In questi giorni, a seguito di una mia
intervista rilasciato al giornale locale “La Sesia”, si è accesso un dibattito
relativamente al cambio di denominazione del Comune di Trino.
Ritengo che sia utile e necessario fare
chiarezza sull’argomento onde evitare fraintendimenti o tentativi politici di
calcare l’onda per criticare il lavoro di questa Amministrazione.
Come l’attento lettore dell’articolo, ovvero
colui che non si ferma alla lettura del solo titolo che come in questo caso
poteva essere fuorviante o quanto meno fraintendibile, l’intervista aveva un
intento ben più ampio della mera aggiunta al nome Trino di “Monferrato” o
“nelle Grange”. Si parlava di turismo e di strategie di marketing territoriale.
Ovviamente per territoriale, si intende un
territorio, un insieme di comuni che per vicinanza geografica, per affinità
storica, volontà di intenti o qualsivoglia altro motivo cerca di organizzarsi
in forma associata e/o coesa con la finalità, in questo caso specifico, di dare
uno slancio turistico e culturale.
Trino rappresenta l’indiscusso centro di
riferimento del territorio delle Grange vercellesi, e rappresenta l’ambito in
cui, nel 933, ebbe origine il potere di Aleramo, fondatore dell’omonima
dinastia che per secoli governò il Monferrato; mentre l’abbazia di Lucedio
rappresentò il punto di riferimento religioso, ed il sepolcreto, dei Marchesi monferrini.
Gli abitanti delle Grange furono protagonisti delle gloriose vicende nel
Mediterraneo Orientale (Terrasanta e Impero Bizantino) al fianco dei Marchesi
di Monferrato; nel 1305 il parlamento di Monferrato, riunito in Trino, stabilì
l’arrivo della nuova dinastia marchionale, quella imperiale dei Paleologi che,
da Costantinopoli, giunse a governare il Monferrato per 230 anni.
Le Grange grazie alla coltivazione del riso
rappresentarono, fin dal Rinascimento, una preziosa risorsa anche per l’ultima
dinastia che governò il Monferrato: i Gonzaga.
Appare evidente il ruolo cruciale di Trino e
dei Comuni del territorio delle Grange nella storia, durata oltre sette secoli,
del Marchesato di Monferrato; un “Monferrato di pianura” quello della parte
meridionale del Vercellese, un territorio che oggi, più che mai, deve guardare
con rinnovato interesse alla sua Storia, fatta di grandi personaggi, di edifici
di straordinaria valenza architettonica come l’Abbazia di Lucedio, il Palazzo
Paleologo di Trino e il circuito della Grange con il Borgo di Leri-Cavour.
Tenuto conto di queste considerazioni, che
qualche mese addietro ho convocato i Sindaci di alcuni comuni della nostra
zona, per proporre a loro l’idea di unirci, così come propone la comunità
europea, in un’area territoriale coesa, “offrendo” Trino come luogo di incontro
tra le terre del Riso Vercellese e quelle del Vino del Monferrato.
Ed è in questa direzione che ci siamo
attivati, così come testimonia l’ultimo consiglio comunale, dove è stato
approvato a sola maggioranza il punto all’ordine del giorno che riguardava
appunto la sottoscrizione di una convenzione “Monferrato casalese e terre del
Po” partenariato per la costituzione dell’Area di Coesione territoriale, che
vede tutti comuni del Monferrato Casalese e Astigiano (fino a Moncalvo) e che
ha come unico partner vercellese proprio la nostra Trino.
A valle di questi ragionamenti, in maniera se
vogliamo anche forte e provocatoria ho lanciato anche l’idea di “definire” il
territorio geograficamente, attraverso la cartellonistica e la toponomastica,
proponendo non la modifica del nome di Trino, che sarebbe fine a sé stessa e
non avrebbe la minima utilità, ma di tutto il territorio, come accade in altre
realtà di successo: le Langhe, il Roero, la Valsesia e appunto il Monferrato
stesso.
Il turismo è lavoro, il turismo è aumento
demografico, il turismo è economia,
il turismo è valore aggiunto e se in
questo territorio non cerchiamo di cambiare rotta verremo schiacciati da chi,
in maniera coraggiosa e lungimirante si è già mosso e sta lavorando per
riportare investimenti e risorse nei propri territori.
Se Trino in virtù di quanto precedentemente
esposto non sfruttasse tutte le sue potenzialità sarebbe, se vogliamo ancora
più sciocco e io da Sindaco con la mia Amministrazione, oltre a pensare
all’immediato, oltre alla gestione delle emergenze, oltre al “lampione davanti
a casa” da riaccendere subito, oltre alla grande mole di lavori pubblici già
attuati ho e abbiamo il compito, anche affrontando scelte apparentemente impopolari
nell’immediato, di trovare soluzioni utili ed efficaci per il futuro della
nostra città, dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Cordialmente
Il
Sindaco di Trino
Daniele Pane
Redazione di Vercelli