attribuibile a
questi giorni dal punto di vista meteorologico. Maltempo, sconvolgimenti
climatici, rischio alluvioni. Quest’anno la primavera non si è ancora
manifestata, anzi ha causato danni alle produzioni in diverse regioni d’Italia,
stimati in oltre dieci milioni di euro. E’ quanto emerge dal
bilancio della Coldiretti in occasione della premiazione del primo concorso
fotografico “Obiettivo
Acqua”, promosso da Coldiretti, Anbi (Associazione Nazionale
Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) e Fondazione Univerde.
In Piemonte i chicchi di ghiaccio del diametro di tre
centimetri hanno colpito il torinese e l’astigiano distruggendo le coltivazioni di orzo e
grano e danneggiando i vigneti. Nel Monferrato, in particolare si arriva fino
al 70% dei raccolti persi. Danni anche tra Novara e Vercelli dove sono stati colpiti mais e
ortaggi. Il pericolo di alluvioni o frane interessa anche il Piemonte che si “ferma”
al 94,7% rispetto ad altre regioni dove il rischio arriva al 100%.
“Dopo un inverno siccitoso, aspettavamo effettivamente
l’acqua, ma ormai le precipitazioni arrivano violente, con pesanti grandinate
– commentano Roberto
Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato
Confederale - Siamo
di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici con una
tendenza alla tropicalizzazione che si palesa con sfasamenti stagionali,
precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo,
con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni. Certo a
gravare sulla condizione dei nostri territori è anche il consumo di suolo che
in Piemonte è di circa 175.000 ettari pari quindi al 6,9% della
superficie totale regionale che è di 2.540.000 ettari, dato ancora confortante
rispetto ad altre regioni dove le percentuali sono più elevate. Alla luce di
tutto ciò, ribadiamo quanto sia necessario un cambio di passo nell’attività di
prevenzione evitando di dover costantemente rincorrere l’emergenza con
interventi strutturali. Occorrono, quindi, opportuni interventi di
manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque attraverso opere
specifiche, oltre a prendere seriamente in considerazione il tema del consumo
di suolo che è ancora fermo al palo”.