AVVERTENZA
Il Lettore deve essere
avvisato: questo articolo non è facile; con tutta la buona volontà e l’applicazione
per “tradurre” concetti tecnici e percorsi amministrativi complessi.
Ma desideriamo rivolgere
una preghiera: vale la pena dedicare un supplemento di attenzione e di
pazienza.
Ancora una volta, come
sempre quando si parla della predazione del nostro territorio e di beni
vitali come l’acqua, ma prima ancora, gli acquedotti, ne va del
futuro dei nostri figli.
Per quello che riguarda
noi, potremmo tranquillamente passare oltre: sono loro che giustificano un
impegno altrimenti privo di senso, se non quello della testimonianza.
Attenzione, dunque, ad una
prima “disambiguazione”.
Perché, altrimenti,
parlare di “acqua pubblica, acqua bene comune”, potrebbe apparire un po’ come
dire “Viva l’Italia”.
Una cosa vera, ma non
direttamente incidente sulla nostra vita quotidiana.
Invece, è bene chiarire
subito che la locuzione “acqua pubblica”, rimanda, in realtà, ad un’altra ben
più concreta, tangibile, occasione per affari produttivi di utili.
Si tratta, quindi, della gestione
pubblica o privata degli acquedotti.
***
CHI GESTIRA’ I NOSTRI ACQUEDOTTI DAL 2023 IN POI
Non è la prima volta che se ne parla
e, in fondo, dal punto di vista sostanziale, siamo ancora poco distanti dal
punto in cui ci eravamo lasciati l’11 aprile 2018, con questo articolo
che, senza falsa modestia, per la prima volta illustra in modo organico il
rischio incombente
– leggi qui -
***
Dapprima, come nel
cartellone di una commedia, i ruoli ed gli interpreti.
Insomma, le parti in
commedia.
***
Il protagonista: la ATO2, cioè
l’Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale
2.
Chi sono?
Dove hanno sede?
Più facile dire prima dove abbiano sede.
A Vercelli, in Via Giosuè Carducci, la
stessa del Liceo Classico, angolo Piazza del Tribunale.
Cosa fanno quelli dell'Ato2?
Ecco, qui incominciamo con le cose un
po’ complesse.
L’Ato2 è l’Ente che decide (tra le
altre cose, ma ora è in discussione questa) “chi”, quali aziende, gestiscono
gli acquedotti nell’ambito del proprio territorio.
Qual è questo territorio?
E’ quello che comprende le provincie
di Biella, Vercelli – Valsesia e parte casalese – valenzana della provincia di
Alessandria.
Sono più di 170 comuni.
Qualche dato.
Si tratta di una popolazione
servita di 450 mila abitanti.
Approssimativamente, 200 mila
contatori.
Il fatturato annuo complessivo è poco meno di 60 milioni di euro.
Sono in tutto circa 300 i dipendenti
addetti al servizio idrico, 14 i dirigenti.
***
Ma questi “addetti”,
questi “dirigenti”, per chi lavorano?
Di chi sono, quindi, dipendenti e
dirigenti, chi sono i loro datori di lavoro?
Sono, appunto, i sette Enti gestori
che, a loro volta, hanno l’incarico dalla Ato2.
Cioè sono i Concessionari
del servizio idrico, nei rispettivi
territori.
Quanti sono e chi sono?
Sono sette.
La Sii (parte alta della
provincia di Vercelli e Baraggia) – Atena Asm – Cordar Valsesia – Cordar
Biella – Amc (Casale) – Amv (Valenza) – Comuni Riuniti (Area
Borgo d’Ale e limitrofi, ma non solo, anche Lenta, per esempio).
***
E qui, leggendo questi nomi, si
incomincia forse a prendere più familiarità con il problema.
Sono nomi che tutti
sentiamo spesso.
E leggiamo sulla bolletta dell’acqua.
Ebbene, la concessione a questi Enti
scade (non a tutti nello stesso momento, ma per ora non è questo che conta
mettere a fuoco) comunque nell’anno 2023.
***
COSA PUO’ CAPITARE DAL 2023 IN POI / 1
Può capitare che l’Ato2 dica qualcosa
del genere.
Sapete, Signori cari, cosa
faccio?
Bandisco una bella gara pubblica
europea e vinca il migliore.
Chi potrebbe partecipare, chi avrebbe
forze e requisiti per presentare offerte per una fornitura tanto vasta?
Solo i grandi players nazionali.
Che il Lettore non faticherà ad
immaginare…
Proprio loro: Iren spa e
la competitor diretta A2A spa e pochi altri.
***
Sono società private che
mirano all’utile, al profitto.
Cosa può capitare quando una società
mira al profitto?
Per esempio, può capitare come
capita con i rifiuti qui in città di Vercelli (ma nei paesi la musica è la
stessa).
Cioè, per ridurre le spese,
aumentare l’utile e quindi il profitto, non raccolgono i rifiuti.
Naturalmente, se fanno così non va
bene.
E la gente se ne accorge
subito, perché i rifiuti si vedono.
Ma se, per aumentare il profitto, non
fanno manutenzioni adeguate agli acquedotti, la gente non se ne accorge
subito.
Se ne accorge quando ha già i
batteri nella pancia, con tutto quello che segue.
***
Eppure loro dicono qualcosa del genere: ma noi abbiamo i mezzi per fare gli investimenti.
E qualche buontempone che ci vuole
credere lo trovano sempre, qualche servo Iren lo trova sempre.
Quindi, avendo più mezzi, diamo più
garanzie.
Invece – se può valere l’esempio dell’immondizia
in strada – l’unica garanzia che danno è quella di perseguire il profitto.
***
COSA PUO’ CAPITARE DAL 2023 IN POI / 2
Per evitare la gara
pubblica e continuare con l’assegnazione
fiduciaria ad Enti del territorio (gli attuali sette), dovranno ricorrere
alcune condizioni: qualcuna ormai disposta dalle norme di Legge di
riferimento e altre, invece, dettate più dal buon senso e, infine, dalla
volontà di perseguire l’interesse (quello vero) pubblico.
La prima di queste
condizioni è che gli attuali sette Gestori “diminuiscano”,
un po’, oppure del tutto.
Cioè, si accorpino.
La seconda – non meno importante – è che siano Gestori che si
occupino solo di acqua.
Monoprodotto.
E qui incominciano a diventare dure le
pietre sul cammino di Asm Vercelli spa, perché è chiaro che ora Asm gestisce
sia l’acquedotto, sia la nettezza urbana, i rifiuti.
E si vede come.
Allora cosa dovrebbe avvenire?
Dovrebbe avvenire lo “scorporo” in un particolare ramo d’azienda del settore idrico.
Si badi: non siamo ancora al punto in cui il Comune di Vercelli
potrebbe riprendersi la gestione dell’acquedotto.
Questa è una materia di cui si sta
discutendo, ma è un’altra, parallela materia.
Per adesso si dice (e questa è una
cosa comunque obbligatoria): guarda, Asm Vercelli spa, che devi scorporare,
dividere, gli acquedotti dalla immondizia.
Anche se, nel ramo d’azienda che ne
risulterà (per esempio: Asm Acqua o come vorranno chiamarla) Iren sarà
sempre al 60 per cento ed il Comune di Vercelli al 40 per cento.
***
Al momento – come vedremo
meglio tra qualche riga – Asm pare che da questo orecchio non voglia sentirci.
Ma non anticipiamo i
tempi.
***
Dunque, la soluzione più ambiziosa e coraggiosa, da molti desiderata, potrebbe
essere che i sette Gestori si accorpassero, diventando un solo Gestore.
Qual è il contenitore da tanto tempo individuato per questa unificazione da sette a
uno?
E’ una cooperativa che si
chiama “Acquedueo” ed è già ora costituita
da tutti e sette gli Enti.
Per ora ha solo compiti di
coordinamento e rappresentanza.
Ma potrebbe avere un futuro: appunto
essere l’embrione del Gestore unico.
La coop (che nell’articolo del
2018, linkato, aveva il nome di Ato2 scarl ma faceva confusione con l’Ato e
quindi le hanno cambiato nome) aveva, allora come oggi, per Amministratore Leonardo
Gili di Villarboit, già presidente della Sii.
***
Dunque c’è una prima linea, una tesi,
una volontà già espressa che dice: riuniamo tutti i sette gestori.
A questa volontà (come leggeremo tra poco) si oppone Atena Asm Vercelli:
sei contro uno.
Quindi anche Andrea Corsaro è contro?
Quindi siamo contro tutti noi
vercellesi?
Lo vedremo tra poco.
***
E’ chiaro che la soluzione
di riunire sette Enti in uno solo
presenterebbe un’enormità di vantaggi in termini di economie di sistema e
razionalizzazione dell’operatività.
L’unica a rimetterci
sarebbe Iren spa che dovrebbe rinunciare
alla gara – che la vedrebbe avvantaggiata – accontentandosi di una particina.
Il “peso” di Asm come
gestore di acquedotti in seno all’Ato2 è, infatti
del 16 per cento circa (sui 170 comuni) ed il peso di Iren all’interno di Atena
Asm è del 60 per cento.
Quindi, all’incirca, peserebbe per poco
meno del 10 per cento.
E andare, con passi lunghi e ben
distesi.
Inoltre, avrebbe il fastidio di
procedere allo scorporo del ramo d’azienda monoprodotto.
***
Superfluo essere andati a
scuola alla Bocconi per rendersi conto che – ove
perseguibile – questa strada sarebbe quella in grado di assicurare la massima
economicità degli interventi e, insieme, la tutela del pubblico
interesse in ordine agli scopi per cui si gestisce un acquedotto.
Non il profitto, anche se
ciò fosse a costo dei colibatteri fecali nell’acqua.
Insomma, meglio di chiunque altro, un
Gestore pubblico può assicurare un acquedotto pubblico efficiente ed il meno
costoso possibile.
Attenzione, però, a questa parola “costoso”.
Perché è insinuandosi in questa idea
che il “nemico” si presenta come il “progresso”.
Su questo bisogna fare attenzione.
Perché i servi di Iren stanno
proprio dicendo qualcosa del genere e di “laterale”.
Come, ad esempio: guardate, Signori
cari, che il moloch ha soldi per gli investimenti e quindi può farci del
bene.
Errore.
Il moloch vuole il
profitto.
E’ giusto che sia così, non può volere
altro, è nelle regole del gioco.
Ed è altrettanto vero che non si possa
accettare che l’acqua sia erogata secondo una logica di profitto.
Perché non si tratta di un problema
(solo) di tariffe.
Si tratta di accettare o
no il rischio che un Ente, pur di fare profitto,
ti faccia trovare i colibatteri fecali nell’acqua del rubinetto che dai da bere
ai tuoi bambini.
Prima che un problema di
tariffe, è un problema di rischi che un Imprenditore
privato (soprattutto se più forte dei suoi controllori) potrebbe essere disposto
a correre.
Rischi che, ovviamente,
non è disposto a correre un Gestore pubblico.
Tutto qui.
***
Quindi, riassumendo, la seconda (dopo la gara pubblica, che fa comodo ad Iren) delle
opzioni sul tappeto è: unico Gestore costituito dagli attuali sette che si
accorpano.
***
COSA PUO’ CAPITARE DAL 2023 IN POI / 3
C’è poi una soluzione intermedia,
sempre con una propria validità, che direbbe più o meno così.
Ammettiamo, in astratto, che la
riunione di tutti e sette sia troppo complessa.
Allora, potrebbe percorrersi (sostanzialmente
con gli stessi vantaggi) questa subordinata.
Cioè, di sette Gestori
farne tre.
Ad esempio: Cordar Biella per
proprio conto.
Poi: Amc Casale e Amv Valenza uniti
(si stanno comunque unendo, per scelte già compiute tra loro in precedenza).
E un terzo: Cordar Valsesia, Sii e,
appunto, Asm Vercelli spa.
C’è chi dice che, sotto sotto, questa
sia la reale volontà di molti, ma non anticipiamo i tempi.
Come si è visto, pur essendo questa
soluzione una subordinata della precedente, quindi in grado di offrire
risultati parziali, comunque è sempre meglio di niente e – soprattutto – meglio
della gara pubblica.
Perché la gara pubblica
significherebbe mettere a priori fuori gioco tutti gli Enti Locali, defraudando
il cittadino di un reale potere di controllo sulla gestione della propria acqua.
E qui, qualche bello spirito servo di
Iren, potrebbe incominciare a dire: ma no, ma no, ma figurati se Iren o A2A non
ti farebbero vedere i dati.
Ma i servi di Iren, se
così dicessero, sarebbero in malafede: sanno
bene, infatti, che, per esempio, già ora Atena Asm tenta (inutilmente) di
tenere secretata qualsiasi cosa la riguardi, rifiutando di fare vedere le carte
persino ai Consiglieri Comunali che vogliono vedere come è stata gestita in
Azienda l’emergenza Coronavirus.
Quindi figuriamoci se ti
farebbero vedere le analisi di laboratorio dell’acqua
potabile presa dall’acquedotto da loro gestito, con esposti in bella evidenza i
contenuti di carica batterica, pseudomonas aeruginosa, stafilococco aureo e
tutta l’allegra brigata dei patogeni.
***
COSA E’ CAPITATO IL 2 SETTEMBRE
Dal 2018, arriviamo ad
oggi.
E, precisamente, al 2 settembre
scorso.
Quando si tiene, nei
locali di Via Giosuè Carducci, una
riunione dell’Esecutivo di Ato2.
E qui è utile dire chi siano i maggiorenti
dell’Autorità d’Ambito.
Il Presidente è sempre espressione del territorio biellese.
In questa tornata, quindi, il Sindaco Claudio
Corradino.
I suoi due Vice sono, rispettivamente, sempre di Vercelli e di Casale – Valenza.
In questo periodo, quindi: Davide
Gilardino per Vercelli e Marco Torriano per Casale.
Gli altri componenti dell’Esecutivo:
Gian Matteo Passuello, Davide Crovella, Gabriella Di Lanzo, Roberto Carelli,
Luigi Michelini, Stefano Corgnati, Daniele Pane, Mattia Beccaro, Luca Ballerini
ed Emanuele Ramella Pralungo.
***
Il 2 settembre sono presenti Corradino,
Gilardino, Passuello, Crovella, Carelli, Corgnati, Beccaro, Torriano.
Hanno convocato la coop. Acquedueo per
la quale sono presenti l’Amministratore Unico Gili ed il direttore, Ing. Paolo
Cavagliano.
Il pallino è giocato sostanzialmente
dal Presidente e dal Vice Presidente Gilardino (che si occupa da circa 15 anni
della materia).
Il discorso che fanno alla
coop. riassume i tre possibili itinerari
che abbiamo in precedenza elencato: o ci si accorpa, o sarà inevitabile la gara
pubblica, finendo così nella pancia di Iren spa.
Messaggio forte e chiaro che, del
resto, trova più che ricettivi sia Gili, sia Cavagliano.
Nella riunione si apre una
variabile.
Che però tratteremo più diffusamente
in altro articolo, perché questo è già fin troppo complesso.
La variabile è: che fina farà il
Gestore Comuni Riuniti.
L’Ato2 non lo vuole più: c’è un
contenzioso tra via Carducci ed i Comuni.
Il contenzioso – di cui parleremo – è deferito
al giudizio del Tar che sarà il 13 gennaio 2021.
***
Ma, già ora, la Comuni
riuniti potrebbe trovarsi con il “nemico” in casa, se passasse il referendum
per la fusione di Lenta con Gattinara, indetto per i primi di novembre.
Lenta, infatti, fa parte
della Comuni Riuniti.
Ma se Daniele Baglione,
Sindaco di Gattinara (gestita dalla Sii) diventasse anche Sindaco di Lenta,
allora potrebbe magari ricordarsi di essere anche nel Consiglio di
Amministrazione di Atena Asm Iren e che Gattinara è a contratto con la Sii di
cui è Direttore Alessandro Iacopino.
Ma, come detto, ora non
divaghiamo, vedremo melgio in altro articolo.
***
Torniamo a bomba, alla
riunione del 2 settembre.
In quella sede Davide Gilardino ha
dato l’impressione di parlare anche a nome di Andrea Corsaro.
Soprattutto per quanto riguarda la
possibilità che Atena Asm proceda allo scorporo dell’acquedotto che
sarebbe, pertanto, monoprodotto come gli altri.
E’ un impegno non da poco.
Del resto, come abbiamo visto, a
quella riunione Michelini era assente.
O perché non poteva.
O, al contrario, perché è vero che
Corsaro si sentisse già rappresentato dal Vice Presidente, che in qualche modo
avrebbe così potuto preconizzare i passi che avrebbe compiuto Asm.
Si saprà presto.
***
Quello che è sicuro è che
l’Esecutivo di Ato2 abbia dato il
compito alla coop. Acquedueo di preparare e presentare un progetto di fusione
tra i sette Enti gestori.
***
COSA E’ CAPITATO IL 16 SETTEMBRE
Sicchè Gili e Cavagliano,
tutti contenti, se ne tornano a casa e convocano
un altro incontro, questa volta tra tutti gli Enti componenti della Coop., cioè
tra i sette Gestori che devono: prima di tutto, sentire la relazione sull’incontro
in Ato2 e, secondo, decidere se procedere o no alla fusione.
Il 16 settembre alle 17,30,
si tiene la riunione in teleconferenza.
Sicchè il nostro riassunto non sarà
precisissimo, ma crediamo sufficiente per capire.
Sono presenti: Angelo D’Addesio e Roberto Conte (Asm Vercelli); Fabrizio
Amatelli e Maria Gabriella Cressano (Amc Casale); Andrea Canonico
(Amv Valenza); Silvano Barberi Negra e Cavagliano (Cordar Valsesia); Laura
Leoncini e Gabriele Martinazzo (Cordar Biella); Alessandra Ticozzi
(Comuni Riuniti).
***
E qui scoppia la bomba.
Perché Roberto Conte, l’uomo (sono
modi di dire) di Iren a Vercelli, getta la maschera e dice, in buona
sostanza, che Iren non vuole la riunione tra i sette Gestori.
Il povero Angelo D’Addesio ci fa una
ben magra figura.
Lasciamo pure perdere – per ora - la deprimente discussione che si sviluppa per un
bel po’ di tempo, con i bizantinismi del duo di Corso Palestro, che si interessa – ad esempio – di sapere se l’Ato si fosse espressa come tale, ovvero
il 2 settembre fosse stato solo un giro di opinioni tra singoli.
Come, detto, lasciamo perdere
i particolari.
Che non impensierirebbero, se non per
il fatto che in Corso Palestro c’è sempre quel 40 per cento del Comune di
Vercelli, che vuole dire dei cittadini di Vercelli.
Si passa ai voti.
La proposta (posta in gioco) è chiara.
Cosa facciamo?
Noi sette Enti Gestori decidiamo di aderire al mandato
Ato2 e preparare il progetto di fusione e poi gestione comune, anche dopo
il 2023?
Chi è d’accordo?
Chi è contrario?
***
La vera e propria bomba è
questa.
Tutti i sei gestori favorevoli.
Solo Atena Asm contraria.
E’ chiaro che Iren vuole la gara
pubblica.
Così tutti gli altri
sarebbero tagliati fuori.
***
Ma, dopo la bomba, le
macerie di quella Beirut che, ormai, è la
convivenza forzata ed innaturale in Asm del Comune di Vercelli con Iren.
***
La domanda, ineludibile e
semplice è questa: ma davvero i cittadini
di Vercelli si sentono rappresentati da Angelo D’Addesio ed Andrea Corsaro, che
votano (obbedendo a Conte) contro una cosa del genere?
***
Alla politica risolvere il
nodo, che ormai è solo un nodo gordiano.