Cuccati -
E’ rimasto un posto vuoto.
Sarà per un’altra volta.
Forse avvisato dagli altri, che si sono accorti di
essere fotografati, Andrea Corsaro non è arrivato.
La sua sedia, al tavolo dell’acqua, è rimasta vuota.
Ma andiamo con ordine.
Radio Gavetta – ma ormai è forse meglio dire Radio
Colabrodo – di Atena Asm ci informa che questa
sera, al prestigioso locale Bue
Rosso di Corso Rigola a Vercelli, è convocata una cenetta.
I commensali, in ordine di arrivo: Roberto Conte,
uomo (sono modi di dire) di Iren a Vercelli.
Poi Angelo D’Addesio, Presidente di Asm spa,
di nomina comunale.
Poco dopo arriva Daniele Baglione.
Molteplici le vesti ed i costumi di scena che il Sindaco di Gattinara può
indossare in questa piece.
In primis, quella di componente del CdA di Atena Asm,
sempre di nomina del Comune di Vercelli.
Poi c’è quella di magna pars in Ato2, Ente che comanda
nella gestione delle acque pubbliche.
Poi quella di Sindaco di un importante Comune,
Gattinara.
Una carica, quest’ultima, a tal punto amata che, per conservarla, da tempo medita di fare fuori il
Comune stesso: amore e morte, non è una novità.
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Si conceda una minuscola digressione, che si può tranquillamente
saltare a piè pari, da parte dei
Lettori interessati solo o prevalentemente
a che fine farà la gestione dell’acqua nella nostra provincia.
Si sa che un Sindaco può stare in sella al massimo
due mandati, nello stesso Comune.
Ma se, giunto agli ultimi mesi del secondo ed ultimo
mandato, al Sindaco viene la bella idea di disfarsi del Comune, cancellandolo
dalla faccia della terra, per fonderlo con quello di Lenta e, così, fare saltar
fuori un terzo Comune, che non ha mai avuto un Sindaco, in quanto non c’è mai
stato prima, ecco che il gioco è fatto.
Baglione potrebbe nuovamente candidarsi alla guida
del comune “fuso”.
Invero, non c’è una ragione umanamente comprensibile
per spiegare razionalmente perché, un atto tanto importante, come la eventuale
fusione di due Comuni, debba essere proposto da Sindaci “in limine mortis”,
cioè ad un passo dal congedo (amministrativo, sia ben chiaro) se non quella di
garantirsi la futura eleggibilità.
La cosa sarebbe, semmai, più comprensibile se, a
proporla, fossero due Sindaci, entrambi di nuova nomina, con un futuro
(amministrativo) di fronte.
Ma no: se fondi un minuto prima delle elezioni del
2021, il giuoco è fatto.
Ma ora non divaghiamo, ne riparleremo: fine, quindi,
della digressione.
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Dunque la cenetta, alla quale, infine, arrivano Paolo
Croso (Presidente del Cordar Valsesia – ente
gestore delle acque in Valle)
e, da ultimo, Paolo Tiramani, a nome un po’ di tutti.
Mancherebbe, appunto, solo Andrea Corsaro,
ma – verosimilmente – quando si accorgono di essere stati
scoperti, lo avvisano e il Primo Cittadino non si fa vedere.
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L’Ordine del Giorno della Riunione è assai chiaro.
Intanto bisogna sapere che – e non era difficile immaginarlo
– l’Amministrazione di Andrea Corsaro pare non
avere nemmeno nell’anticamera
del cervello di riprendersi l’acquedotto, togliendolo da Atena Asm e
facendo,
perciò, in modo che la gestione dell’acqua dei vercellesi torni pubblica.
Il fatto che il Consiglio Comunale di Vercelli, nel
settembre 2017, abbia deciso esattamente l’opposto,
forse non importa né punto né
poco.
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leggi qui –
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Sicchè questa sera ci sono sul tavolo, a
parte le costate, essenzialmente due ipotesi.
La prima:
si fa un solo Ente gestore (tra gli Enti che hanno ora le concessioni da Ato2),
vuoi in forma consortile, vuoi con altra fisionomia giuridica, tra tutte le
società che attualmente operano in provincia (Asm, Comuni riuniti, Cordar Valsesia,
Sii, e chi più ne ha, più ne metta).
La seconda:
se ne fanno due, una sostanzialmente valsesiana, un’altra della pianura.
Ma la terza soluzione, che per il Comune di Vercelli dovrebbe essere la prima, cioè quella di riprendersi il proprio acquedotto, e mandarlo avanti insieme agli altri gestori, che sono tutti pubblici, quindi togliendolo da Atena Asm e da Iren, per ora sembra proprio messa da parte.
Acqua pubblica: si è fatto un referendum nazionale, si è fatta una delibera del Consiglio Comunale di
Vercelli, ma Iren sa come farsi voler bene dal sistema dei partiti.
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Entrambe le soluzioni scontano il limite
di dare già per morta proprio la Comuni Riuniti (16
Comuni che vanno da
Albano a Netro, con Cavaglià, Quinto, Borgo d’Ale e altri)
- leggi
qui –
e tra questi c’è proprio Lenta, che – nei disegni
del Baglione – dovrebbe essere fuso con Gattinara.
Ma la Comuni Riuniti per ora non molla.
L’Ato2, fino a poco tempo fa, voleva togliere la
concessione.
Per motivi che sanno loro, ma che, di sicuro, i 16 Comuni
non condividono: non vogliono estranei in casa, lavorano bene così ed i loro
cittadini sono contenti così.
Loro si sono opposti ricorrendo al Tar.
Poi il Tar ha negato la sospensiva.
Poi, ancora, il Consiglio di Stato
adito in opposizione all’Ordinanza del Tar, l’ha invece concessa.
E, quindi, per ora loro continuano a fare il proprio
lavoro.
La sentenza attesa per il 13 gennaio.
Uno dei problemi è proprio questo: il Sindaco della “fondente”
Gattinara, questa sera avrà già parlato anche a nome della Comuni Riuniti?
O no?
E’ possibile che, attovagliati tra carni succulente e
vini di buon corpo, i tessitori abbiano stabilito
qualcosa anche per questo
piccolo Consorzio?
E chi lo sa?
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La cosa sicura è che, se il Sindaco di Vercelli
fosse andato a mettere i piedi sotto quel tavolo, avrebbe, con sguardo mesto,
dovuto dire: guardate, Signori Cari, io – sapete – ben volentieri vi verrei
anche incontro, ma – sapete – come faccio?!
Ho una delibera del Consiglio Comunale, adottata –
tra l’altro – con i voti del Centrodestra, di Alessandro Stecco, di Forza
Italia, contro quelli del Pd della maggioranza di Maura Forte, che mi vincola.
***
Che dire?!
Per ora, buon appetito.