Oggi quel tratto di argine è diventato la 'Casa di Ieio' -
Oggi è una bella domenica, tiepida,
soleggiata e tutto sembra dire di una pace che pare a portata di mano.
Se non fosse per quei ricordi, sempre
capaci di passare, come una nube, ad offuscare un cielo limpido.
Ricordi che si intrecciano con quelli affacciati
a punteggiare i vissuti di tanti, attori sulla scena del dramma, per recitare
ciascuno la propria parte in commedia, nella grande rappresentazione della
vita.
Così, quella mattina del
25 agosto 2009, la nostra allora neonata
Redazione si trovò di fronte al compito di documentare, per la prima volta,
la tragedia.
Sgomenti eppure consapevoli di un
compito, che la gente si attendeva da noi.
Ricordiamo i minuti frenetici della
decisione presa guardandoci negli occhi con gli amici e Colleghi Gian Luca
Marino e Paolo Pulcina.
Era successo qualcosa, nella notte,
sull’argine della Sesia, non lontano dal punto – erano le prime sommarie informazioni
– dove un tempo si trovava il Circolo “Nascimbene”.
Ora tutti dicono, con linguaggio più
aderente ai tempi, sotto il ponte autostradale.
***
Era la prima volta che ci si misurava
con la contraddizione sempre aperta, quando una circostanza tragica ti impone
di percorrere il crinale stretto che si snoda tra la doverosità di un compito,
informare, ed il pudore, il dolore ed anche il timore, di stare nel punto in
cui il fatto diventa notizia, perché una giovane vita spezzata diventa
cronaca.
Una giovane vita, con
tutto il suo prezioso carico di futuro e
speranza, che pare offerto, come nell'ostensione di un simbolico dono, dischiuso in quel pensiero
ancora oggi conservato come una gemma: A guardare le stelle… mille
pensieri per la testa.
***
Senza che ci fosse bisogno alcuno di “dirigere”
alcunchè, Gian Luca e Paolo corsero sull’argine, perché in quella notte si era
consumata la tragedia più grande, quella di fronte alla quale anche la fede che
crede di essere salda si fa interrogativa, riproponendo la domanda antica e
radicale, tutta condensata nella parola breve: perché?
Perché la morte di un
ragazzo, un ragazzino di 18 anni?
Eppure quella era la realtà che
bisognava documentare, perché in quel 25 agosto 2009 la città era come percorsa
da un fremito che si sopporta a capo chino.
La notizia “circolava”: nella notte l’auto
sulla quale viaggiavano Valerio Bassi ed Alessandro Iscaro era
finita ai piedi dell’argine, dove c’è il pilone del ponte.
Alessandro ce l’avrebbe poi fatta.
Valerio, invece, fu trovato privo di
vita.
***
Oggi, 25 agosto 2019, ricorre il decennale di quella tragedia, mentre sappiamo che,
nel corso di tutti questi anni, i compagni e coetanei di Valerio ed Alessandro,
i loro amici, hanno saputo elaborare il lutto offrendo alla comunità vercellese
un insegnamento prezioso: Valerio – Ieio per gli amici – è ancora tra noi, perché
tante sono state le iniziative benefiche realizzate nel suo nome.
Il suo transito nella vicenda terrena
è stato seme di amore e solidarietà.
“Insieme per sempre”, così assicurava lo striscione che portarono, gli “Amici
di Ieio”, il successivo 28 agosto, in Duomo, per l’ultimo saluto.
Promessa mantenuta.
In questa pagina, in alto
tra le notizie correlate, alla voce "altri articoli sull'argomento" la cronaca di quei giorni.